Giorgio Armani non è Donatella Versace. Non ama la politica. Non ama le polemiche. Non si sbilancia mai sulla attualità politica. Ama parlare solo di moda. Meglio se la sua. Donatella Versace invece prende spesso posizione. Memorabile l’anno scorso il suo intervento sul palco del Teatro alla Scala di Milano durante i Fashion Awards. Un duro attacco frontale alla Premier Meloni per le sue politiche discriminatorie nei confronti dei genitori dello stesso sesso che fece il giro del mondo.
Giorgio Armani invece, che pur dovrebbe essere toccato dall’argomento, qualche stagione fa fece sfilare sul finale 5 coppie composte solo da uomo e donna, coppie di innamorati, coppie unicamente eterosessuali, tradizionali. “È una scelta precisa volevo rivedere una coppia carina, seria“, confessò lo stilista a chi gli fece notare come lui stesso non avesse una situazione sentimentale tradizionale e che la società nel frattempo si stava, fortunatamente, evolvendo.
Oggi a margine della sua sfilata a chiusura della Milano Fashion Week ad un giornalista inglese che gli chiede un parere sul “governo di estrema destra attualmente in carica in Italia” Armani ha risposto che “La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha due elementi importanti in corpo abbastanza robusti, non ce li ha ma è come se li avesse. Sulla politica e le strategie che mette in atto il suo Governo non sono così competente, mi secca a volte vederla così piccolina e minuta in Europa in mezzo a tanti statuari ed eleganti signori, lei lì con la sua giacchettina, ma ha un bellissimo viso” ha concluso sorridendo lo stilista.
Una domanda decisamente politica che riceve l’ennesima risposta estetica. Armani per dire che la Premier italiana ha coraggio usa la metafora degli attributi maschili, che farà storcere sicuramente il naso alle femministe. Per dire che non ama come si veste usa parole del tipo “piccolina con la giacchettina ma ha un bellissimo viso”, che sa di quel “tanto caruccia” usato spesso per toglierci dall’imbarazzo di dire realmente quello che pensiamo.
Del resto da Armani non ti aspetti una presa di posizione che esca fuori dal suo seminato. La sua moda è sempre stata equidistante. Resiste nel tempo ad ogni cambio di stagione o di colore, anche politico. Destra, sinistra, centro, tutto va bene purché esteticamente ed elegantemente conforme alla sua idea di società. Nessuna sbavatura ammessa. Mai un accenno ai diritti civili, alle politiche di immigrazioni, ai manganelli usati contro gli studenti che chiedono la pace. Ad Armani bisogna chiedere solo della sua moda e delle sue recenti creazioni a cui è stato dato il titolo di “Fiori d’inverno”.
“I fiori di inverno non ci sono, li ho inventati io!” scherza Re Giorgio riferendosi alla collezione del prossimo inverno, che si muove tra velluti neri e petali colorati destinati ad ospiti come Cate Blanchett seduta in prima fila. “Quando creo la mia moda penso sempre a donne che si possono incontrare ovunque e non fra eccitazioni intellettuali e sessuali. Penso a donne coerenti con il loro volto. All’inizio c’erano i giovani di Carnaby Street e quella moda non mi piaceva, così ho scelto di andare avanti e mettere agli uomini e alle donne le mie giacche. Un po’ come quello che faccio ora. Sono stufo di vedere una matta che gira in mutande in via Montenapoleone a Milano!” continua lo stilista che sulla scelta simbolica dei fiori precisa “ricordano o preannunciano comunque una stagione migliore”.
Una speranza nutrita dall’amore per la moda e quello per la natura che “mi ha sempre appoggiato nelle mie scelte, è qualcosa che si trasforma in tessuto, colore, atteggiamento, suggerisce un’atmosfera, la natura è dove viviamo e vogliamo continuare a viverla senza esasperazioni che – è il suo credo – non sono assolutamente necessari”. Nessuna deviazione dalle tradizioni e dalle convenzioni sociali per lo stilista più conservatore del fashion business, nel bene e nel male.
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