Il multiverso della follia di Disney passa da Fortnite. E il mondo dei videogiochi torna al centro della scena

La casa di Topolino guidata da Bob Iger ha investito 1,5 miliardi di dollari in Epic Games: con questa mossa si avvicina al mondo virtuale stile Ready Player One e apre un ventaglio pressoché infinito di personaggi all'universo dei giochi

In una delle scene finali di Ready Player One, il film di Steven Spielberg tratto dal fortunato romanzo di Ernest Cline, i protagonisti – e i loro avatar personalizzati – si uniscono in una battaglia di proporzioni epiche. Nel grande esercito si distinguono chiaramente personaggi celebri della cultura pop: il gigante di ferro, la DeLorean di Ritorno al Futuro, i protagonisti del videogioco Halo e gli eroi di Overwatch. Con la sua ultima mossa finanziaria a inizio febbraio, la Disney di Bob Iger si sta avvicinando a quel concetto di mondi virtuali. Luoghi persistenti, cioè che esistono anche quando i giocatori non sono connessi, ricchi di personaggi e di franchise: un gigantesco multiverso della follia, per citare uno degli ultimi film dell’eroe Marvel Dr. Strange firmato da Sam Raimi.

La casa di Topolino ha infatti investito 1,5 miliardi di dollari in Epic Games, mettendo in cantiere una gigantesca collaborazione tra il roster pressoché infinito di personaggi Disney e il successo del videogioco Fortnite. L’analisi della situazione, nonostante risulti vincente, è comunque un’ammissione di colpa piuttosto triste per l’azienda di Iger, perché con lo sguardo chino afferma ad alta voce la sua sconfitta nei confronti del battle royale di Epic.

L’attenzione, una risorsa

Nel settore dell’intrattenimento, il diamante più prezioso non è tanto il contenuto quanto l’attenzione degli utenti. Una risorsa da catalizzare, da trattenere il più a lungo possibile. In quest’ottica, Netflix, Prime Video & co non si fanno solo competizione tra loro, ma sono anche in diretta competizione con TikTok e Instagram, tra reel e video brevi, e soprattutto con il mondo dei videogiochi, che talvolta coinvolgono i giocatori in esperienze di gioco di durata variabile dall’ora alle trecento.

Lo aveva detto anche il Ceo di Netflix Reed Hastings, che nel 2019 aveva dichiarato in un documento interno che la big tech di Los Gatos competeva più con “Fortnite che con HBO… e stiamo perdendo”. Proprio per questo l’azienda della grande N aveva cominciato un investimento massiccio nella sua sezione dedicata ai videogiochi, Netflix Games: un servizio interessante, ma che non aveva riscosso grande successo nel suo primo periodo di vita (soprattutto a fronte di avversari coriacei come Apple Arcade e Xbox Game Pass).

“Questa è probabilmente la nostra più grande incursione nel mondo dei videogiochi, una mossa che ritengo non solo opportuna, ma anche un passo importante se si considerano le tendenze demografiche e si guarda a dove la Gen Alpha e la Gen Z e persino i Millennial trascorrono il loro tempo nei media”, ha dichiarato Bob Iger, ammettendo praticamente la sua sconfitta. Lo dicono i dati demografici in possesso di Disney, il tempo passato sui giochi è “pari o superiore a quello trascorso con film e televisione”.

L’incursione di Disney in Fortnite

Si torna sempre lì, sul tempo e l’attenzione. E l’investimento su Fortnite potrebbe essere un passo consistente da parte della casa di Topolino, che investe quindi in uno degli unici metaversi presenti in circolazione. Un metaverso decisamente diverso da quello immaginato dalla Silicon Valley solo poco tempo fa, e che prevedeva l’utilizzo di criptovalute e NFT. Un progetto su cui tentenna la stessa Meta (che non può fare un passo indietro perché ormai l’ha sparata grossa con il rebranding), e sul quale Disney ha fatto invece un forte taglio negli anni scorsi. 

E la parola d’ordine di questa collaborazione tra i colossi di Iger e Tim Sweeney è una: “interoperabilità”. Il nuovo universo di franchise Disney sarà sviluppato con il software grafico Unreal Engine, di proprietà della stessa Epic. E quindi sarà “comunicante” con Fortnite, che oltre ad avere modalità di gioco competitive, ha anche dei giganteschi hub con minigames e possibilità di ritrovo con altri utenti per eventi (Coachella, vedere un film, un concerto virtuale con Travis Scott e Ariana Grande, ad esempio).

Il progetto, in sviluppo e annunciato con un breve teaser trailer, è stato descritto come “un enorme universo Disney che sarà dedicato al gioco, alla visione di contenuti e anche all’acquisto di beni digitali e forse, in ultima analisi, di beni fisici, un universo che vivrà accanto a Fortnite, ma sarà completamente interconnesso”.

Quindi, paradossalmente, Disney – nel mondo dei videogiochi – continua la sua strategia delle licenze, da sempre molto fortunate, l’ultima esperienza di Spider-Man con Insomniac Games insegna certamente qualcosa. E deponendo le armi nei confronti di Fortnite, Iger lancia il messaggio che se non li puoi sconfiggere, devi unirti a loro. 

E Fortnite diventa sempre più grande, sempre più centrale: inevitabile e ineluttabile. Come Thanos. Che fine fa la competizione? Quale competizione?