Gli aperitivi di Florence Pugh e Daniel Craig in palestra (aspettando Cruise): ecco la mappa delle star a Roma

Folla di attori e registi hollywoodiani nella città eterna: Zendaya e Prianka Chopra, Brie Larson, Anthony Hopkins, Andrew Garfield, Joe Wright, Ari Aster e ovviamente il grande Martin Scorsese. Mentre Di Caprio e Maguire hanno visitato la casa di Leonardo Da Vinci in Toscana. E sta arrivando pure il cast di Mission: Impossible

Non citeremo La Dolce Vita. Non esiste più solo Via Veneto. Roma, oggi, è tutta glamour. Ma in fondo questo lo sapeva bene anche Federico Fellini, che il finale del suo capolavoro del 1960 lo ha girato sulla spiaggia di Passoscuro, tra Fiumicino (nello specifico Marina di Palidoro) e Fregene. Lo sanno anche Tom Cruise, Daniel Craig, Florence Pugh, Andrew Garfield, Vin Diesel, Martin Scorsese, Brie Larson e tanti loro amici, stelle che si aggirano per le strade della Città Eterna, più di quante se ne possono vedere alzando gli occhi al cielo. Un po’ come lo slogan della MGM ai tempi d’oro della Hollywood classica: more stars than there are in heaven. Roma, un po’ il paradiso lo è o, almeno, è tornata ad esserlo. All’Hotel Bulgari, durante la sua inaugurazione a Piazza Augusto, Roma brilla insieme a Zendaya e Prianka Chopra che luccicano come i gioielli della maison di cui sono ambassador.

Le sorprese della Roma notturna

Con il principio della bella stagione, tra i primi a mappare le soste della sua vacanza romana, è stato il comico Ken Jeong, il professor Chang della sitcom Community, conosciuto anche come il dottor Chow di Una notte da leoni. È proprio con la didascalia “Ciao, Chow” che l’attore dà il benvenuto ai suoi followers in Italia, salutando da Ponte degli Annibaldi la maestosità del Colosseo o postando un campo totale dei fori imperiali, sempre con l’incursione laterale e buffissima della sua testolina.

È quello che non viene però condiviso a conquistare di un viaggio in cui la mattina l’attore si traveste da turista, mentre la notte si trasforma in performer. Negli spazi del circolo Arci Zalib, Jeong si è esibito a sorpresa con il collega Craig Robinson (The Office). Cos’altro può far venire in mente se non la trama improvvisata di una qualsiasi puntata di una serie comedy? Ma non è finita.

I comici hanno vagato per la metropoli notturna, infilandosi negli irish pub romani frequentati in maggioranza da studenti, mettendosi a fare karaoke lì, insieme a loro – oltre a svariati video per TikTok. Ed è mentre intona Creep dei The Radiohead che Ken Jeong viene ripreso, forse anche lui contagiato dalla scia della travolgente “Awesome Mix” di Guardiani della Galassia: Vol. 3. Una serata insolita per alunni e fuori sede, di quelle che, al ricordo, ti fanno sentire di essere stato davvero, per una volta, il personaggio di uno show televisivo.

Le coincidenze, come nei film

E nel vagare attraverso la Trastevere in cui lasciamo i comici americani, tra alcol e canzoni al piano bar, sono ben altre le personalità pronte a incontrarsi per il quartiere, continuando a inanellare una serie di coincidenze che pensiamo possano accadere solo nei film. Mentre Ari Aster, genio dell’orrore contemporaneo, si aggirava in attesa di presentare il suo ultimo Beau ha paura nei pressi del Cinema Troisi, culla della nouvelle vague culturale romana, eccolo incrociare Toni Colette in borghese, presa e trascinata in sala per l’incontro col pubblico.

Un’attrice fondamentale nella carriera dell’autore horror, senza cui non avrebbe raggiunto il risultato magnifico di Hereditary. E che ultimamente ha girato in Italia l’inedito Mafia Mamma al fianco di Eduardo Scarpetta e Monica Bellucci. Anche lei innamorata dell’Italia, ma in fondo come potrebbe essere altrimenti?

L’interprete statunitense si è aggiunta così ai fratelli D’Innocenzo a introdurre il grande esordio del cineasta, come era capitato l’anno precedente a Robert Eggers e Alexander Skarsgård sempre al Troisi, che si trovarono inaspettatamente accanto Willem Dafoe durante la presentazione in anteprima di The Northman

Se le proiezioni possono essere l’occasione per queste meravigliose sorprese, come successo anche per Martin Scorsese nell’arena della rinnovata Casa del Cinema nel cuore di Villa Borghese dove ha presentato la rassegna Carta Bianca, è sempre il buon cibo, per le vie capitoline, a conciliare gli incontri migliori. È così che la figlia del regista di Taxi Driver, la Francesca protagonista per Luca Guadagnino della serie We Are Who We Are, si rinfresca con un gelato della catena Don Nino sulla Nomentana, prima di ricominciare il giro insieme al papà tra incontri col Papa e visite a Colle Oppio. Brie Larson, invece, è più tipa da salato, e nel ricordo della sua parentesi nella capitale (col post su Twitter e Instagram ad hoc: Reminiscing on Rome) sceglie la specialità “pizzette pane-sfoglia” con vista su affreschi sacri.

Per il buon vino, invece, è da chiedere a Florence Pugh e Andrew Garfield, che hanno approfittato della loro settimana di riprese della rom-com We Live in Time per spendere tempo e denaro in aperitivi e pranzi con gli amici, compreso il saluto all’atelier di Valentino, di cui sono testimonial. Stretti per le viuzze di una Roma in cui fan e paparazzi sono riusciti a fotografarli, e le cui immagini ci hanno fatto pensare: quanto vorremmo trascorrere del tempo a ridere e bere con loro.

Un po’ come quando, a cavallo tra il 2022 e il 2023, per le riprese di Finalmente l’alba di Saverio Costanzo, un Joe Keery selvatico si spostava col suo Uber per uno dei quartieri meno glamour di Roma. Ancora per poco. A Torpignattara – vicino al Pigneto, zona di giovani e di artisti – la star di Stranger Things si spostava con bottiglie di vino, di casa in casa per cene tra amici. Lo raggiunse Rachel Sennott, ora nella serie The Idol, che ha spopolato con l’impeccabile e irriverente Shiva Baby, anche lei nel cast del film del regista italiano nonché papabile titolo in Concorso alla Mostra di Venezia.

E se parliamo di best friends, Leonardo DiCaprio e Tobey Maguire tradiscono la capitale per Vinci – come ha fatto Jeff Goldblum a maggio, ma lui faceva base a Firenze -, con tanto di visita privata al museo Leonardiano, la Palazzina Uzzielli e la Torre del Castello dei Conti Guidi. Visita privata, scelta di classe. Meno quella della pizzeria a cui, sempre Zendaya dopo l’happening di Bulgari, si è dovuta spostare, rimbalzata dal ristorante di Terrazza Borromini a Sant’Agnese in Agone per il suo dress code inadatto, con pancia e spalle scoperti.

Cinecittà: ospiti dittatori, imperatori, gladiatori

È ovvio, poi, che a richiamare sia il faro di Cinecittà. Mentre in Marocco cercano di replicare il Colosseo per l’inizio delle riprese del sequel de Il gladiatore, per ventisei settimane Joe Wright ha lavorato dentro e fuori i teatri di posa italiani nella zona est di Roma per ricostruire l’epoca fascista della serie M. – Il figlio del secolo, tratta dal romanzo storico di Antonio Scurati.

Ma è Anthony Hopkins ad andare ancora più indietro nel tempo, impersonando nello studio accanto l’imperatore Vespasiano. Il due volte premio Oscar per Il silenzio degli innocenti e The Father è protagonista di Those About To Die di Roland Emmerich. Altra serie, altro riferimento letterario: partendo dall’omonimo libro di saggistica di Daniel Mannix, la storia indaga il giro di corruzione nei giochi e spettacoli dei gladiatori.

E, come si fosse sentito chiamato in causa, sarà proprio Massimo Decimo Meridio a fare una capatina negli studios. Russell Crowe e la sua band rock, gli Indoor Garden Party, suoneranno proprio a Cinecittà, sicuramente dopo che l’attore avrà fatto il suo giretto in Vespa (vedi alla voce: L’esorcista del Papa) e sarà andato a fare il tifo per la squadra del cuore, la S.S. Lazio. Un amore per la capitale che porta l’attore a sostenere anche la candidatura della città per l’EXPO 2030, con una serie di iniziative organizzate in collaborazione tra Alice nella Città e l’Assessorato Grandi Eventi del Comune di Roma.

Roma, città di macchine, spie e saune

Infine scende la sera e, si sa, le feste con la luce dell’estate romana sono le più belle. Lo è stata quella della famiglia di Fast X capitanata da Vin Diesel, che ha portato tutto il cast nella capitale – anche se per i romani è ancora difficile dover digerire l’aver usato Torino per replicare il Vaticano. Il sospetto è che la première di Mission: Impossibile – Dead Reckoning – Parte Uno il party che la seguirà faranno impallidire molti altri eventi. Compreso la festa dei Toretto (alla Soho House).

Tom Cruise arriverà pilotando un aereo privato? Si butterà col paracadute, che so, al centro delle Terme di Caracalla? È vero che Top Gun: Maverick è ormai acqua passata, ma l’adrenalina per l’arrivo di Ethan Hunt e di tutto il gruppo di spie è tanta. E sarebbe il minimo dare un po’ di spettacolo dopo aver chiuso per giorni rione Monti e Via Panisperna, costringendo tanti genitori a cambiare strada per accompagnare i figli all’Istituto Tecnico Cristoforo Colombo. È quindi gusto che Cruise si faccia vedere e omaggi Roma, magari incitando i fan mentre sfreccia sulla sua appariscente cinquecento gialla.

E, per chiudere al meglio la giornata, tutto quello che ci vuole è una bella sauna. Come quella che, si vocifera, faccia tutti i giorni Daniel Craig dopo gli allenamenti alla Soho House di San Lorenzo, via De Lollis, attaccata alla meno patinata ma altrettanto movimentata Casa dello Studente della Sapienza.

L’ex 007 si spoglia degli abiti da agente segreto e accetta la sfida di Queer, romanzo di William S. Burroughs, adattato per il prossimo film da regista di Luca Guadagnino, che dopo Crema per Chiamami col tuo nome e Chioggia per la già citata We Are Who We Are ora si ferma a Roma, Cinecittà, per la ricostruzione del peregrinare del protagonista tra New Orleans, Città del Messico e Sud America.

Queste le stelle passate per la caput mundi, quelle ancora presenti, chi è stato soltanto di passaggio, e tante ne devono ancora arrivare. E se dovessimo proprio riprendere Fellini, più che a La Dolce Vita, penseremmo alla festa di 8 e mezzo nella scena finale. Un gruppo nutrito di persone, tutti insieme sulla spiaggia – questa volta di Tor San Michele -, per una passerella conclusiva dove c’è chiunque: cinema, profani e santità. E in cui ci siamo anche noi, che come il Guido Anselmi di Marcello Mastroianni guardiamo alle stelle, ai divi. Alle icone che, tutte d’un tratto, sono diventate realtà.