Eccoci di nuovo nel 1984, da Breakfast Club a Dune: il picco della cultura popolare (e di popolo)

Nel marzo di quell'anno i Van Halen dominavano la classifica di Billboard con Jump, Footlose apriva il box office e arrivavano i Ghostbusters. In Italia, i lavoratori manifestavano contro il decreto di San Valentino del governo Craxi

“L’estate del 1984 è stata memorabile”. Parola di Patty Jankins a Entertainment Weekly. Nel 2020, Wonder Woman 1984 ha portato l’amazzone Diana Prince in quel decennio di grandi cambiamenti e contraddizioni tra status quo, sovversione e diritti.

Durante le promozione del film, il cast – Chris Pine, Pedro Pascal, Gal Gadot, Kristen Wiig e la stessa regista – hanno anche reso omaggio a uno dei film simbolo degli anni Ottanta, Breakfast Club, che è stato distribuito nel febbraio del 1985, ma che è ambientato proprio il 24 marzo 1984 (la recensione di The Hollywood Reporter non fu particolarmente generosa).

Quel giorno, nella classifica musicale di Billboard, la Hot100, al primo posto dominava ormai da diverse settimane Jump dei Van Halen, seguita da Somebody’s watching me di Rockwell e da Girls just want to have fun di Cyndi Lauper.

In rapida salita c’era anche Footloose di Kenny Loggings, canzone iconica del musical diretto da Herbert Ross e con protagonista Kevin Bacon. Il film ha chiuso il mese di marzo del 1984 in cima al box office statunitense, dominando su Splash – Una sirena a Manhattan e Scuola di polizia, il primo della fortunata serie cinematografica.

 

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Non solo Breakfast Club

Ma non è stato soltanto l’anno di Breakfast Club, che con i suoi giovani studenti in punizione ha dato voce alla sovversione giovanile in quella che poi è stata anche definita la Breakfast generation: il 1984 sembra essere stato il punto di snodo della cultura popolare nella cinematografia statunitense, e occidentale. Dan Aykroyd, Bill Murray, Harold Ramis ed Ernie Hudson indossavano per la prima volta gli zaini protonici dei Ghostbusters, quando erano pronti a credere in noi e il lavoro non li spaventava.

A dicembre arriva invece il primo adattamento cinematografico dei romanzi di Frank Herbert Dune, diretto da David Lynch e con protagonista Kyle MacLachlan: il tentativo “riuscito” di portare su grande schermo le storie di Arrakis dopo il fallimento folle ed esoterico di Alejandro Jodorowsky, che ha lasciato un’eredità che continua tuttora a mostrarsi.

Harrison Ford, nel 1984, torna a vestire fedora e frusta di Indiana Jones nel Tempio di Maledetto. E la crudezza di alcune scene, come la cena degli orrori e il rituale di Khalima, furono importanti per uno shift anche di sensibilità del pubblico e dei media.

In concomitanza con l’uscita dei Gremlins, commedia diretta da Joe Dante e scritta da Chris Columbus, la Motion Pictures Association of America ha cambiato il suo sistema di valutazione, inserendo il PG-13, cioè il vietato ai minori di 13 anni e con la presenza di pubblico adulto. E poi iniziava ad insediarsi la paura dell’intelligenza artificiale, con Terminator di James Cameron, e con il T-800 di Arnold Schwarzenegger che torna indietro nel tempo dal 2029 per uccidere Sarah Connor e la futura resistenza a Skynet.

E sul fronte tecnologico, il 1984 è stato l’anno del Macintosh di Apple, lanciato sul mercato il 24 gennaio, e con una pubblicità – trasmessa durante il Super Bowl – girata da Ridley Scott sullo stile di 1984 di George Orwell. Peraltro, il film tratto dal romanzo scritto nel ’48 è stato girato nei mesi di marzo e ottobre, nei quali lo scrittore britannico aveva ambientato la storia di Winston Smith.

Ghostbusters

Ghostbusters – Acchiappafantasmi

Cultura popolare, e di popolo

“Guardando a quel periodo, ho la sensazione che la cultura pop fosse in una grande momento”, aggiunge Jankins, sottolineando che “ognuno di questi film è diventato un grande classico”.

Ma se il 1984 è stato l’anno di consolidamento della cultura popolare, i 365 giorni che ancora oggi vengono citati e ripresi, è stato anche un anno di consolidamento della cultura di popolo.

Nel marzo dell’84, nel Regno Unito, il sindacato dei minatori indice invece uno sciopero che durerà fino a marzo del 1985. E inviare le donazioni alla National Union of Mineworkers era inutile, dato che il governo Thatcher aveva sequestrato i fondi del sindacato. Proprio questa azione ha portato anche alla nascita di movimenti di supporto, tra cui l’alleanza di gay e lesbiche per i minatori, che insieme ad altri gruppi hanno raccolto denaro per supportare i lavoratori.

Nel mentre, a Roma

In Italia, invece, la prima pagina dell’Unità del 24 marzo 1984 raccontava della grande manifestazione a Roma contro il taglio alla scala mobile salariale. È stata un giornata di mobilitazione del movimento del lavoro e del partito comunista italiano contro il decreto di San Valentino del governo Craxi.

“Eccoci,” diceva la prima pagina del quotidiano comunista, nella sua edizione straordinaria mostrata a favore di camera da Enrico Berlinguer, ricordando l’articolo 1 della Costituzione. Il giorno dopo, il 25 marzo, L’Unità titolava: “Oltre un milione, è stata la più grande manifestazione di massa dell’Italia Repubblicana”.

“Perché il 1984? Volevamo portare Diana nel mondo moderno, e Wonder Woman è sinonimo degli anni Ottanta,” continua Jankins. “Ma, e questo è ancora più importante, gli anni Ottanta sono il picco più alto della civiltà occidentale e del successo del mondo in cui viviamo”. Insomma, nel 2024, è di nuovo il 1984.

La prima pagina del 24 marzo 1984 de L'Unità

La prima pagina del 24 marzo 1984 de L’Unità. (Courtesy of CentoanniPCI)