Civil War: perché California e Texas sono alleati nel film di Alex Garland?

Il regista ha spiegato che gli stati sono uniti per il fine comune di abbattere un presidente fascista: "Se non riuscite a concepire questo, state dicendo che la vostra posizione politica polarizzata sarebbe più importante di un capo di stato tirannico. Il che, detto in questi termini, mi sembra una follia"

Civil War, il film di A24 che segue una squadra di giornalisti in corsa verso Washington D.C. per documentare i combattimenti dei cittadini americani in tutto il paese e le forze ribelli che si abbattono sulla Casa Bianca, presenta sin dall’inizio una sorpresa. La California e il Texas, tipicamente opposti dal punto di vista politico, sono alleati nella guerra.

In occasione di una proiezione speciale tenutasi martedì 2 aprile a Los Angeles, lo sceneggiatore e regista Alex Garland ha spiegato la decisione “intenzionale” di unire i due paesi, affermando che “in parte si tratta di aggirare una sorta di posizione riflessiva e polarizzante in cui la gente potrebbe cadere, ma in realtà non è la cosa principale. Tutto riguarda il modo in cui il presidente viene presentato e ciò che se ne può dedurre”. Il presidente, interpretato da Nick Offerman, ha sciolto l’Fbi, ha usato attacchi aerei contro cittadini americani e si è affermato come leader per tre mandati.

“Significa che due Stati che hanno una posizione diversa hanno detto: ‘La nostra differenza politica è meno importante di questo'”, ha continuato Garland. “E allora la contropartita è che se non riuscite a concepire questo, state dicendo che la vostra posizione politica polarizzata sarebbe più importante di un presidente fascista. Il che, detto in questi termini, mi sembra una follia. È una posizione folle da sostenere. È una sorta di commento obliquo e credo che il film funzioni così in generale. Non spiega queste cose, ma non le evita nemmeno”.

Offerman ha aggiunto che la collaborazione tra i due Stati – che in Civil War formano le Forze Occidentali – “ha alcuni scopi, uno dei quali è quello di dire immediatamente: ‘Questo non dovrebbe rappresentare il mondo così com’è’. Ma penso che serva anche a spiegare il modo in cui il mondo funziona al giorno d’oggi, tutto è possibile e lo è rapidamente”.

Civil War: una storia tristemente plausibile

Garland ha scritto la storia per la prima volta nel 2020 e ha detto che pubblicarla in questo momento – circa sei mesi prima delle importanti elezioni del 2024 – “è davvero strano, dà una sensazione di déjà vu”.

“Penso che il film sia stato scritto non solo per questo paese, ma anche per lo strano stato in cui ci troviamo a causa della divisione, della polarizzazione e dell’estremismo, cose che derivano dal populismo”, ha aggiunto. “Nel momento in cui l’ho scritto, non credo di aver immaginato che ci sarebbero voluti quattro anni per arrivare a questo punto e che gli eventi sarebbero stati così simili”.

Kirsten Dunst, Wagner Moura, Stephen McKinley Henderson e Cailee Spaeny recitano in Civil War nei panni di giornalisti di guerra, e minimizzano ogni preoccupazione che il film possa incitare qualsiasi tipo di violenza o reazione politica nella vita reale. “È un film, è pensato per creare conversazioni e penso che permetta davvero al pubblico di decidere cosa vuole metterci dentro”, ha spiegato Dunst. “Non è in alcun modo partigiano. Penso piuttosto che sia un film contro la guerra”.

Moura ha aggiunto che spera che non ci sia violenza “perché il film non parla esattamente di questo. Non ha un credo politico, non si può dire che sia un film liberale o conservatore, è un progetto che dice che la polarizzazione – non dico che porterebbe a una guerra civile – ma può portare a conflitti sociali. Il che è un problema per le democrazie”.

L’assenza di riferimenti a fatti politici reali

Anche Offerman è intervenuto, sottolineando che dopo tutti i rumors online prima dell’uscita, “quando vedi il film ti viene da dire: ‘Oh merda. In realtà è un film super-intelligente e formidabile per il quale nessuno di noi può legittimamente arrabbiarsi, perché è solo una bellissima opera d’arte'”. L’attore ha inoltre sottolineato che durante le riprese non è mai stato fatto alcun paragone tra il suo personaggio e Donald Trump. “Non c’è alcun legame con fazioni o politici reali”, ed ha elogiato Garland proprio per non aver incluso punti reali nella storia fittizia.

“Sarebbe così facile realizzare questo film e metterci dentro alcuni Easter eggs (riferimenti impliciti, ndr), qualcosa di questo o quello, ma perderesti metà del tuo pubblico in un modo o nell’altro”, ha commentato Offerman. “Invece, questo è come un grande romanzo, spetta a tutti dire: ‘Oh, forse andare verso la guerra nel nostro paese non è la strada migliore. Forse dovremmo riconsiderare la direzione in cui stiamo andando'”.

Moura ha detto di aver fatto tesoro di questo concetto anche nella sua vita e, dopo aver girato il film, “ho iniziato a contattare le persone che la pensano in modo diverso dal punto di vista politico e ad ascoltarle, perché se credi nella democrazia – se non sei un pazzo razzista, omofobo, o una specie di pazzoide – sono davvero disposto ad ascoltarti e sono rimasto molto sorpreso nel vedere che c’è un sacco di terreno comune. Se le nostre differenze riguardano solo il modo in cui lo stato gestisce le cose, dovremmo sicuramente ascoltarci e parlarci ed evitare questo odio”.