Isabella Rossellini ha un forte legame con la storia della maison fiorentina Pucci. Fu proprio lei a interpretare nel 1990 in un servizio fotografico l’iconica stampa Vivara ideata nel 1965 da Emilio Pucci e che porta il nome dell’isola nel golfo di Napoli a cui si ispira. Già l’apertura della sua prima boutique a Capri nel 1950 fu una dichiarazione d’amore per il rinomato arcipelago che si affaccia sul mar Tirreno, ma è proprio quella mezzaluna di terra che gli rapì il cuore, scoprendola dall’alto mentre pilotava il suo aereosilurante, durante la Seconda Guerra Mondiale sorvolando sulle isole Flegree.
Al termine del conflitto provò a riprodurre proprio quella veduta aerea dell’isola di Vivara stampandola su dei tessuti. Quelle stampe divennero subito il marchio di fabbrica dello stile Pucci nel mondo, grazie alle numerose celebrità dell’epoca che passavano dalla sua boutique a Capri. Da Marilyn Monroe a Jacqueline Kennedy, Vivara conquistava le estati delle star.
Ed è proprio quella stampa che Isabella Rossellini ha indossato per chiudere la sfilata del brand di Lvmh, nel Museo Nazionale Romano di Palazzo Altemps a Roma. La storica dimora a pochi passi da piazza Navona ha ospitato il secondo show dell’artistic director Camille Miceli e intitolato Very Vivara, come omaggio all’heritage lasciato in dote dal marchese Emilio Pucci di Barsento, stilista e aviatore pluridecorato con tre medaglie d’argento al valor militare.
“Sono contentissima di essere qui. Ho fatto quelle foto per Emilio Pucci per la copertina di Vogue 34 anni fa. Il fotografo era Steven Meisel. Questa sera sono tornata in passerella con lo stesso motivo disegnato allora dal grande stilista perché sono cose che non hanno tempo. Quando ero bambina le donne che volevano affermare la loro modernità vestivano Pucci. Mamma lo amava molto, era felice quando indossava le sue creazioni. Non solo erano capi raffinati ma anche comodi, li potevi indossare dalla mattina alla sera e in qualsiasi occasione. Una enorme libertà”, ci racconta raggiante la figlia di Roberto Rossellini e Ingrid Bergman.
Ad aprire la sfilata la top model Christy Turlington, vestita con un caftano nero decorato sul collo dalla stampa bersaglio. Motivo che si alterna ai print cigni, chiave, marmo e pesci che rivestono i bomber, gli abiti foulard, le gonne e i top asimmetrici o i pantaloni palazzo. Accenti rock sono dati dalle frange di pelle borchiata e dai dettagli catena.
A seguire Eva Herzigova, Angelina Kendall e Mariacarla Boscono. Nel front row numerose star del cinema: Claudia Gerini, Anna Valle, Alessandra Mastronardo, Rocco Fasano, Riccardo Scamarcio, Emma Marrone e la supemodel Marpessa.
Le stampe storiche di Pucci ritornano così in questa nuova collezione creata da Camille Miceli che sprigiona fierezza, modernità e sensualità. Da uno stile urban chic fino ai look per il giorno e per le notti estive, i codici classici sono rivoluzionati e ripensati al fine di enfatizzare il dinamismo creativo del fondatore della griffe in un evento che ha visto celebrare nella capitale italiana moda e arte. THR Roma ha parlato con la stilista.
Perché ha scelto Roma?
Per una cosa un po’ personale, mio padre era romano, la frequento sin da bambina. Poi perché è stupenda e anche perché abbiamo un bellissimo negozio in Piazza di Spagna, che non è male. Roma è la città per sfuggire dallo stress, dalla noia e dalla malinconia parigina.
Cosa le piace di questa città?
La gioia di vivere, la spensieratezza, la gente qui non si agita, sembra che tutto vada sempre bene, che non hai da preoccuparti di tante cose. La bellezza ovviamente, una città che scopri ogni volta, come Palazzo Altemps. Non ci ero mai stata e che ho scoperto grazie ad un carissimo amico romano, Filippo Del Drago, che mi ha detto vai a vedere questo meraviglioso palazzo che nemmeno i romani conoscono bene.
Perché Isabella Rossellini?
Perché tutto è partito dal quel servizio fotografico dove Isabella Rossellini era vestita con le stampe Vivara. Lei è una attrice meravigliosa ed è stata una modella che ha già interpretato magnificamente lo stile di Pucci nel mondo.
Come ha fatto a ricreare le stampe?
La stampa è la stessa, non ho cambiato niente. Pucci era il genio della stampa. Il disegno originale di Emilio è talmente bello che lo abbiamo lasciato così come lui l’ha pensato e creato. Nella collezione c’è una stampa che si chiama Cigno, in cui ci sono due cigni e c’è il sotto che era un sole, noi per esempio l’abbiamo solo separato, abbiamo fatto una gonna con il sole e la giacca sopra con i cigni piazzati su un fondo nero.
Quanto c’è di italiano nelle sue creazioni?
Difficile da spiegare. Forse il senso del colore mi viene dalla parte italiana, perché l’Italia è colorata, secondo me è più colorata della Francia.
A chi deve la passione per la moda?
Alla mia famiglia. Avevo un papà fotografo. Pensi che i primi giorni che sono arrivata da Pucci ho visto una collezione di vecchi Vogue, e c’era un Vogue France del 1972 con in copertina Marilyn Monroe. Lo sfoglio e vedo una foto di valigie di Gucci firmata da Stefano Miceli, mio padre. Poi anche da mia mamma che era una redattrice di moda. Lavorava per alcuni giornali italiani. Infine ho avuto la chance di avere Azzedine Alaïa come mentore, fu uno stage, la mia prima esperienza di lavoro. È stato molto bello.
Lei ha ricoperto vari ruoli in diversi settori nella moda. Quanto l’ha aiutata questa speciale gavetta?
Ho fatto di tutto, dalla comunicazione al casting proprio all’epoca delle supermodel, quando ho conosciuto Christy, Eva Herzigova e tutte le altre. Poi grazie a Marc Jacobs ho iniziato a disegnare dei gioielli e altro, fino ad arrivare fin qui. È come avere una dimensione 3D delle cose. La comunicazione oggi poi è talmente importante nel nostra settore.
La celebrity che ha vestito e che le ha dato maggior soddisfazione?
Senza ombra di dubbio: Beyoncé.
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