Look total black, bracciali e anello dorati, occhiali da sole e l’inconfondibile piega bionda. Pochi secondi prima che Catherine Deneuve metta piene nell’area di un albergo tra Villa Borghese e via Veneto dedicato all’attività stampa si solleva un vociare simile ad un passaparola sussurrato tra gli addetti ai lavori. “È arrivata! È arrivata!”. Ospite d’onore della XIV edizione del Rendez-Vous, il festival dedicato al cinema francese, l’attrice ha presentato La moglie del presidente, esordio alla regia di Léa Domenach dal 24 aprile al cinema con EuroPictures, in cui presta il volto a Bernadette Chodron de Courcel, première dame di Francia e, come suggerisce il titolo, moglie del presidente Jacques Chirac.
Un biopic pop e coloratissimo, una favola dai contorni della commedia in cui Madame Chirac decide di prendersi la sua rivincita dopo troppo tempo passato all’ombra del consorte diventando la first lady più amata dai francesi. “Perché ho scelto di fare questo film? La ragione era la qualità della sceneggiatura che ho letto”, confida l’attrice. “Poi ho incontrato Léa che non avevo mai visto prima. Ed è stato un incontro molto importante per me, molto raro. Mi ha detto che non sarebbe stato un film in cui tutti dovevano essere fisicamente uguali ai personaggi. Mi ha dato una grande libertà, altrimenti sarebbe stato un po’ troppo stretto per me. Non mi sarebbe interessato. Il suo approccio, invece, mi piaceva”.
Bernadette Chirac secondo Catherine Deneuve
“Lei era una donna molto intelligente ma timida. Per questo nel film, ogni tanto, aveva un’attitudine un po’ più aggressiva. Perché non si sentiva a suo agio. Le cose sono cominciate a cambiare quando ha preso parte all’iniziativa delle monete gialle che da piccola che era è diventata enorme e le ha permesso di fare molto per dei giovani con problemi di salute. Anche Conversation, il libro scritto dal giornalista Patrick de Carolis ha riconosciuto la posizione che aveva” continua Catherine Deneuve parlando del suo personaggio. La prima donna realmente esistita interpretata dall’attrice in oltre sessant’anni di carriera”.
“Se la sceneggiatura è scritta molto bene, perché no? Non sarebbe la mia scelta di vita, ma nel cinema le scelte sono legate ai personaggi”, puntualizza parlando delle idee politiche della première dame così lontane dalle sue. Una similitudine con Marine Le Pen? “No, che orrore! Non si può dire che fosse femminista. Era abbastanza classica nella sua posizione e generazione. Ma lei non stava dietro Chirac. Stava da parte. Non è la stessa cosa. Perché aveva le sue idee su tanti temi che ha anche esposto al marito. Che quando non le ha seguite ha sbagliato”.
Una volta che Jacques Chirac viene eletto a Bernadette viene imposto che dal quel momento in poi non avrebbe più potuto dire tutto quello che pensava. “È diventato terribile”, afferma Deneuve riferendosi alla situazione attuale relativa alla libertà d’espressione. “Oggi non si deve parlare. In Francia non si può parlare più di nulla se non di cifre o date. Io, ad esempio, parlo solo di film. Tutto ha preso un peso terribile con Internet dove chiunque può dire quello che vuole senza dover mettere il proprio nome”.
Tra Marco Bellocchio e Marcello Mio
La moglie del presidente è stato presentato al Nuovo Sacher di Nanni Moretti – “Non avevo mai visto il suo cinema, è stupendo”, dice l’attrice, accolta da una folla di fan: “A differenza di chi fa teatro o il cantante e che ha un rapporto fisico con il pubblico, io mi relaziono con chi lavora con me sul set”. Un film che testimonianza di come il suo status di icona assoluta del cinema non sia intaccato. “Ho fatto dei film italiani con dei registi importanti, ma la co-produzione Italia-Francia non si fa più come un tempo. Dei vostri film più recenti mi è piaciuto molto Rapito di Marco Bellocchio. E anche Esterno notte. Bellissimo, molto importante ed interessante”.
Prossimamente vedremo Deneuve al fianco della figlia Chiara Mastroianni nel film diretto da Christophe Honoré, Marcello mio, realizzato in occasione del centenario dalla nascita dell’attore de La Dolce Vita. “Ho letto la sceneggiatura di Honoré ed era molto originale, speciale, strana. Chiara ha la parte principale. Abbiamo girato vicino Napoli”, racconta l’attrice. “Ci ho pensato molto, ma cento anni non vuol dire niente. È qualcuno che per me esiste ancora, anche solo attraverso i suoi film”.
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