Niente messa al bando per Barbie nelle Filippine. “Non ci sono le basi per vietare il film”

Il lungometraggio sulla bambola della Mattel diretto da Greta Gerwig era finito al centro delle polemiche nel Sud-est asiatico per la sua presunta rappresentazione della "linea dei nove tratti"

Dopo una settimana di scrutinio, le Filippine hanno deciso di non vietare l’atteso film di Greta Gerwig su Barbie. Il lungometraggio, interpretato da Margot Robbie e Ryan Gosling nei panni di Barbie e Ken, uscirà nelle sale cinematografiche del Sud-est asiatico il 19 luglio.

In un comunicato reso pubblico mercoledì, la Movie and Television Review and Classification Board (MTPCB) del Paese, dopo un esame “meticoloso” della pellicola e dopo aver consultato funzionari degli affari esteri ed esperti legali, ha deciso che “non c’erano le basi per vietare il film”.

Il consiglio – in una lettera separata indirizzata a un senatore locale – ha chiesto alla Warner Bros. di modificare parte della scena “incriminata”, per assicurarsi che nessuno spettatore “interpreti male” la sequenza. In sostanza si tratterebbe di sfocare l’immagine per coprire la mappa.

Hollywood Reporter ha contattato la Warner Bros. per sapere se lo studio si atterrà alla richiesta.

Barbie e la “linea dei nove tratti”

In una sequenza di Barbie, secondo alcuni spettatori, c’è una mappa che raffigura la cosiddetta “linea dei nove tratti”: una linea a U in cui ci sono le controverse rivendicazioni di Pechino nel mar cinese meridionale. Per questa motivazione, il Vietnam ha messo al bando il film, scatenando l’indignazione in altre parti del Sud-est asiatico come Filippine, Taiwan, Malesia e Brunei. Questi paesi, sostengono la “linea dei nove tratti” violi la loro sovranità nazionale.

Mercoledì è il settimo anniversario della sentenza di un tribunale internazionale dell’Aia che ha stabilito che la Cina non ha alcuna base legale per tali rivendicazioni (Pechino non ha riconosciuto la sentenza e ha invece costruito vaste installazioni militari su isole precedentemente disabitate all’interno della regione). I censori filippini si sono detti convinti che la “mappa cartoonesca” mostrata nel film non fosse destinata a rappresentare la “linea dei nove linee”. “Al contrario, la mappa raffigurava il percorso del viaggio immaginario di Barbie da Barbie Land al ‘mondo reale’, come parte integrante della storia”, ha dichiarato la commissione in un comunicato.

Il Vietnam e le Filippine, pur essendo mercati cinematografici minori, non sono affatto trascurabili. Un grande successo hollywoodiano può guadagnare da 5 a oltre 10 milioni di dollari in ogni paese.

Non è la prima volta che un grande film statunitense incontra problemi in Asia a causa di questa linea a forma di U. Uncharted della Sony, con Tom Holland, è stato vietato in entrambi i Paesi l’anno scorso per aver mostrato brevemente una mappa che includeva proprio le controverse rivendicazioni cinesi.