Pugno e Martello. Gli effettisti visivi della Marvel votano “si” all’unanimità per il sindacato

La International Alliance of Theatrical Stage Employees (IATSE) rappresenterà i lavoratori. In programma anche la creazione di una sezione nazionale dedicata agli addetti ai VFX

È ufficiale: con un voto unanime, i professionisti degli effetti visivi dei Marvel Studios hanno votato per unirsi allo IATSE (International Alliance of Theatrical Stage Employees). Le elezioni si sono tenute presso l’agenzia governativa per il lavoro National Labor Relations Board (NLRB). Si tratta della prima volta che un gruppo di lavoratori che si occupa esclusivamente di effetti visivi entra a far parte del sindacato che rappresenta i tecnici e gli artigiani dell’industria dell’intrattenimento.

Le votazioni si sono chiuse dopo che l’IATSE e la Disney/Marvel hanno raggiunto un accordo, stipulato il mese scorso. Secondo l’annuncio del sindacato, c’è stata “grande affluenza” da parte dei circa 50 dipendenti Marvel, che lavorano come coordinatori VFX e addetti alla gestione dei dati. Il risultato era prevedibile, dato che una stragrande maggioranza di questi lavoratori aveva già firmato carte di autorizzazione che indicavano la volontà di essere rappresentati dal sindacato. Il prossimo passo sarà quello di avviare trattative collettive con lo studio per la stesura di un contratto. Al momento, non è ancora stata fissata una data per queste trattative.

Circa 18 dipendenti che lavorano nel settore VFX della Walt Disney Pictures voteranno anch’essi per entrare a far parte del sindacato; le consultazioni sono iniziate venerdì 8 settembre e dureranno fino al 2 ottobre. In entrambi i casi, si tratta di persone assunte direttamente dallo studio. Non sono comprese quindi le migliaia di artisti che lavorano ai film Marvel e Disney attraverso società terze.

Un sindacato Marvel

Con queste elezioni, lo IATSE intende formare un nuovo e vasto ramo sindacale (local) nazionale per i VFX che spera di lanciare entro la fine dell’anno. Mark Patch, organizzatore del sindacato, afferma che l’obiettivo sarebbe quello di far lavorare i propri membri con contratto Basic Agreement, già utilizzato dai lavoratori del settore dell’intrattenimento in 13 sindacati, tra cui l’International Cinematographers Guild (Local 600), il Motion Picture Editors Guild (Local 700) e l’Art Directors Guild (Local 800). L’attuale accordo di base scade nel 2024 e le trattative per un nuovo contratto dovrebbero iniziare il prossimo marzo.

“Oggi i lavoratori VFX dei Marvel Studios hanno parlato all’unanimità e collettivamente, chiedendo una retribuzione equa per le ore di lavoro, l’assistenza sanitaria, un ambiente di lavoro sicuro e sostenibile e il rispetto per il lavoro che svolgono”, ha dichiarato Patch. E continua: “Non potrebbe esserci testimonianza più chiara della necessità di continuare il nostro lavoro e di portare le tutele e gli standard sindacali a tutti i lavoratori di effetti visivi dell’industria. Né ci potrebbe essere esempio più lampante del coraggio e della solidarietà di questi lavoratori se non quello che ognuno di loro dichiara: ‘Sì al sindacato!'”. 

La comunità chiede sindacalizzazione

Il voto della Marvel si colloca in un periodo tumultuoso per il settore. A marzo, la Marvel ha licenziato Victoria Alonso, che si occupava dei VFX presso la casa delle idee, anche se si è detto che l’allontanamento è avvenuto per questioni non legate a questi compiti. La Marvel è inoltre stata citata dai media quando alcuni professionisti degli effetti visivi si sono lamentati anonimamente delle insostenibili condizioni di lavoro, che comprendono orari prolungati e settimane lavorative di sette giorni.

Queste preoccupazioni, così come gli straordinari non pagati, i crediti, i salari e benefit pensionistici, sono tra i problemi principali identificati dai lavoratori VFX che vorrebbero vedere un cambiamento.

Una decina di anni fa, dopo aver terminato il lavoro sul film vincitore del premio Oscar Vita di Pi, l’azienda Rhythm & Hues è fallita, scatenando il dibattito da parte dell’industria che ha esplorato attivamente la possibilità di creare un sindacato, spingendo verso un cambiamento dell’attuale modello di business, considerato dalla comunità come disfunzionale.

Traduzione di Pietro Cecioni