Da Safari a Tieniti tutto: la lotta dei corpi, le identità e le gangster stories (atipiche) nei corti di Alice nella Città 2023

Il 18 settembre debutta il programma Onde Corte. Opere che nel loro formato breve permettono molta sperimentazione restando al tempo stesso vicine ai temi d'attualità

Si chiama Onde corte il programma di cortometraggi di Alice nella Città. Onde corte come quelle che si studiano in fisica, quelle che con “poca potenza” riescono a creare collegamenti a lunghissima distanza. È forse un po’ ciò che si augurano tutte le opere selezionate. Film di formato breve che con pochi mezzi, poco budget ma tante idee e molti temi, anche di stretta attualità, vogliono arrivare al più ampio pubblico possibile.

Onde corte, appunto, che verranno proiettate il 18, il 19 e il 20 ottobre nel corso della ventunesima edizione di Alice nella Città, sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma

Tra i cortometraggi del giorno di apertura, Safari di Leonardo Balestrieri mostra e denuncia la violenza che ancora oggi costringe molte persone queer a nascondersi e non vivere pienamente la propria identità o il proprio orientamento sessuale. Tieniti tutto di Gianluca Della Monica coglie gli ultimi attimi di una storia d’amore, raccontando la solitudine dei margini, della periferia romana.

Safari di Leonardo Balestrieri – Panorama Italia Concorso

È una violenza primitiva, maschile, radicata nel corpo e nella fisicità, quella di Safari, presentato in anteprima mondiale ad Alice nella città 2023. Si ispira a reali episodi di cronaca contro la comunità Lgbt seguendo Elia (Federico Cesari), uno dei “cacciatori” del suo “branco” di amici. Un ragazzo che lotta contro se stesso e contro le dinamiche di appartenenza ed esclusione, nel momento in cui si accorge di essere diverso dagli altri ragazzi del gruppo. E di dover sopprimere una parte fondamentale di sé per sopravvivere in mezzo a loro.

Per rappresentare questo tormento interiore, racconta il protagonista Federico Cesari a The Hollywood Reporter, il regista ha dato indicazioni molto precise, compresa la visione di un film considerato essenziale (oltre che uno dei più noti a tema Lgbt) Beau travail di Claire Denis.

“In Safari Elia non raggiunge una piena accettazione di se stesso”, afferma Cesari. Tuttavia c’è un’evoluzione progressiva della psicologia del personaggio che passa anche attraverso la fisicità: “Leonardo (il regista, ndr) aveva un’idea molto precisa in mente a partire da un lavoro sul corpo. Voleva che la fisicità fosse prima statica poi progressivamente sempre più violenta”. E che, nella sua violenza esplicita, diventasse un punto di svolta per Elia.

È una coincidenza, tuttavia, che Federico Cesari si sia ritrovato in un altro ruolo queer dopo quello che l’ha lanciato, Martino in Skam Italia. “Condivido e scelgo i progetti indipendentemente dal personaggio e credo che anche Leonardo abbia pensato a me al di fuori del lavoro che avevo fatto per Skam, ma al di là di questo, ho molto a cuore le tematiche Lgbtq. Per questo cerco di prendere il più possibile, per dare un mio piccolo contributo alla causa”.

L’esplorazione delle dinamiche di gruppo

Fondamentale per il regista Balestrieri, infatti, è mostrare una violenza che colpisce perché potrebbe essere quotidiana, una storia in cui è facile imbattersi anche appena fuori dal cinema. Safari in questo senso indaga anche le dinamiche del gruppo e la violenza al suo interno, sia quando la si condivide sia quando si cerca di sottrarsene.

“È un tema molto presente in contesti giovanili, quello del cercare un’identificazione attraverso la sottomissione alla logica del gruppo”, prosegue Cesari per THR. “È così, però, che la conoscenza reale di te stesso diventa un processo molto più lungo, ritardato nel tempo. Uscire da quella comfort zone che è il gruppo significa anche perdere una parte importante di se stessi. Significa vivere allo stesso tempo la sensazione di voler appartenere a qualcosa e il volersi sottrarre, per non essere divorato”.

Dopo l’anteprima mondiale ad Alice nella città il 18 ottobre, Safari verrà distribuito da Prem1ere Film e WeShort. Nel cast, insieme a Federico Cesari anche Ileana D’Ambra, Enrico Borello, Iacopo Ricciotti, Adele Dezi, Andrea Morrone, Pietro Giuliano, Federico Emili.

Tieniti tutto di Gianluca Della Monica – Panorama Italia Fuori concorso

Un’altra anteprima assoluta di Alice nella Città 2023 è Tieniti tutto di Gianluca Della Monica, una storia di due solitudini raccontata nell’ultimo atto di un lungo amore. Pur fuori concorso, è una dimostrazione dell’impegno di Alice, quest’anno verso un pubblico più maturo. Nonostante la sezione – diretta da Fabia Bettini e Gianluca Giannelli – sia da sempre rivolta a una media di spettatori molto giovani, bambini e adolescenti, alla ventunesima edizione sente anche il bisogno di allargare i temi. E aprirsi, perché no, al sesso, alla fisicità. Lo dimostra il lungometraggio di apertura How to Have Sex, ma anche appunto Tieniti tutto, dove il corpo ha un ruolo di primo piano.

Sono gli anni Novanta. In una villa abbandonata sul litorale romano due rapinatori (Emiliano Coltorti e Celeste Savino) si nascondono dopo il grande colpo che potrebbe cambiare la loro vita. “Ma il crime è solo un vestito indossato dal corto”, spiega il regista a THR. Il cuore della storia è l’addio tra l’uomo e la donna protagonisti. L’idea nasce proprio da una canzone d’amore, l’omonimo brano della band Scile, per cui Gianluca Della Monica doveva girare il videoclip. Trasformato poi in un racconto cinematografico in un paio di settimane e tre giorni di riprese.

Emiliano Coltorti e Celeste Savino in Tieniti tutto. Fuori concorso Alice nella città 2023

Emiliano Coltorti e Celeste Savino in Tieniti tutto, cortometraggio Alice nella città 2023. Courtesy of Pathos Distribution

Come Bonnie e Clyde, l’amore dietro la gangster story

Tieniti tutto è quasi una resa, una sconfitta in cui “entrambi i protagonisti perdono”, irrimediabilmente. “È il tentativo di fermare la relazione nel tempo, dilatandolo, cercando di afferrare qualcosa che sta scivolando”. Qualcosa che diventa chiaro nel muro di incomunicabilità voluto dal regista fra i due personaggi centrali. “A Emiliano e Celeste ho dato la massima libertà di esprimersi, tracciando solo i margini in cui muoversi. Ho cercato però soprattutto di accordarli su tonalità diverse, facendoli lavorare sulla difficoltà nel comunicare”.

Al linguaggio di lei, la protagonista interpretata da Celeste Savino, molto fisico, carnale, sessuale si contrappone quello di lui, distaccato, diffidente, a tratti paranoico, schematico. I soldi del grande colpo sono solo un pretesto per portare a galla la perdita di fiducia e le ragioni del fallimento di una storia che “forse un tempo era stata felice”, fra due persone molto simili ma estremamente distanti.

“Entrambi vivono dello stesso istinto animalesco, prendono la vita a morsi e provengono dallo stesso luogo, dalle stesse esperienze”, racconta Celeste Savino. E sul suo personaggio aggiunge: “Lei vuole solo essere vista, per la prima volta, ha questa esigenza di emergere, di trovare un posto nel mondo ed essere riconosciuta”, probabilmente perché ha vissuto ai margini per tutta la vita. Non si accorge tuttavia di chi già la guardava, di chi era al margine accanto a lei.

È così che il “vestito” della gangster story – che serve anche a dare un continuo e senso di allarme, nei  l’uno dell’altra e nei confronti del tempo che scorre –  scivola via nel momento in cui ci si accorge che tutto ruota attorno al racconto intimo di un addio. Un triste addio.

Tieniti tutto dopo l’anteprima ad Alice nella Città sarà distribuito da Pathos. Nel cast, curato da Michela Forbicioni, anche Andrea Venditti Sebastiano Re e Valentino Campitelli.