Torino Film Festival, la versione di Steve Della Casa. “Colto e popolare. E senza polemiche”

"Il TFF è l'unica manifestazione culturale importante che non abbia avuto controversie al suo interno o al suo esterno. E questo credo che sia un record" racconta il direttore artistico alla chiusura dell'edizione 2023 che coincide con la fine del suo mandato. "Si chiude una fase importante della mia vita". L'intervista con THR Roma

“E adesso trovate un altro festival che in 38 minuti fa la premiazione”. Steve Della Casa chiude con una battuta la cerimonia in cui sono stati assegnati i premi della 41ª edizione del Torino Film Festival che ha decretato La palisiada di Philip Sotnychenko il miglior film dell’edizione 2023. L’ultima diretta da Della Casa. “Si chiude una fase importante della mia vita” confida al pubblico alla conclusione dell’evento. “Sono molto felice di quello che abbiamo fatto. C’è stato un grande lavoro nel cercare tematiche legate all’attualità. Lascio un Torino Film Festival in ottima salute”.

Ma prima di lasciare l’Aula Magna della Cavallerizza reale dove si è svolta la premiazione, ecco che dal maxi schermo appare un video messaggio di Marco Tullio Giordana che si prende gioco dell’amico. “Un fuori onda di qualche anno fa per il DVD di un film. É un vecchio amico, ci conosciamo da quarant’anni” confida divertito il direttore artistico a THR Roma mentre stringe tra le mani una maglia numero 10 del Torino con scritto il suo nome. Un regalo del suo team consegnatoli da Renato Zaccarelli, storico centrocampista della squadra granata. Una festa conclusa in “allegria e che dà grandi speranze per il futuro”.

Un commento al palmarès. Era quello che si aspettava?

Credo sia un palmarès che centri abbastanza la natura del festival. Che era quello di far vedere delle opere prime che facessero presagire un futuro per i registi che hanno fatto questi film. E credo che la giuria l’abbia veramente raccolto e abbia agito nella maniera migliore. Da La Palisiada, il film vincitore, agli altri, si tratta di registi dei quali sentiremo parlare sicuramente in futuro. Inoltre due titoli usciranno in Italia. Già questo è un segnale importante.

Alla conferenza stampa di presentazione del TFF aveva dichiarato a THR Roma che sperava in un festival colto, divertente e capace di mischiare cose diverse. Pensa di esserci riuscito?

Beh, sì. Abbiamo mescolato tutto, a partire dal manifesto. Perché che John Wayne e Jean-Luc Godard campeggiassero insieme nello stesso manifesto non era così facile immaginarlo (ride, ndr). però siamo riusciti a farlo. E poi il TFF è l’unica manifestazione culturale importante che non abbia avuto polemiche al suo interno o al suo esterno. E questo credo che sia un record (ride, ndr). Ma è anche un effetto del lavoro che abbiamo fatto.

Di tutti i momenti vissuti in questi giorni, ce n’è uno che l’ha emozionata particolarmente?

Sì, vedere la sala piena per i film di John Wayne. Devo dire che era la cosa a cui tenevo di più. E sono stato esaudito.

Molti film presentati al TFF erano prodotto dalla Film Commission Torino Piemonte. Quando è stato importante fare rete?

Molto. È stata una delle scelte di fondo che abbiamo fatto. Io tra l’altro sono stato per sette anni il presidente della Film Commission quindi mi ritrovavo a casa. Poi con Paolo Manera e Beatrice Borgia, due amici, ci siamo impegnati a fare rete perché è importante che questo avvenga.

Tra i film premiati qual è quello che consiglierebbe di recuperare?

Linda e il pollo. Un cartone animato veramente straordinario, divertente e sorprendente. E lo dice uno che non ama tanto l’animazione (ride, ndr).

Un augurio e un consiglio a chi verrà dopo di te?

Di tenere il festival sempre sulla direzione di essere colto e popolare al tempo stesso. Due cose che non devono essere separate ma devono fondersi insieme. Se uno si impegna ci riesce.

Cosa farà da domani?

Mi riposo (ride, ndr). Qualcosa farò, ma vorrei lavorare di meno, ho una certa età (ride, ndr). E poi il famoso “largo ai giovani”, prima che mi caccino!