Caso Jonathan Majors, niente archiviazione: via libera al processo per l’accusa di molestie e aggressioni

La nuova udienza è fissata per il 29 novembre, dopo che il giudice di New York Michael Gaffey ha respinto le richieste dei legali dell'attore, arrestato lo scorso 25 marzo dopo una presunta violenza domestica

Jonathan Majors sarà sotto processo per le accuse di aggressione e molestie a partire dal 29 novembre. È ciò che ha stabilito il giudice di New York Michael Gaffey dopo aver respinto la richiesta di archiviazione del caso presentata della difesa.

Insieme all’archiviazione, gli avvocati della star Marvel avevano richiesto anche la secretazione di alcune prove, per impedire che alcune informazioni sensibili non diventassero di dominio pubblico, poiché avrebbero potuto compromettere il diritto di Majors a un processo equo. L’accusa non ha preso posizione sulla mozione e il giudice Gaffey ha dichiarato alla stampa presente in aula che il tempo utile per presentare eventuali documenti in opposizione terminerà il 6 novembre.

I fatti precedenti

Majors si è presentato in tribunale virtualmente, dal momento che stando a quanto ha affermato il giudice si trova attualmente fuori dallo Stato di New York. Dal 29 novembre dovrà affrontare quattro accuse di molestie e aggressione dopo essere stato arrestato in seguito al presunto incidente di violenza domestica avvenuto il 25 marzo. Allora la polizia era stata allertata da una donna di 30 anni, nel frattempo identificata come Grace Jabbari, che riferiva di essere stata aggredita da Majors.

Il giorno dopo l’attore è stato rilasciato e a giugno l’attore ha a sua volta presentato una denuncia contro Jabbari, sostenendo che era stata lei ad aggredirlo quella sera. Il giudice Gaffey ha dichiarato mercoledì 25 ottobre che emetterà un nuovo ordine restrittivo che impedirà a Majors e Jabbari di avere contatti.

Secondo i documenti del tribunale depositati in relazione al caso, a fine giugno è stata emessa per Jabbari una tessera investigativa, o I-Card, che non è un mandato d’arresto, ma è un documento della polizia di New York che avverte gli agenti di una probabile causa in corso, in relazione alla denuncia parallela. Tuttavia, i procuratori del caso hanno informato la polizia, la difesa e Jabbari che non procederanno contro la donna in relazione all’incidente, citando la natura tardiva delle accuse e il processo di valutazione delle denunce incrociate nei casi di violenza domestica.

Le mozioni della difesa

La mozione  di archiviazione della difesa, presentata il 12 settembre e respinta il 25 ottobre, sosteneva che lo Stato di New York avesse nascosto e insabbiato prove dell’innocenza di Majors, che avrebbero potuto quindi gettare sospetti su Jabbari durante la sua testimonianza. Inoltre, secondo gli avvocati di Majors, lo Stato non ha rivelato le comunicazioni con la polizia di New York né i vantaggi discussi in relazione al mancato perseguimento di Jabbari, né le chiamate al 911 mancanti.

Secondo la difesa, tutto ciò ha interferito con il diritto di Majors a un processo veloce, che prevede che lo Stato sia pronto entro 90 giorni dall’inizio dell’azione. Lo Stato ha accumulato più di 100 giorni imputabili, secondo gli avvocati, mentre per il giudice Gaffey ne sono passati solo 71 e per l’accusa ancora meno, 34.

Nel complesso, le due parti non sono d’accordo sui responsabili dei fatti. Se Priya Chaudry, in rappresentanza della difesa di Majors, ha affermato che il suo cliente è innocente, lo Stato sostiene che gli eventi del 25 marzo sono iniziati quando i due stavano viaggiando in auto.

A causa di un litigio Majors le avrebbe afferrato la mano e stretto l’avambraccio, colpendola all’orecchio e impedendole di uscire dall’auto. Secondo i documenti del tribunale, Jabbari “ha riportato dolori notevoli, tra cui la frattura di un dito, lividi sul corpo, una lacerazione dietro l’orecchio destro e un colpo sulla testa”.

Traduzione di Pietro Cecioni