Addio Alan Arkin, l’ultimo virtuoso del grande schermo

L'attore americano è morto a 89 anni: premio Oscar per Little Miss Sunshine, era di una versatilità con pochi paragoni. Più recentemente, l'abbiamo visto al fianco di Morgan Freeman nella commedia poliziesca Insospettabili sospetti e con Michael Douglas nella serie Netflix Il metodo Kominsky

Alan Arkin, il poliedrico attore vincitore di un Oscar nel 2007 per Little Miss Sunshine, è morto. Aveva 89 anni.

I figli, Adam, Matthew e Anthony, hanno annunciato la notizia della sua morte in un comunicato congiunto. “Nostro padre era una forza della natura dal talento unico, sia come artista che come uomo”, recita la dichiarazione. “Era un marito, un padre, un nonno e un bisnonno affettuoso, era adorato e ci mancherà profondamente”.

Alan Arkin: una carriera ricca di nomination agli Oscar

Per il suo primo ruolo di rilievo in un film, Arkin ricevette una nomination all’Oscar come miglior attore in una commedia interpretando un marinaio russo il cui sottomarino si arenò al largo delle coste di un villaggio di pescatori del New England. Si trattava di Arrivano i russi! Arrivano i russi di Norman Jewison(1966).

Due anni dopo, ha commosso il pubblico e si è guadagnato un’altra nomination all’Oscar per il ruolo del sordomuto e solitario John Singer nel toccante L’urlo del silenzio (1968), adattamento di Robert Ellis Miller del romanzo di Carson McCullers, girato a Selma, in Alabama.

Per aver interpretato Edwin Hoover, nonno sboccato ed eroinomane, nel road movie Little Miss Sunshine (2006), Arkin ha ricevuto un Oscar che, secondo molti, era da tempo dovuto per la sua incredibile carriera. (All’età di 72 anni, è stato uno dei più anziani a vincere l’Academy Award come attore non protagonista).

“I due registi (Jonathan Dayton e Valerie Faris, ndr) non volevano darmi la parte perché ero troppo giovanile e dinamico. È un bel modo per non ottenere una parte”, raccontò l’attore a Robert Osborne durante un’intervista al TCM Classic Film Festival 2014. “Ma dopo che non riuscirono a trovare nessuno per circa sei mesi, si dissero: ‘Beh, tanto varrebbe tornare ad Alan Arkin’. A quel punto, ero diventato vecchio”.

Arkin ha poi ricevuto una quarta nomination all’Oscar per Argo grazie al ruolo di un produttore cinematografico che realizza un finto film per salvare gli ostaggi in Iran nel lungometraggio diretto da Ben Affleck.

Da Broadway a Hollywood

Arkin si è fatto conoscere per la prima volta a Broadway nel 1963, quando ha vinto un Tony Award per la parte di David Kolowitz, un attore in difficoltà sotto il controllo dei genitori, in Enter Laughing, tratto da un romanzo semi-autobiografico di Carl Reiner.

Un anno dopo, recita accanto a Eli Wallach e Anne Jackson nella commedia di successo a Broadway Luv, diretta da Mike Nichols.

Come Nichols, Arkin ha affinato le sue doti comiche durante i due anni trascorsi nella famosa compagnia di improvvisazione Second City di Chicago. Sul grande schermo è stato molto divertente, come nel folle The In-Laws, in cui ha interpretato un mite dentista al fianco di Peter Falk, agente della CIA; in Rafferty and the Gold-Dust Twins (1975), nel ruolo di un istruttore di guida di Los Angeles portato alla follia; in Freebie and the Bean (1974), nel ruolo di un poliziotto messicano-americano corrotto al fianco dell’amico James Caan; e nel ruolo di un regista di film di serie B nell’amabile Hearts of the West (1975).

Arkin, tuttavia, è riuscito a liberarsi del suo lato buffo in film come il thriller psicologico Aspetta il buio (1967), in cui interpreta un malvagio delinquente che minaccia la povera Audrey Hepburn, e Comma 22, in cui è protagonista nel ruolo di un pilota che lotta per mantenere la sua sanità mentale (1970).

Arkin ha anche interpretato Sigmund Freud in La soluzione sette per cento (1976) ed è stato un annoiato abitante dei sobborghi in Edward mani di forbice (1990) di Tim Burton, un saggio mentore in The Rocketeer (1991), uno dei venditori sotto pressione in Glengarry Glen Ross (1992) e lo scaltro patriarca in Slums of Beverly Hills (1998).

In un’intervista rilasciata nel 1998 al Los Angeles Times, Jewison ha chiesto perché Arkin non fosse diventato un attore protagonista, affermando: “I suoi sono accenti impeccabili, ed è anche in grado di cambiare look, ma stranamente questo dono ha lavorato contro di lui. È sempre stato sottovalutato, in parte perché non è mai stato al servizio del proprio successo, che è una delle cose che amo di lui”.

Più recentemente, ha recitato con Morgan Freeman e Michael Caine nella commedia poliziesca Insospettabili sospetti (2017) e con Michael Douglas nella serie Netflix Il metodo Kominsky. Dopo due nomination agli Emmy, si è ritirato dalla serie, prima della terza e ultima stagione dello show, nel settembre 2020.

Nella sua chiacchierata con Orborne, Arkin ha sottolineato che fino alla metà dei suoi 40 anni, la recitazione “era la ragione della mia vita. Volevo fare tutte le parti possibili e uccidermi nel farle”. Lavorare a The In-Laws ha segnato “la prima volta che mi sono lasciato andare in un film tanto da divertirmi, da smettere di provare quel senso di costrizione e disperazione che avevo avuto per tanti anni”.

Alan Arkin, tra cinema, musica e teatro

Alan Wolf Arkin è nato a Brooklyn il 26 marzo 1934, il più grande di tre figli. I suoi genitori erano insegnanti e lui diceva che erano comunisti. Suo padre lo portava a vedere film stranieri al Thalia di New York e lui “imparò a leggere guardando i sottotitoli”, ha raccontato a Osborne. Arkin ha spesso raccontato che all’età di 5 anni aveva già deciso che sarebbe diventato un attore.

Nel 1945 si trasferì con la famiglia a Los Angeles e studiò al L.A. City College e al Cal State L.A. Vinse poi una borsa di studio per l’arte drammatica al Bennington College nel Vermont, essendo uno dei pochi studenti maschi di quella scuola.

Arkin suonava la chitarra, il pianoforte, il piffero e il vibrafono e dal 1957 al 1959 si esibì in tournée in tutta Europa con il gruppo di canto popolare The Tarriers, che ebbe un successo con Day-O (The Banana Boat Song), poi reso più famoso da Harry Belafonte. (Arkin e il gruppo cantarono questa e un’altra canzone nel film Calypso Heat Wave del 1957).

Arkin si esibì poi in una compagnia di teatro negli Adirondack e ottenne un ruolo in una produzione off-Broadway di Abelardo ed Eloisa. Lottando per guadagnarsi da vivere, Arkin si trasferì a St. Louis per lavorare con i Compass Players, una rivista teatrale di cabaret improvvisato. Fu notato da Paul Sills, che lo invitò a recarsi a Chicago per unirsi alla nascente compagnia di improvvisazione Second City nel 1960.

“Avevo paura di essere licenziato per il primo mese o due”, ha detto in un’intervista del 2012. “Non riuscivo a essere divertente. Non sapevo come essere divertente. Non pensavo di farcela. Non c’era nessun posto dove potessi andare se non ce l’avessi fatta, così ho continuato a lavorare e a lavorare e a lavorare, e alla fine sono riuscito a trovare un personaggio che facesse ridere. E mi sono aggrappato a quel personaggio come a un’ancora di salvezza.

“Poi sono diventato abbastanza sicuro, così ho iniziato a sviluppare una serie di personaggi legati a lui. E quando li interpretavo, facevo ridere. Alla fine ho raggiunto il punto in cui potevo farlo non con personaggi esagerati, ma sempre più vicini a me stesso. Tuttavia, c’è voluto molto tempo”.

Arkin rimase al Second City per due anni, di cui uno a New York, prima di andarsene per recitare in Enter Laughing, dove contribuì al casting della sua futura moglie, Barbara Dana (si sposarono nel 1964 e divorziarono negli anni Novanta). Siamo tutti “finiti a Second City pensando di essere emarginati e disadattati e invece siamo diventati il centro di un movimento”, ha detto.

Una lunga filmografia

Arkin ha sostituito Peter Sellers in L’ispettore Clouseau (1968) e, con molto più successo, ha interpretato un vedovo portoricano con due figli in Popi (1969). Ha poi recitato in altri film come L’ultimo degli amanti roventi (1972), Vendita al fuoco (1977) – che ha anche diretto – Simon (1980), Chu Chu and the Philly Flash (1981), Canali impropri (1981), Il ritorno del capitano Invincibile (1983), Bad Medicine (1985), Joshua Then and Now (1985), Grosso guaio di John Cassavetes (1986), Havana (1990), Steal Big Steal Little (1995), Grosse Pointe Blank (1997), Quattro giorni a settembre (1997), Tredici conversazioni su una cosa (2001), Get Smart (2008), Marley & Me (2008), Stand Up Guys (2012), Grudge Match (2013) e Million Dollar Arm (2014).

Nel 1969, l’attore ha vinto un Obie Award e un Outer Circle Critics Award per la sua regia off-Broadway di Little Murders, la commedia nera di Jules Feiffer sul degrado inesorabile di New York. Tre anni dopo, ha diretto la produzione originale di Broadway di The Sunshine Boys di Neil Simon, con Jack Albertson e Sam Levene. Insieme a Elaine May ha anche realizzato tre brevi commedie vertiginose, rappresentate nel 1998 sotto il titolo Power Plays.

L’attore ha anche diretto la versione cinematografica del 1971 di Little Murders; ha diretto e scritto un cortometraggio di 12 minuti, People Soup (1969), che è stato candidato all’Oscar (con i figli Adam e Matthew, avuti dal primo matrimonio con Jeremy Yaffe); e ha diretto l’episodio pilota della sitcom di breve durata di Lee Grant, Fay, alla NBC.

Arkin ha composto più di 100 canzoni e registrato album per bambini, tra cui quattro con il gruppo folk per bambini The Baby Sitters. Ha scritto anche libri per bambini come The Lemming Condition, pubblicato nel 1976, e un libro di memorie del 2011, An Improvised Life.

Traduzione di Pietro Cecioni