Zelig, quanto è diventato difficile far ridere in tv

234 puntate e sentirle tutte. Che non ci siano più i comici di una volta non è solo malinconica retorica ma triste realtà. E anche i telespettatori parrebbero essersene accorti

Esattamente 20 anni fa Zelig approdava su Canale5, visto lo straordinario successo ottenuto su Italia1, sbancando l’Auditel. Vinto il Telegatto come “miglior programma dell’anno”, Zelig faceva numeri da capogiro, con picchi di share al 33% nel 2010 e oltre 7 milioni di telespettatori. Ogni puntata era un appuntamento fisso, ogni monologo una festa di ilarità. Erano gli anni in cui sbocciavano comici come Ficarra e Picone, Ale e Franz, Max Pisu, Sergio Sgrilli, Fabrizio Fontana, Gabriele Cirilli, Annamaria Barbera, Flavio Oreglio, Natalino Balasso, Beppe Braida, Katia Follesa e Valeria Graci, Geppi Cucciari, i Fichi d’India, Marco Marzocca, Giovanni Vernia, Marco Della Noce e ovviamente lui, Checco Zalone, poi diventato recordman del box office cinematografico nazionale.

Re Bisio e sua Maestà Incontrada

Claudio Bisio era il reuccio della comicità Italiana, affiancato prima da Ellen Hidding, poi da Michelle Hunziker e infine da Vanessa Incontrada, con la quale ha ininterrottamente ‘occupato’ il Teatro degli Arcimboldi di Milano dal 2004 al 2010, per poi ritrovarlo dal 2021 ad oggi. Perché dopo la fallimentare edizione ‘evento’ del 2016 condotta da Christian De Sica, Zelig sembrava giustamente andato incontro ad un meritato pensionamento. D’altronde come giustificare un 14,52% di share in prima serata? Nel 2021, invece, Canale 5 ha riesumato il laboratorio comico affidandolo nuovamente proprio a Claudio e a Vanessa, dal nulla chiamati a replicare una liturgia sempre più sbiadita del clamoroso successo che fu.

La copia sbiadita

Perché la qualità comica di oggi, checché se ne dica, non tiene il passo con la comicità di fine anni ’90 inizio anni ‘2000. Per mille motivazioni, che possono andare da una più flebile lettura socio-antropologica al cosiddetto ‘politicamente corretto’, passando per la pura e semplice assenza di talento. L’impressione è che a divertirsi come matti siano solo Bisio e Incontrada, straordinaria coppia televisiva che ride a crepapelle ogni due per tre, facendo leva l’uno sull’altra perculandosi continuamente a vicenda, mentre personaggi più o meno comici si alternano sul palco nel corso di 150 infiniti minuti a puntata.

Già il fatto che il quantomai banale Max Angioni, esploso grazie a Italia’s Got Talent, uscito rapidamente e nell’indifferenza generale dalla seconda stagione di LOL, promosso a conduttore di Le Iene e improvvisamente diventato testimonial di Mediaset Infinity, possa considerarsi il ‘frontman’ dei nuovi comici di Zelig la dice tutta sulla qualità media di una scuderia che fatica enormemente a spiccare in originalità, profondità e genialità.

Comici come la donna delle chat Federica Ferrero, i Panpers, il social media manager Vincenzo Albano, il “chitarrista” Francesco Migliazza (22 anni, c’è del potenziale), la nuova non coppia Marta e Gianluca, il depresso Omar Pirovano, Vincenzo Comunale, Corinna Grandi, l’evitabile mentalista Andrea Paris, il 23enne Davide Calgaro, Senso D’Oppio, Donato Speracenere, l’insostenibile circense Eddy Mirabella, il dietologo Sereno, il bravo Antonio Ornano, l’esuberante e ripetitiva Ippolita Baldini e Michele Cosentino, passano quasi tutti via rapidamente lasciando dietro di sé poche tracce ma soprattutto poche oneste e rumorose risate.

Quanto è difficile far ridere in tv

D’altronde negli ultimi anni quanti programmi comici abbiamo visto sgomitare sulla tv generalista, senza mai riuscire a sfornare veri talenti? Dall’archiviato Colorado ai più recenti Pour Parler e Fake Show, passando per il disastroso Non stop now, il Data Comedy Show, Zero, Battute?, On Stage, Honolulu, Only Fun – Comico Show, senza chiaramente dimenticare i tantissimi spin-off dello stesso Zelig, vedi Off, Time, Covid Edition e C-Lab. Tra i tanti, troppi, gli unici ad aver funzionato sono stati Made in Sud, seguitissimo nel centrosud, e Una pezza di Landini, vero capolavoro di surrealtà comica capace di andare oltre i limitati numeri Auditel regalando autentiche perle di strepitosa demanzialità, lanciando nell’olimpo quel fenomeno più unico che raro di Emanuela Fanelli, pochi mesi or sono David di Donatello come migliore attrice non protagonista per Siccità e attualmente co-protagonista di C’è ancora Domani al fianco di Paola Cortellesi. In pochi anni almeno un centinaio di comici hanno provato a farsi faticosamente strada sul piccolo schermo, tra un programma presto cancellato e l’altro, senza mai fare breccia, trovare conferma, diventare un nome, un personaggio, come puntualmente capitava negli anni ’90 e nei primi anni ‘2000, quando personaggi come Giorgio Panariello, Aldo, Giovanni e Giacomo, il Mago Forrest e la stessa Cortellesi, solo a volerne nominare alcuni, brillavano ad ogni apparizione e ad ogni maschera indossata.

Tra Zelig e Gialappa’s Band

Gino e Michele, ‘padri’ di Zelig, hanno spesso avuto infallibile fiuto nei confronti del meglio comico su piazza, ma ad oggi quel meglio non riesce proprio ad emergere. Perché un conto è intrattenere su TikTok e Instagram, con brevi sketch da poche decine di secondi, e un altro è tenere un palco per una dozzina di minuti. La durata fiume di Zelig, che chiude addirittura dopo la mezzanotte e mezza, certamente non aiuta, perché resistere a tre ore di comici o pseudo tali è impresa ardua.

La Gialappa’s Band, in tal senso, parrebbe lavorare meglio tra passato e presente, come visto con il parodistico Gialappa’s Show su Tv8, mentre Bisio e Incontrada si ritrovano a dover interagire con uno stuolo di volti che il più delle volte non ha mordente, carisma, inventiva. L’inevitabile confronto con il passato è puntuale e troppo spesso perdente, con i due conduttori veri eroi di puntate infinite che li vedono onnipresenti sul palco, commoventi spalle al cospetto di personaggi che 20 anni fa difficilmente sarebbero riusciti a conquistare l’Arciboldi. Anche per questo motivo riemergono ogni tanto nomi datati come Dado, Maurizio Lastrico, Enrico Bertolino, Leonardo Manero, la mitologica Sconsolata, Simone Barbato e Andrea Pucci, ma come può il telespettatore medio resistere per tre ore senza cambiare canale? E infatti ha iniziato a farlo.

Il tracollo Auditel

Il ‘nuovo’ Zelig risorto nel 2021 dopo 5 anni d’assenza era ripartito da una media di 3.628.000 telespettatori, con il 20,29% di share. Già l’anno scorso si era assistito ad un netto calo, con una media stagionale di 2.651.000 telespettatori, pari al 19,90% di share. La prima puntata della 3a stagione andata in onda il 23 novembre 2023 ha sorpreso un po’ tutti, con 2.865.000 telespettatori e uno share del 18.2%. D’altronde l’effetto “novità”/nostalgia lascia spesso il segno, soprattutto al debutto, ma già con la seconda puntata del 30 novembre il crollo è stato clamoroso, pari a 2.297.000 spettatori e ad uno share del 14.9%. Con la 3a e ultima puntata del 7 dicembre risalita al 17.4% con 2.560.000 telespettatori, grazie anche a Rai1 che dopo la Prima della Scala è precipitato al 4.7% di share con Alessandro Siani e Il Principe Abusivo, iniziato alle 22:30. Media finale di stagione per Zelig a quota 2.574.000 telespettatori, con un 16,85% di share. Storico picco negativo di teste e peggior share di sempre dopo il triennio 2014/2016. Il 14 dicembre andrà in onda su Canale 5 un “best of” di questa edizione, Zelig – Svisti e mai visti. “Forse torneremo a maggio”, ha rivelato Bisio giovedì sera salutando i presenti. Facciamo anche no?

Il programma della settimana è stato il Don Carlo, Prima della Scala su Rai1