Dal nuovo Alexander Payne al biopic di Ethan Hawke, il Telluride festival parte in pieno sciopero

Parla la direttrice Julie Huntsinger in occasione della presentazione del programma della kermesse, giunta quest'anno alla cinquantesima edizione. Tra i film presentati anche la Palma d'oro e il Grand prix di Cannes

Uno dei principali motivi di fascino del piccolo ma potente Telluride Film Festival sono sempre stati gli incontri casuali. Condividere un giro sulla funivia con un autore. Scambiarsi pettegolezzi sul cinema con un dirigente. Cercare in quel negozio di Colorado Avenue lo stesso cappello di un’attrice premio Oscar (a lei sta meglio, ovviamente). Quest’anno, a causa del doppio sciopero di attori e sceneggiatori a Hollywood, Telluride arriva con un alto potenziale di imbarazzo. E questo perché tutti gli addetti ai lavori in questo momento praticamente si odiano. Almeno a giudicare dai social media, dai cartelli ai picchetti e dalle dichiarazioni dei giornalisti.

Telluride dà il via al suo cinquantesimo festival giovedì 31 agosto sulle Montagne Rocciose del Colorado, con un giorno in più di programmazione (terminerà lunedì 4 settembre) e diversi titoli che sperano in un Oscar, tra cui le anteprime di The Holdovers di Alexander Payne (Focus Features), Saltburn di Emerald Fennell (Amazon) e Rustin di George C. Wolfe (Netflix). Il Telluride Film Festival è il primo evento in cui molti esponenti chiave dell’industria cinematografica statunitense si ritrovano insieme da quando, lo scorso 14 luglio, il SAG-AFTRA, sindacato degli attori, si è unito al Writers Guild, sindacato degli autori, per scioperare contro l’associazione dei produttori, l’Alliance of motion picture television producers (AMPTP).

Diplomazia hollywoodiana

“È questo il momento in cui ci riuniamo fisicamente, e non ci si può sottrarre, non ci si può nascondere dietro i social media”, dice la direttrice del Telluride Film Festival Julie Huntsinger. “Non ci si può nascondere dietro a nulla, se non al proprio sorriso o alla sua mancanza, e bisogna affrontare le persone”.

Nonostante lo sciopero, gli attori parteciperanno, dice Huntsinger: alcuni appaiono in film coperti da uno degli accordi provvisori del SAG-AFTRA, che consente di promuovere lavori realizzati per aziende che non sono membri dell’AMPTP. Ma a dimostrazione di quanto sia delicato il momento nella diplomazia hollywoodiana, il programma cartaceo del Telluride non riporterà i nomi degli attori che parteciperanno quest’anno, come avviene di solito.

“Ci saranno varie star sul posto, ma non le abbiamo elencate, perché non voglio che nessuno si senta a disagio”, dice Huntsinger. “Le vedrete durante gli incontri con il pubblico, se decideranno di salire sul palco. Le troverete alle anteprime, se vorranno farsi vedere. Noterete anche molte persone sedute tra il pubblico, proprio come tutti gli altri accreditati che si godono il festival. I loro volti potrebbero esservi molto familiari”.

In programma di Telluride 2023

Tra i film che verranno proiettati in anteprima al Telluride Film Festival figurano Nyad di Elizabeth Chai Vasarhelyi e Jimmy Chin, biopic sulla nuotatrice Diana Nyad con Annette Bening e Jodie Foster (Netflix); The Bikeriders, di Jeff Nichols con Tom Hardy e Austin Butler (Disney/20th Century Studios); All of Us Strangers, fantasy romantico di Andrew Haigh con Andrew Scott e Paul Mescal (Searchlight); il thriller The Royal Hotel di Kitty Green, con Julia Garner (Neon); il dramma fantascientifico Fingernails di Christos Nikou, con Jessie Buckley, Riz Ahmed e Jeremy Allen White (AppleTV+); Janet Planet della drammaturga premio Pulitzer Annie Baker, con Julianne Nicholson (A24); infine Tuesday, lungometraggio d’esordio della regista Daina O. Pusic (A24), con Julia-Louis Dreyfus, che dovrebbe partecipare.

Fra i titoli di recente acquisizione che debutteranno al Telluride figurano anche Wildcat, biopic di Ethan Hawke su Flannery O’Connor, con la figlia Maya nel ruolo della scrittrice e Laura Linney; Daddio di Christy Hall, con Dakota Johnson e Sean Penn; Food Inc 2 di Robert Kenner e Melissa Robledo, sequel del documentario sugli allevamenti industriali nominato agli Oscar nel 2008. Altri documentari che verranno presentati sono High & Low – John Galliano di Kevin Macdonald (Mubi), sul controverso stilista britannico, e Tehachapi del fotografo Jr, un titolo di recente acquisizione su un progetto artistico in una prigione.

Negli ultimi anni, almeno due dei Silver Medallion – i premi – del festival sono andati ad attori, ma a causa dello sciopero, per il 2023 il Telluride ha cambiato rotta e premierà solo registi: il greco Yorgos Lanthimos, il cui film con Emma Stone Povere Creature! (Searchlight) – che sarà reduce dall’anteprima di Venezia – la sceneggiatrice e regista italiana Alice Rohrwacher, il cui film storico-romantico La Chimera (Neon) è stato presentato in anteprima a Cannes a maggio, e il regista tedesco Wim Wenders, il cui documentario Anselm (Janus) e Perfect Days (Neon) sono stati presentati sempre in anteprima a Cannes.

Una festa di compleanno per chi ama il cinema

Il festival di quest’anno è il primo dopo la morte di due dei fondatori del Telluride, Tom Luddy e Bill Pence, e l’attenzione per i registi, anche se motivata dallo sciopero, è in qualche modo un ritorno al tipo di festival da loro lanciato nel 1973. “Siamo sempre stati un festival molto incentrato sugli autori”, dice Huntsinger. “Sono molto orgogliosa di continuare ciò che Luddy e Pence hanno iniziato”.

Quest’anno, inoltre, saranno ospiti cineasti di spicco che sono già passati al Telluride nelle edizioni passate: Alfonso Cuarón, Adam Curtis, Ethan Hawke, Rachel Kushner, Steve McQueen e Mira Nair cureranno una selezione di retrospettive. A completare il programma, anche le prime proiezioni nordamericane di Anatomy of a Fall di Justine Triet (Neon), Palma d’oro a Cannes 2023, e La Zona d’interesse di Jonathan Glazer (A24), vincitore del Grand Prix.

Nel corso degli scioperi, Huntsinger dice di aver chiesto agli sponsor del festival di continuare a fornire il loro sostegno finanziario, ma senza i marchi che di solito sono esposti nelle sedi del festival. “Abbiamo chiesto che non ci siano loghi o insegne”, afferma la direttrice. “Voglio che la gente abbia la sensazione che Telluride sia la Svizzera. Togliamo tutto il business che c’è dietro. Venite a fare una festa di compleanno e ad amare i film”.

Traduzione di Nadia Cazzaniga