Un secolo prima di Killers of the Flower Moon, quel film perduto sugli omicidi degli Osage

Uscito nel 1926, Tragedies of the Osage Hills, il titolo "più sensazionale dell'epoca", raccontava gli stessi fatti al centro del nuovo film di Martin Scorsese. Il suo sfuggente e scandaloso regista - il primo cineasta nativo americano di Hollywood - ha trascorso gran parte della sua vita a nascondere la propria identità

Tragedies of the Osage Hills, definito “il film più sensazionale dell’epoca”, fu proiettato per la prima volta l’11 maggio 1926 all’American Theatre nel centro di Cushing, Oklahoma. Prodotto dal regista nativo americano James Young Deer e dal suo socio, il proprietario di un albergo dell’Oklahoma, Frank L. Thompson, il film fu descritto come un dramma sul regno del terrore vissuto dagli Osage, intrecciato con una “tenera storia d’amore”.

La storia degli omicidi Osage è ora il soggetto del nuovo film di Martin Scorsese, Killers of the Flower Moon, basato sul best-seller del 2017 di David Grann Gli assassini della Terra Rossa. Killers of the Flower Moon (edito in Italia da Corbaccio e tradotto da Francesco Zago).

Ma la versione di Young Deer delle tragedie Osage ha debuttato solo quattro mesi dopo l’arresto, nel gennaio del 1926, di William King Hale, Ernest Burkhart e John Ramsey – interpretati rispettivamente da Robert De Niro, Leonardo DiCaprio e Tay Mitchell nel film di Scorsese – per gli orribili omicidi di diverse decine di Osage per i loro diritti sul petrolio.

Leonardo Di Caprio e Lily Gladstone nella prima immagine di Killers of the Flower Moon

Leonardo Di Caprio e Lily Gladstone nella prima immagine di Killers of the Flower Moon

Young Deer e la sua versione del massacro degli Osage

Young Deer, vicepresidente e direttore generale della Thompson Moving Picture Corporation di Cushing, girò oltre 2 km di pellicola (circa 80 minuti) e coinvolse centinaia di nativi americani nella sua produzione. Tragedies of the Osage Hills vantava un cast stellare che comprendeva la moglie di Young Deer, Lillian A. King, che interpretava Little Princess Prairie Flower, e Toodles, il più giovane attore del film.

Secondo il Cushing Daily Citizen, il film si chiudeva con una scena che mostrava l’amicizia tra nativi americani e bianchi sotto la bandiera americana.

Il thriller drammatico di Young Deer, con la sua sottotrama romantica e la sua conclusione da fiaba, era in netto contrasto con la storia reale. Anni di sfruttamento, sparatorie, avvelenamenti ed esplosioni avevano scosso la comunità e l’avevano lasciata intrisa di sangue.

Ciononostante, i giornali locali si vantarono che il suo film era “basato su fatti reali legati agli atroci omicidi commessi nella nazione Osage” e consigliarono a tutti i cittadini dell’Oklahoma di vederlo.

La grande affluenza di pubblico spinse a proiettare il film anche nei cinema delle piccole città dell’Oklahoma. Uno di questi, situato a Edmond, sfruttò i tragici eventi presentando tre delle star del film in persona, insieme a statue di cera degli assassini arrestati, Hale e Ramsey.

Ma Tragedies of the Osage Hills dovette affrontare una tragedia tutta sua. Nel settembre 1926, Young Deer citò in giudizio il suo socio Thompson per essersi impossessato delle cinque copie del film e averne rubato i profitti. Quattro mesi dopo, Thompson morì e tutte le copie scomparvero.

Una carriera ricca

Il film sembra essere uno degli ultimi del talentuoso ma sfuggente regista, la cui prospera carriera hollywoodiana si è poi sgretolata tra inganni e scandali.

Come uno dei registi pionieri di Hollywood, le credenziali di Young Deer erano impressionanti. Fu direttore generale del Pathé Frères West Coast Studio dal 1911 al 1914 e supervisionò la produzione di oltre 150 film western muti. La Pathé, con sede in Francia, era la più grande casa di produzione del mondo e aveva uno studio americano nella zona di Los Angeles, a Edendale, lungo Allesandro Street (oggi Glendale Blvd). Edendale, vicino a Echo Park, fu la prima grande area di produzione cinematografica della California meridionale.

Young Deer godeva di un’enorme libertà artistica. Alla Pathé, poté esercitare un notevole controllo sulle rappresentazioni dei nativi americani dello studio e fu fortunato ad essere attivo durante i primi anni di Hollywood, soprattutto tra il 1910 e il 1912, quando i personaggi nativi americani simpatici erano soggetti popolari.

A quel tempo, gli Studios cinematografici producevano circa 12-15 film al mese da uno o due rulli a tema nativi. Queste storie erano versatili e non avevano uno schema tematico coerente. Molte mostravano lo stereotipo del “guerriero selvaggio” che ostacolava l’espansione verso ovest, mentre altre rappresentavano un forte atto d’accusa contro l’invasione dei bianchi nei confronti dei nativi americani.

Young Deer: il primo regista nativo americano di Hollywood

Young Deer ha avuto l’onore di essere il primo regista nativo americano di Hollywood. Era sposato con Lilian St. Cyr, della tribù Winnebago del Nebraska. Conosciuta come ” Princess Red Wing”, era famosa soprattutto per il suo ruolo nel classico The Squaw Man del 1914, il primo lungometraggio realizzato a Hollywood e diretto da Oscar C. Apfel e Cecil B. DeMille. Red Wing si era diplomata alla Carlisle Indian Industrial School in Pennsylvania, il primo collegio per nativi americani fuori dalle riserve. Anche Young Deer si vantava di essere un Winnebago purosangue e sosteneva di aver frequentato anche lui la Carlisle.

Ma non era vero. Young Deer era invece originario della piccola comunità trirazziale medio-atlantica di bianchi, afroamericani e nativi americani nota come “Mori del Delaware”, che comprende la tribù Nanticoke, riconosciuta dallo Stato. Il suo vero nome era James Young Johnson, nato a Washington il 1° aprile 1878 da George Durham Johnson e Emma Margaret Young.

James non aveva certo l’aspetto di un idolo del cinema. I registri militari rivelano che era alto 1 m e 62 cm, aveva capelli e occhi castani e denti inferiori “difettosi”. Desiderava l’avventura e nel 1898 si arruolò nella Marina degli Stati Uniti per iniziare il suo servizio durante la guerra ispano-americana.

Ma la sua ascendenza mista bianca, nera e nativa americana significava che, in quanto “persona di colore”, poteva prestare servizio solo come “marinaio di terra” o addetto alla mensa, che cucinava i pasti per la compagnia della nave. Gli ufficiali al comando si lamentarono della sua insolenza e lo mandarono in isolamento a pane e acqua (la Marina ribaltò poi la sentenza). Disgustato, James giurò che non si sarebbe mai più arruolato in Marina.

Una filmografia di western

L’esperienza fu un campanello d’allarme e James si liberò subito delle sue radici afroamericane. “Diventare indiano” avrebbe potuto aprire la porta ad altre opportunità, soprattutto in un’epoca di romanzetti e spettacoli sul selvaggio West. Con la pelle scura, una parrucca intrecciata, un copricapo da guerra con le piume e un cognome come Yong Deer, poteva facilmente passare per un “indiano delle pianure” e intrattenere il pubblico con storie emozionanti del vecchio West.

Young Deer e sua moglie Red Wing abbagliarono il pubblico esibendosi in spettacoli teatrali all’enorme Hippodrome Theatre di New York. Nell’estate del 1909, D.W. Griffith della Biograph Company ingaggiò la coppia come attori e consulenti tecnici per due dei suoi film a tema western, The Mended Lute e The Indian Runner’s Romance.

La coppia apparve anche nei cortometraggi di Fred J. Balshofer, interpretando personaggi che portavano il loro nome. Nel novembre 1909, Young Deer e Red Wing viaggiarono con Balshofer e la sua piccola compagnia Bison dal New Jersey alla soleggiata Los Angeles.

Young Deer ebbe la sua grande occasione da regista quando tornò nel New Jersey nella primavera del 1910 per lavorare alla Pathé Frères. Come regista ambizioso e desideroso di farsi un nome, creò la sua versione dei film a tema western. Le sue capacità di regista sbocciarono sotto la guida del pioniere del cinema francese Louis J. Gasnier, che supervisionò le produzioni quando Pathé decise di rafforzare il mercato americano.

Lily Gladstone e Leonardo Di Caprio in una scena di Killers of the flower moon di Martin Scorsese

Lily Gladstone e Leonardo Di Caprio in una scena di Killers of the flower moon

White Fawn’s Devotion, la prima regia di Young Deer

White Fawn’s Devotion: A Play Acted by a Tribe of Red Indians in America, la prima prova da regista di Young Deer, fu distribuita da Pathé nel giugno 1910. Il regista in erba decise di inserire alcuni elementi farseschi nella commedia di Broadway del 1905 di Edwin Milton Royle, The Squaw Man. Invece della tragica storia di Royle sul suicidio di una donna nativa quando il marito bianco la abbandona, White Fawn’s Devotion mostra che la donna finge la morte e poi riappare per salvare il marito dalla vendetta della tribù.

Mesi dopo, Pathé inviò il suo promettente regista a Edendale per dirigere il suo West Coast Studio. Grazie a Young Deer, i western di Pathé, precedentemente etichettati come irrealistici e imprecisi, ricevettero gradualmente recensioni più favorevoli sotto la sua guida come produttore.

In qualità di direttore generale di Pathé, Young Deer si crogiolò nella sua ritrovata statura sociale. Il regista che un tempo serviva i pasti agli ufficiali della Marina ora possedeva una lussuosa Thomas Racer da 60 cavalli e partecipava a cene con personaggi in vista di Los Angeles.

Ma nel maggio del 1913, la sua prolifica carriera subì una brusca battuta d’arresto. Young Deer si trovò improvvisamente al centro di quello che sarebbe diventato il primo grande scandalo sessuale di Hollywood, otto anni prima della vicenda di Roscoe “Fatty” Arbuckle. I problemi iniziarono quando un giornale locale della Hearst annunciò che Evelyn Quick – in seguito conosciuta come l’attrice Jewel Carmen – sosteneva che Young Deer l’aveva presentata a due co-cospiratori di un giro di traffico sessuale che costringeva giovani donne a prostituirsi.

Il leader milionario di questo traffico e importante cittadino di Long Beach, George H. Bixby, era stato incriminato da un gran giurì di Los Angeles per aver “contribuito alla delinquenza” di molte giovani donne. Mesi di testimonianze sfociarono in un clamoroso processo per corruzione, prostituzione e ricatto.

Le accuse e gli scandali

Bixby riuscì a sfuggire alla condanna, ma sei mesi dopo una giovane donna si fece avanti con un’altra accusa, secondo la quale Young Deer avrebbe preso del denaro “con la falsa promessa di darle un lavoro”. Poi, il Los Angeles Times riportò che una ragazza di 15 anni aveva accusato il regista di stupro di minore. Young Deer pagò la cauzione di 1.500 dollari e fuggì in Inghilterra. In seguito, promise al giudice Fred H. Taft che sarebbe tornato per affrontare il processo.

Fortunatamente per Young Deer, il giudice di Santa Monica era solidale con il suo retaggio. “Quando un indiano dà la sua parola, la mantiene”, dichiarò Taft.

Young Deer trovò lavoro come regista e sceneggiatore nel sonnolento sobborgo londinese di East Finchley presso la British Colonial and Kinematograph Company, dove barattò subito la sua abilità con i western per i thriller urbani a due bobine.

Due anni dopo, le sue accusatrici lasciarono Los Angeles e la causa contro di lui non ebbe seguito.

Young Deer tornò a Hollywood, ma la sua redditizia carriera cinematografica svanì. Pathé vendette i suoi Studios americani e si dedicò alla distribuzione, mentre i lungometraggi iniziano a sostituire i suoi brevi e stravaganti film.

Una scena di Killers of the Flower Moon

Una scena di Killers of the Flower Moon

Il progetto Watuska e il declino

Il suo matrimonio con Red Wing andò in frantumi, anche se i documenti di famiglia di lei rivelano che la coppia non divorziò mai. Tuttavia, nel 1920, sposò Lillian A. King, nipote di un capo Creek dell’Oklahoma, e cambiò il suo nome in James Y. Deer e il suo luogo di nascita nell’Oklahoma. Con la sua Youngdeer Film Corporation, progettò di produrre Watuska con King come protagonista. Ma gli assistenti di Young Deer fecero causa a lui e alla moglie per mancato pagamento e per aver venduto certificati azionari senza autorizzazione. Il tribunale emise una sentenza di 2.000 dollari contro la sua società.

Il regista e sua moglie chiusero il progetto Watuska e fuggirono da Los Angeles. Salparono da Montreal per Glasgow, dove Young Deer assunse una veste anglosassone e con il nuovo nome di Edward R. Gordon realizzò diversi film non western in Inghilterra. Nel 1924, la coppia si recò in Oklahoma e aprì la Arrowhead Film Company a Pawhuska, sede del governo tribale della nazione Osage. Anche in questo caso, il regista assunse l’identità di un nativo americano e si ribattezzò James Gordon Youngdeer.

Il suo film successivo, The Unknown Man, fu presentato in anteprima a Pawhuska nel 1925 davanti a un pubblico entusiasta. Il film raccontava di un avvocato disonesto deciso a rubare un prezioso contratto petrolifero alla figlia di un ricco uomo del Sud e vedeva ancora una volta la partecipazione di sua moglie e del capo Bacon Rind degli Osage. Anche The Unknown Man è diventato un film perduto.

In seguito agli strascichi legali di Tragedies of the Osage Hills, Young Deer passò da un progetto all’altro. Aprì temporaneamente una scuola di recitazione a San Francisco, poi scappò in Arizona per sposarsi di nuovo. La sua terza moglie morì tragicamente di cancro nel 1937.

Con pochi soldi e una carriera in declino, Young Deer si ritirò a New York e morì di cancro allo stomaco al Bellevue Hospital il 6 aprile 1946. L’ex-produttore del Pathé’s West Coast Studio fu sepolto senza far chiasso nel Long Island National Cemetery con il nome di James Young Johnson, un veterano della guerra ispano-americana. Il suo contributo a Hollywood è stato per lo più dimenticato fino al 2008, quando la Biblioteca del Congresso ha inserito White Fawn’s Devotion, uno dei pochi film di Young Deer sopravvissuti, nel suo National Film Registry.

Ma Tragedies of the Osage Hills è diventato uno delle migliaia di film muti girati su pellicola in nitrato che non sono sopravvissuti. Come la maggior parte dei film di Young Deer, rimane oggi perduto e sconosciuto agli appassionati di cinema.

Traduzione di Nadia Cazzaniga