L'horror firmato da Radio Silence resta sotto le previsioni. Continua, invece, la corsa di Dune - Parte seconda e Kung Fu Panda 4. Guy Ritchie torna sul grande schermo con Henry Cavill. E si aspetta Guadagnino
La grafica di marketing mostra epiche scene di battaglia. C'è solo un problema: nessuna di queste appare nel film. "Non capisco questa campagna", scrivono gli utenti sui social media, "così abbiamo voluto ricreare il realismo distopico", risponde la casa di produzione. E la discussione si apre sull'utilizzo creativo dell'IA
Lee, interpretata da Kirsten Dunst, dà gli strumenti alla Jessie di Cailee Spaeny per diventare una brava fotografa di guerra, unico appiglio di verità mentre gli Usa precipitano nell'abisso. Un passaggio di testimone che si riverbera per tutto il film di Alex Garland. E che fa eco anche alla vita vera (o meglio, al biopic Priscilla di Sofia Coppola)
L'attrice originaria del Missouri parla del film-evento di Alex Garland che immagina una guerra civile negli Usa, racconta della sua esperienza in Priscilla, del suo amore per Taylor Swift "molto prima che fosse di moda". E confida: "Farei qualsiasi cosa con Drew Goddard. Quindi, sì, facciamo girare la notizia che parteciperei volentieri a Matrix 5". L'intervista di THR
Il regista ha spiegato che gli stati sono uniti per il fine comune di abbattere un presidente fascista: "Se non riuscite a concepire questo, state dicendo che la vostra posizione politica polarizzata sarebbe più importante di un capo di stato tirannico. Il che, detto in questi termini, mi sembra una follia"
Nell'anno delle elezioni presidenziali, in un paese diviso come non mai, dall'identità condivisa sempre più vacillante e con Trump che arriva ad evocare un "bagno di sangue", la distopia del film di Alex Garland appare terrificantemente realistica: in pratica, è il 6 gennaio di Capitol Hill su scala nazionale. Ma non è solo un incubo Usa: la pellicola parla ad un mondo destabilizzato in modi che credevamo impossibili
Ci voleva un inglese per raccontare gli Stati Uniti. Uno sguardo esterno, acuto, lucido, feroce. La pellicola prodotta da A24 meriterebbe più visioni tanta è la potenza e la stratificazione del suo racconto costruito con maestria. Un'opera di grande cinema che parla di politica e della sua assenza, di giornalismo e della necessità di prendere una posizione