Killers of the Flower Moon: Martin Scorsese “irritato” dall’improvvisazione di Leonardo DiCaprio sul set

"Non hai bisogno di quel dialogo". In un'intervista al Telegraph, il regista ha dichiarato che lui e Robert De Niro hanno spesso "alzato gli occhi al cielo", vedendo le battute fuori sceneggiatura dell'attore di Titanic

Martin Scorsese e Robert De Niro sono rimasti molto irritati dalle “continue” improvvisazioni di Leonardo Di Caprio durante le riprese di Killers of the Flower Moon. Nel corso di un’intervista al Telegraph, pubblicata giovedì 19 ottobre, il regista di The Departed ha parlato della collaborazione con l’attore premio Oscar per questo suo ultimo progetto, basato sulla storia vera degli omicidi dei membri della nazione Osage negli anni Venti.

Secondo Scorsese, DiCaprio e De Niro hanno affrontato i loro ruoli in modo completamente diverso, poiché l’improvvisazione di DiCaprio era “infinita, infinita, infinita”, mentre “Bob non voleva parlare”. Ma sia Scorsese che De Niro si sono stancati delle continue improvvisazioni “ad-libbing” dell’attore di Inception. “Ogni tanto io e Bob ci guardavamo e alzavamo un po’ gli occhi al cielo. E gli dicevamo: non hai bisogno di quel dialogo”, ha raccontato il regista. Nel film, De Niro e DiCaprio interpretano uno zio (William Hale) e un nipote (Ernest Burkhart) che complottano per rubare il petrolio sotto la terra della tribù nativa.

DiCaprio è noto per l’improvvisazione delle battute, anche in alcuni dei suoi progetti più importanti come Titanic, The Wolf of Wall Street e C’era una volta a Hollywood. All’inizio di questa settimana, Scorsese ha anche rivelato all’Irish Times che, dopo aver lavorato alla sceneggiatura del film per due anni con il suo co-sceneggiatore, Eric Roth, DiCaprio è intervenuto per suggerire alcune modifiche.

Il regista ha spiegato che la sceneggiatura originale era raccontata “dal punto di vista degli agenti del Bureau che arrivano per indagare” sugli omicidi, ma l’attore di The Departed aveva un’altra idea. “Leo è venuto da me e mi ha chiesto: dov’è il cuore di questa storia?”, ha spiegato Scorsese. “Avevo avuto incontri e cene con gli Osage e ho pensato: beh, la storia è quella. La vera storia, secondo noi, non veniva necessariamente dall’esterno, con il Bureau, ma piuttosto dall’interno, dall’Oklahoma”.

Traduzione di Pietro Cecioni