Bif&st 2024, l’omaggio a Paolo Taviani: “Nessun altro regista avrà la sua ultima sceneggiatura”

Si intitola Il canto delle meduse ed era stata già scritta: tre episodi, tutti sul tema della morte, caro al maestro dalla scomparsa del fratello Vittorio. Ad affermarlo è la produttrice Donatella Palermo

Di THR ROMA

A Paolo Taviani, insieme a Giuliano Montaldo, è dedicata la quindicesima edizione del Bif&st di Bari. Così, la mattina del 19 marzo al Teatro Petruzzelli, dopo la proiezione di La notte di San Lorenzo di Paolo e Vittorio Taviani, si è svolto un incontro moderato da David Grieco cui hanno preso parte il direttore del festival Felice Laudadio, la produttrice Donatella Palermo e il critico Enrico Magrelli.

Questo l’omaggio al grande regista scomparso lo scorso 29 febbraio.“Avrebbe dovuto esserci anche un’altra persona presente oggi” ha affermato il direttore Laudadio, “la moglie di Paolo, anche costumista in molti film dei due fratelli. Lina Nerli Taviani aveva accettato di venire qui, avevamo anche organizzato il suo viaggio ma all’ultimo momento mi ha telefonato per dirmi che si sarebbe emozionata troppo. Si scusa con voi, ma abbiamo compreso le sue ragioni”.

Su La notte di San Lorenzo, Laudadio condivide un suo toccante ricordo personale, di quando da presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia fece restaurare la pellicola, poi proiettata nella sezione Classici della Mostra di Venezia 2018. Allora Vittorio Taviani era da poco scomparso e, sul lungo applauso finale, “Paolo restò seduto durante un interminabile applauso. Solo dopo mi accorsi che stava piangendo, commosso per il fratello”, afferma il direttore.

Laudadio ricorda anche di quando, nel 1977, i due fratelli dovettero trasferire il loro Padre padrone da una pellicola 16mm a una 35mm per poterla proiettare a Cannes, dove vinse la Palma d’oro, quando presidente della giuria era Roberto Rossellini. Si sentivano a disagio di fronte alle piccole imperfezioni create da quel passaggio tecnico. “Bastò però un commento di Joris Ivens, il più grande documentarista allora vivente e del quale i fratelli Taviani erano ammiratori, a cambiare tutto. Si avvicinò e fece loro i complimenti per quelle imprecisioni che pensava fossero volute e che erano una ragione in più per apprezzarlo”.

“Paolo trasformava in cinema tutto ciò che vedeva”, sostiene la produttrice Donatella Palermo, ricordando come trasse ispirazione per una complessa scena di La notte di San Lorenzo da un’immagine di un libro del figlio. Sempre Palermo afferma che avrebbe voluto produrre anche il prossimo film di Taviani, di cui è già pronta la sceneggiatura.

Il canto delle meduse, un film che non si farà

“Era un film sulla morte, come lo era anche il precedente Leonora addio. Dopo la scomparsa del fratello Paolo era ossessionato dal tema e così aveva scritto Il canto delle meduse strutturato in tre parti, una prima su due medici che si parlano citando passaggi dei Dialoghi di Platone, opportunamente attualizzati, finché uno dei due non muore. Un secondo descrive la vita quotidiana di alcune persone chiuse in casa nel periodo del Covid e un terzo episodio è su una donna che sta morendo e che non vuole essere sepolta insieme al marito.

Nonostante fosse ancora sconvolto dalla perdita di Vittorio, Paolo non aveva perso la capacita di raccontare e aveva ancora dei sogni. La sua sceneggiatura me l’hanno già chiesta per affidarla ad altri registi ma non la darò a nessuno, perché le immagini che avrebbe portato sullo schermo erano solo le sue”.

Taviani, fratelli e registi da “una scena ciascuno”

“Com’erano i fratelli Taviani sul set, discutevano? Mostravano di essere diversi l’uno dall’altro? Avevano dei dissidi su come girare una scena? “Intanto giravano una scena ciascuno. Ma sulle loro differenze io mi ero fatta un’idea solo che quando ho cercato di dirgliele mi hanno subito zittita!”, prosegue Palermo. Enrico Magrelli, invece afferma: “So che discutevano solo in privato, quindi il mistero rimane”.