Saltburn: la follia pura e viscerale di Emerald Fennell

La vincitrice dell'Oscar per Una donna promettente racconta le ispirazioni e i riferimenti per la sua satira scioccante e allo stesso tempo elegante che mette in discussione il sistema classista britannico

Nel film Saltburn diretto da Emerald Fennell, il candidato all’Oscar Barry Keoghan interpreta Oliver Quick, uno studente della classe media dell’Università di Oxford che si infatua del suo affascinante e ricco compagno di classe Felix Catton (Jacob Elordi). Alla fine dell’anno scolastico, Felix lo invita a trascorrere l’estate insieme a lui e alla sua idiosincratica famiglia nella loro enorme tenuta di campagna, l’omonima Saltburn.

Seguito del suo esordio da Oscar, Una donna promettente, miglior sceneggiatura nel 2021, Saltburn è una dark comedy ispirata alla letteratura gotica, che ripercorre la lotta di Oliver per inserirsi nella strana e ricca famiglia che lo ospita. Ma i colpi di scena abbondano nella satira sul sistema di classe britannico, che Fennell descrive come “Barry Lyndon che incontra lo squallore indie”.

Citando altri film ambientati in contesti simili (tra cui i premi Quel che resta del giorno ed Espiazione), Fennell gioca deliberatamente con i preconcetti dell’identità britannica. “Cosa succede quando si prende il genere più sobrio che riguarda le persone più sobrie – per frenarlo fino a renderlo pura follia viscerale?”

Il risultato è una storia selvaggia e seducente di dissolutezza, erotismo e potere, che si dipana lentamente per rivelare come pochi dei suoi personaggi siano ciò che sembrano. Creare il mondo in cui abitano queste figure è stato molto divertente per Fennell, che si è rivolta ad alcuni dei suoi film, libri e opere d’arte preferiti per costruire un moodboard sull’estetica di Saltburn.

In questa occasione, l’autrice condivide con THR le ispirazioni per lo stile visivo del film e per la sua sceneggiatura, costruita sulle ossa di un genere narrativo particolarmente britannico.

Saltburn e Caravaggio

I dipinti di Caravaggio sulla figura biblica erano numerosi e, come dice Fennell, “molto sexy”. Il contrasto tra la pelle bianca e il tessuto rosso (come St John the Baptist Reclining) ha sempre catturato l’attenzione della regista e quest’estetica è stata utilizzata per gli interni della tenuta di Saltburn. “Stiamo incorniciando un luogo enorme, sontuoso, quasi biblico: tutti indossano velluti e sete, sdraiati su chaise longue in un contesto formale”, spiega Fennell. Si è ispirata anche al modo in cui Caravaggio raffigurava il corpo maschile: “C’è molta tensione sotto la pelle”.

Fennell definisce il romanzo di L.P. Hartley del 1953, che racconta la storia di un giovane che si sente un estraneo all’interno del suo collegio di epoca vittoriana, “un caposaldo britannico”. Aggiunge: “È esattamente ciò che rende questo genere così appassionante. Questo è lo scheletro della storia, un uomo che esamina le sue vecchie questioni e si rende conto che la sua vita non è andata come voleva, decidendo di risolvere le cose”. Il romanzo è stato anche adattato per il cinema da Losey e Pinter nel 1971.

Il dramma del 1963, diretto da Joseph Losey e scritto da Harold Pinter, vede protagonista Dirk Bogarde nel ruolo del servitore di un ricco londinese. “Le collaborazioni di Losey e Pinter sono molto elettriche, in quanto hanno un innegabile potere erotico”, afferma Fennell. “Tale potenza si basa interamente sulla minaccia della violenza – non solo una violenza letterale, ma un completo e caotico rovesciamento dello status quo”.

Durante una festa karaoke a tarda notte, Oliver si convince a cantare un brano dei Pet Shop Boys, solo per rendersi conto che è stato pensato per prendersi gioco di lui. “È una delle canzoni più romantiche mai scritte”, dice Fennell del brano, raccontato dalla prospettiva di un mantenuto. “Il ritornello è: Ti amo, tu mi paghi l’affitto. C’è una certa semplicità in questa transazione. Si potrebbe dire che è fredda e cinica. Ma la verità di fondo è qualcosa che tutti cerchiamo”.

Le foto di Dafydd Jones sono allo stesso tempo sordide e idilliache e immortalano la vita studentesca a Oxford negli anni Ottanta, un riferimento perfetto per la satira sociale di Fennell del 2007. “Il bello di Oxford, Cambridge e dell’aristocrazia è che… si sceglie il proprio secolo, giusto?”, dice Fennell. “Dafydd coglie quei momenti di autentica euforia, ricchezza e giovinezza”.

Traduzione di Pietro Cecioni