Verso i Golden Globes / 26 – Miglior mini-serie o film per la televisione: Beef – Lo scontro

Il regista si contende il premio con Tutta la luce che non vediamo, Daisy Jones & The Six, Fargo, Compagni di viaggio e Lezioni di chimica. All'interno dell'articolo le interviste e i nostri approfondimenti. La premiazione il 7 gennaio. Lo speciale di THR Roma

Sono tre le candidature ai Golden Globes per Beef – Lo scontro: miglior mini-serie o film per la televisione, miglior attore in una mini-serie o film per la televisione per Steven Yeun e miglior attrice in una mini-serie o film per la televisione per Ali Wong. Creata da Lee Sung Jin, diretta dalla regista giapponese Hikari e da Jake Schreier (Shameless) la serie (qui la nostra recensione) è visibile in streaming su Netflix. Nella categoria per la migliore mini-serie o film per la televisione, dovrà vedersela con Daisy Jones & The Six, Tutta la luce che non vediamoFargoCompagni di viaggio e Lezioni di chimica.

Quest’anno, dopo lo scioglimento della Hollywood Foreign Press Association avvenuto nel 2023, il premio verrà organizzato dalla nuova Golden Globe Foundation. Non sarà dunque più l’Hfpa a supervisionare la cerimonia ora presieduta dai produttori Dick Clark Productions, che appartengono a Penske Media Eldridge (la joint venture tra Penske Media Corporation e Eldridge che possiede anche The Hollywood Reporter). Il prossimo 7 gennaio sulla Cbs andrà in onda lo show che, come da tradizione, anticipa la notte degli Oscar.

Una scena di Beef - Lo Scontro

Una scena di Beef – Lo Scontro

Beef – Lo scontro, la trama

La serie, dagli stessi produttori del film vincitore dell’Oscar Everything Everywhere All At Once, ruota attorno a una vendetta. Due sconosciuti si ritrovano coinvolti in una faida dopo un banale incidente stradale.

Da qui però i due protagonisti di Beef – Lo scontro, Amy (Ali Wong) e Danny (Steven Yeun), vanno oltre ogni limite. Il loro incontro dà inizio a un ciclo senza fine di ripicche, durante il quale si trasformano in vandali senza scrupoli, fanno dispetti l’uno sul lavoro dell’altro e mettono in pericolo famiglie. L’idea di base è divertente e i dieci episodi da mezz’ora scorrono via velocemente, riempiendosi di inaspettati colpi di scena.

I due protagonisti Ali Wong e Steven Yeun

I due protagonisti sono anche i due pilastri della serie. Steven Yeun ha guadagnato la sua notorietà dal ruolo di Glenn Rhee in The Walking Dead, ma è stato il film Minari, scritto e diretto da Lee Isaac Chung, a consacrarlo. Tale interpretazione gli ha fruttato una candidatura agli Oscar del 2021 e il titolo di primo attore di origini coreane a essere mai stato candidato a un premio Oscar.

Ali Wong, invece, ha esordito come comica e scrittrice. I suoi spettacoli di stand-up comedy su Netflix, Baby Cobra e Hard Knock Wife, l’hanno resa una delle comiche americane più seguite e apprezzate dalla critica. Wong è anche nota per il suo ruolo in American Housewife e come attrice non protagonista nel film del 2019 Always Be My Maybe.

Il caso David Choe

Beef – Lo scontro ha debuttato su Netflix il 6 aprile incontrando un successo quasi universale (e un punteggio del 98% su Rotten Tomatoes): la critica e gli spettatori hanno apprezzato la narrazione audace ma ricca di sfumature della serie dark comedy su due estranei coinvolti in una faida sempre più sanguinosa e le interpretazioni magnetiche di Steven Yeun e Ali Wong.

David Choe alla prima di Beef - Lo scontro al Netflix Tudum Theater di Los Angeles

David Choe alla prima di Beef – Lo scontro al Netflix Tudum Theater di Los Angeles

Ma dopo due settimane di distanza, lo show ha perso un po’ di attrattiva. Come mai? Per il riemergere di una polemica che coinvolge il co-protagonista, l’artista e attore David Choe – anche autore dei titoli di testa – e per la mancata reazione da parte delle società e del team creativo dietro la serie prodotta da A24.

Nel 2014, durante un podcast aveva affermato di aver costretto una massaggiatrice ad un rapporto non consensuale. Poco dopo, Choe ha dichiarato che la sua storia sulla massaggiatrice era un’invenzione. “Mi dispiace se qualcuno ha creduto che la storia fosse vera”, ha scritto. “Non lo era!”.