Verso i Golden Globes / 7 – Miglior mini-serie o film per la televisione: Daisy Jones & The Six

I due registi dovranno vedersela con Tutta la luce che non vediamo, Beef, Fargo, Compagni di viaggio e Lezioni di chimica. All'interno dell'articolo le interviste e i nostri approfondimenti. Lo speciale di THR Roma sul premio che verrà assegnato il 7 gennaio. Tutti i segreti della donna ispirata a Stevie Nicks, Joni Mitchell, Patti Smith e Sharon Tate

Sono tre le candidature ai Golden Globes per Daisy Jones & The Six: miglior mini-serie o film per la televisione, miglior attore in una mini-serie o film per la televisione per Sam Claflin e miglior attrice in una mini-serie o film per la televisione. Creata dalle penne di Scott Neustadter e Michael H. Weber, la serie è basata sull’omonimo romanzo di Taylor Jenkins Reid, attualmente visibile in streaming su Prime Video e candidata a nove Emmy Awards. Nella categoria per la migliore mini-serie o film per la televisione, i due ideatori dovranno vedersela con Tutta la luce che non vediamoBeefFargo, Compagni di viaggio e Lezioni di chimica.

Quest’anno, dopo lo scioglimento della Hollywood Foreign Press Association avvenuto nel 2023, il premio verrà organizzato dalla nuova Golden Globe Foundation. Non sarà dunque più l’Hfpa a supervisionare la cerimonia ora presieduta dai produttori Dick Clark Productions, che appartengono a Penske Media Eldridge (la joint venture tra Penske Media Corporation e Eldridge che possiede anche The Hollywood Reporter). Il prossimo 7 gennaio sulla Cbs andrà in onda lo show che, come da tradizione, anticipa la notte degli Oscar.

Daisy Jones & The Six, la trama

Daisy Jones and The Six

Daisy Jones and The Six

Ambientata nella Los Angeles degli anni Settanta, Daisy Jones & The Six racconta le vicende di una ventenne e di una rock band che aspirano a fare musica. Dall’incontro tra Daisy (Riley Keough, nipote di Elvis Presley e figlia di Lisa Marie Presley) e la sua capacità autoriale e i The Six, guidati dal cantante Billy Dunne, nascerà una grande e fruttuosa collaborazione musicale.

Nel 1977 la band tocca l’apice del successo e raggiunge la fama mondiale. Eppure, all’improvviso, dopo un concerto sold-out al Soldier Field di Chicago, tutto ciò che era stato fin allora ottenuto sparisce. Ecco allora che tutti i membri della band decidono di raccontare, uno per uno, la loro versione della storia.

Per scrivere il romanzo originale, l’autrice si è ispirata ad una storia autobiografica, ricordando di quando da piccola impazziva guardando le esibizioni dei Fleetwood Mac davanti alla televisione. Per quanto Daisy Jones & The Six non sia una storia vera effetti, i personaggi sono liberamente ispirati dalla band e dall’incisione del loro album Rumours. Gli attori hanno realmente registrato la colonna sonora della serie e l’album da essa ispirato.

Le parole di Stevie Nicks

Daisy Jones and The Six

Daisy Jones and The Six

Già da prima del lancio dello show, i fan si sono affrettati a sottolineare i numerosi parallelismi tra i Fleetwood Mac e Daisy Jones & The Six. In particolare, sono state notate somiglianze tra Stevie Nicks e Daisy Jones (Riley Keough), così come tra la tastierista Christine McVie e Karen Sirko (Suki Waterhouse). Di recente, la stessa cantante ha utilizzato i suoi profili sui social media per pronunciarsi a riguardo.

“Ho appena finito di guardare Daisy Jones & The Six per la seconda volta”, ha commentato Nicks su X (ex Twitter) martedì 15 agosto 2023. “All’inizio, quella di Riley non era davvero la mia storia, ma presto lo è diventata. Mi ha riportato alla mente ricordi che mi hanno fatto sentire come un fantasma che guarda la sua stessa storia da fuori. È stato molto emozionante. Vorrei solo che Christine (McVie, morta nel novembre del 2022, ndr) l’avesse potuto vedere. Le sarebbe piaciuto. Speriamo che la storia continui”. I fan, inoltre, hanno anche notato che la stretta amicizia tra Daisy e Karen sarebbe molto simile a quella di Nicks con McVie.

Pur avendo confermato di essersi basati sulla figura di Nicks per la creazione dei personaggi, la costumista Denise Wingate ha affermato di aver preso ispirazione anche da altre donne del glam anni Settanta, tra cui Joni Mitchell, Linda Ronstadt, Cher, Sharon Tate e Patti Smith.