Sundance: la Ceo Joana Vicente parla del destino del festival a Park City. “Ci sarà una trattativa”

"Ci sono delle sfide". Durante una diretta di The Town con il conduttore Matt Belloni, l'amministratrice delegata ha sottolineato gli ostacoli che deve affrontare la kermesse in una città turistica

Che cos’è il Sundance Film Festival fuori da Park City? L’amministratrice delegata del Sundance Institute Joanna Vicente ha parlato della possibilità che la kermesse si sposti da Park City, dove si svolge dai primi anni Ottanta.

Vicente è stata l’ospite a sorpresa della registrazione in diretta del podcast The Town di Matt Belloni, socio fondatore di Puck. Durante la lunga conversazione, che ha toccato molti temi, dall’acquisizione di Fair Play da parte di Netflix al piano quinquennale per il festival, Belloni ha chiesto a Vicente quale fosse lo stato delle trattative per rimanere a Park City.

“Park City fa parte del Sundance”, ha risposto Vicente. “È un luogo bellissimo. È un po’ remoto. Ci immergiamo nel festival”. A quel punto, Belloni si è intromesso per dire: “Sento che sta arrivando un ma“, aggiungendo che nelle sue conversazioni con gli autisti di Uber, i dipendenti dei ristoranti e gli addetti ai lavori del settore sciistico, è emerso che questi “non amano il Sundance”. “No”, ha risposto Vicente. “Noi lo amiamo”.

Una nuova location per il Sundance?

Da tempo si parla di un trasferimento del Sundance Fest da Park City. Gli abitanti del luogo si sono a lungo lamentati dello stress che l’evento porta alla piccola città, con un afflusso massiccio di persone che ogni anno, a gennaio, schiacciano le attività commerciali locali e i trasporti pubblici della città. Negli ultimi anni, il Sundance ha organizzato un maggior numero di proiezioni ed eventi al di fuori di Park City, nella ben più grande Salt Lake City, dove si svolsero le prime edizioni del festival.

Vicente ha continuato: “Ci sono delle sfide. Voglio dire, l’accessibilità è una sfida. Il costo è una sfida. Siamo davvero entusiasti della programmazione che stiamo realizzando a Salt Lake e di riuscire a raggiungere un pubblico più giovane e diversificato. Ci sarà una trattativa”, ha continuato. “Stiamo anche dedicando molto tempo alla riflessione strategica su dove possiamo essere più rilevanti. Qual è il ruolo del festival? Qual è il ruolo del Sundance Institute? Come ci evolviamo in un settore in continuo cambiamento come quello che ci circonda? Queste sono tutte considerazioni, ma noi amiamo stare qui. Quindi, questo è ciò che direi. Vogliamo che tutto questo funzioni. Sappiamo che ci sono molte sfide”.

Un altro momento sorprendente del podcast è stato quando Belloni ha chiesto a Vicente del cambiamento del panorama cinematografico, sottolineando come pochi minuti prima fosse giunta la notizia che Scott Stuber aveva lasciato il suo posto a capo della divisione film di Netflix. Più di uno spettatore ha sgranato gli occhi, scioccato. Vicente ha persino detto di non aver ancora sentito la notizia, ammettendo però di avere già appreso che Netflix aveva pagato 17 milioni di dollari per il titolo It’s What’s Inside.

Tra i partecipanti di rilievo alla registrazione del podcast c’erano i registi di Super/Man Ian Bonhôte e Peter Ettedgui (che hanno fatto il pieno di consensi per il loro documentario), i produttori Jason Shuman e John Jacobs, Michelle Hooper della Searchlight e un gruppo di potenti avvocati del settore dello spettacolo della Grubman Shire Meiselas & Sacks, tra cui Vishaal Sharma, Kyle Zimmerman, Samantha Sheft e Arielle Matza. E naturalmente, il “produttore Craig” del podcast, alias Craig Horlbeck, che ha fatto la sua apparizione alla fine del segmento “Call Sheet” per discutere le previsioni sul box office. L’episodio completo di The Town della chiacchierata con Vicente sarà disponibile da mercoledì 24 gennaio su Spotify.

Vincente, che è diventata amministratrice delegata del Sundance nel 2021 dopo l’esperienza al Toronto International Film Festival, ha parlato con Belloni il giorno prima che agenti e dirigenti del Sundance si incontrassero con la direzione del festival per un “think tank” sullo stato attuale della produzione cinematografica indipendente, della distribuzione, dell’industria in generale e del ruolo del Sundance in questa conversazione.

Traduzione di Nadia Cazzaniga