Natale a tutti i costi, storia di come la famiglia Delle Fave è andata quasi alla deriva pur di conquistare ognuno un pezzetto di eredità, è stato un grande successo delle feste invernali di Netflix 2020. Tale da richiedere un sequel, Ricchi a tutti i costi, che oltre ogni aspettativa ha presentato una premessa ancora più allettante della prima.
Con tra le mani un gruzzoletto da ben 6 milioni di euro, la nonna del gruppo sembra felicemente fidanzata con un uomo che, in verità, è solo un farabutto – interpretato da un Ninni Bruschetta rumoroso e, occasionalmente, in monopattino. Invece che remarsi contro, stavolta i membri Delle Fave devono coalizzarsi per fare fuori il rampante promesso sposo, che nel suo passato ha svariati giri per il mondo, pièce teatrali sciagurate e già due mogli più grandi di lui belle che sepolte – morte, probabilmente, ammazzate.
Anna, ancora una volta Angela Finocchiaro, non può restare ferma a guardare che le uccidano la madre. Per amore di mamma, ci mancherebbe, ma la somma che tanto aveva fatto tribolare i personaggi nel precedente film di Giovanni Bognetti, che torna alla regia e alla sceneggiatura, è un maggiore incentivo per trovare il modo di far fuori l’uomo. Uno di quei piani che si studia sui libri, tanto che la donna si porta dietro un romanzo poco sospetto, Sono un’assassina? di Agatha Christie. Ma in fondo è esattamente come un giallo da spiaggia che bisogna immaginarsi Ricchi a tutti i costi.
Come a sua volta l’equivalente “Natale” era la commedia da mettere in televisione per far trascorrere il tempo tutti insieme tra un panettone di troppo e una tombola ancora da cominciare, il sequel è la pellicola da guardare sonnecchianti sul bagnasciuga mentre ci si sventola con la mano e si mangia una fetta di cocomero.
Ricchi a tutti i costi
Cast: Christian De Sica, Angela Finocchiaro, Dharma Mangia Woods, Claudio Colica, Ninni Bruschetta, Darko Perić,
Regista: Giovanni Bognetti
Sceneggiatori: Giovanni Bognetti
Durata: 90 min
Ricchi a tutti i costi: cosa faresti per salvare l’eredità?
Il film usa i più classici degli espedienti: la vecchia ereditiera, il viaggio come momento per riunirsi. Sebbene però per i protagonisti prendere l’aereo e spostarsi a Minorca fa parte di un piano ben più elaborato che il semplice trascorrere dopo anni una vacanza insieme, le soluzioni e le gag con cui intrattenere il pubblico sono di matrice assai meno sofisticata. Hanno un potenziale umoristico e una discreta riuscita (su tutte la messinscena della piscina), forse anche superiore rispetto al predecessore.
Ma il tono altalenante e la mancanza di brio tra cast e copione spegne più spesso di quanto vorrebbe quell’una o due risate genuine, con qualche scivolone indelicato – la suocera appellata con un insulto in riferimento ai suoi appetiti sessuali o un dialogo ambiguo sulla “figaggine” della figlia di Christian De Sica con Bruschetta – e un finale che tedia ben prima di arrivare.
Di certo c’è ben di peggio con cui svagarsi sotto l’ombrellone, ma forse è meglio ritirare fuori quel vecchio libro mai finito con Miss Marple, indagare nuovi orizzonti del murder mystery (è sempre di Netflix, tra l’altro, un altro titolo con Adam Sandler e Jennifer Aniston che prende nome proprio dal genere, il cui primo capitolo uscì sempre d’estate). O, se vogliamo qualche indagine più comica e stuzzicante, riscoprire i casi pazzi e sgangherati de La pantera rossa. Anche se è probabile che nemmeno i più fini investigatori si sarebbero mai potuti aspettare l’inaspettato, ossia di vedere recitare De Sica e Finocchiaro in un film assieme a Darko Perić, l’Helsinki de La casa di carta.
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