Jonathan Glazer raccoglie fondi per Gaza. Il regista ha messo all’asta sette poster di La Zona di Interesse

Tra i manifesti anche quelli di Under The Skin autografati dal cineasta britannico, dal produttore James Wilson e dalla compositrice Mica Levi. Raccolti più di 60mila dollari, andranno all'organizzazione Medical Aid for Palestinians

Di THR ROMA

Il regista Jonathan Glazer ha donato sette manifesti autografati di La Zona di Interesse all’asta online Cinema for Gaza, il cui obiettivo è di raccogliere fondi per l’organizzazione Medical Aid for Palestinians.

Oltre ai poster del suo ultimo lungometraggio, vincitore del premio Oscar come miglior film internazionale, è presente anche una selezione di manifesti del film del 2014 Under the Skin. Anche questi sono firmati, oltre che da Glazer, dal produttore James Wilson e da Mica Levi, compositrice che ha realizzato la colonna sonora di entrambi i film. Gli oggetti hanno finora ricevuto un’offerta di 2750 sterline (3.462,20 dollari).

“Siamo commossi oltre ogni immaginazione nel presentare le donazioni di Jonathan Glazer e dei suoi colleghi per il film più impegnativo del nostro tempo, La zona d’interesse“, hanno dichiarato gli organizzatori dell’asta sul sito ufficiale.

Anche altre personalità dello spettacolo britannico hanno offerto oggetti o esperienze uniche per l’asta di Cinema for Gaza. Tra questi, un biglietto per uno spettacolo dal vivo di Ramy Youssef e un incontro esclusivo, un poster originale di Abigail’s Party autografato da Mike Leigh, un poster e un libro di sceneggiature di The Old Oak autografati da Ken Loach e letture della buonanotte di Tilda Swinton e Rebecca Hall.

Altre donazioni sono arrivate da Peter Capaldi, Imelda Staunton, Brian Cox, Joseph Quinn, Misan Harriman, Joanna Hogg, Aimee Lou Wood e Josh O’Connor. Ad oggi, l’asta Cinema for Gaza ha raccolto 48.168 sterline (60.718 dollari).

La bufera sul discorso di Glazer

Dopo aver ricevuto l’Oscar come miglior film internazionale per La Zona di Interesse, Glazer – nel suo discorso di accettazione – ha collegato il soggetto del film (che affronta il periodo dell’Olocausto) al conflitto in corso a Gaza, dove gli attacchi di Hamas del 7 ottobre contro Israele hanno portato il governo guidato da Benjamin Netanyahu a lanciare un’invasione di terra nella Striscia. Una guerra che ha causato oltre 30mila vittime tra i palestinesi.

Il discorso è risultato divisivo, attirando diverse critiche dagli addetti ai lavori di Hollywood, che hanno firmato una lettera aperta per denunciare le parole del regista britannico. Tante anche le dimostrazioni di supporto, tra queste figurano i commenti del direttore dell’Anti-Defamation League e del cofondatore di IfNotNow, un gruppo di ebrei americani che si oppone all’occupazione israeliana della Cisgiordania e della Striscia di Gaza.

Glazer, che è ebreo, durante la cerimonia degli Oscar aveva affermato: “Tutte le nostre scelte sono state fatte per riflettere e confrontarci con il presente. Il nostro film mostra dove porta la disumanizzazione, nella sua versione peggiore”.

“In questo momento, siamo qui come uomini che rifiutano la strumentalizzazione della loro ebraicità e dell’Olocausto da parte di un’occupazione, che ha portato al conflitto per così tante persone innocenti – che si tratti delle vittime del 7 ottobre in Israele o dell’attacco in corso a Gaza – tutte le vittime di questa disumanizzazione. Come possiamo opporre resistenza?”.