Tartarughe Ninja: Caos Mutante, la recensione: questo mondo non renderà cattivi i tarta-fratelli

Prodotto dall'eterno bambino Seth Rogen per la regia di Jeff Rowe, il film è un coming of age dei quattro guerrieri mutanti più famosi della tv. Un versione nuova e un po' nostalgica, in arrivo nelle sale italiane il 30 agosto

Dall’uscita nelle sale di Spider-Man: Un nuovo universo, il cinema d’animazione mainstream non è stato più lo stesso. Grazie al cielo, si può anche dire. Ora la tecnica mista e lo stile fumettistico hanno contagiato le estetiche di tante altre pellicole blockbuster arrivate in questi ultimi anni. E il nuovo lungometraggio Tartarughe Ninja: Caos Mutante non è da meno.

I tarta-fratelli sembrano quasi usciti dalla tavola di un fumetto: vignette che prendono vita e che acquisiscono profondità, in un’animazione che passa repentinamente dalle due alle tre dimensioni, con scene di azione concitate e “impacciate”, esattamente come i nostri giovanissimi eroi.

In questa nuova avventura, pensata per un pubblico di tutte le età, le Tartarughe Ninja sono infatti finalmente rappresentate per quello che sono: adolescenti. Teenager innamorati degli esseri umani e del loro mondo. Per loro sono dei “fichi”: hanno usi e costumi, vivono insieme, allo scoperto, nella società.

Un diritto (in questo caso un privilegio) non concesso a delle tartarughe mutanti: gli esseri umani li vedono come dei mostri. Ma l’incontro con la giovane reporter April O’Neil cambierà per sempre le speranze dei fratelli tartaruga.

Guerrieri adolescenti

Le Tartarughe Ninja, ognuna scritta con grande cura dei dialoghi (suonano credibili e attuali), nella prima sequenza del film sono appostate su un tetto, dopo aver recuperato la spesa per loro e per il maestro Splinter. Insieme guardano con occhi sognanti un film, trasmesso in un cinema all’aperto di Manhattan, come può essere il Piccolo America “di noi altri”.

Quella sera proiettano la commedia del 1986 Una pazza giornata di vacanza (in lingua originale Ferris Bueller’s Day Off), in cui c’è il giovane protagonista Ferris Bueller nella celebre scena della parata, in cui canta e fa ballare il corteo sulle note prima di Danke Schoen e poi di Twist and Shout. I tarta-fratelli sognano un giorno di poter essere un po’ come Ferris Bueller, lo studente che fa “quello che vuole, quando vuole, e nessuno riesce a fregarlo”, come recitava il trailer in italiano.

In quel cinema all’aperto vedono infatti le persone divertirsi e innamorarsi. Loro desiderano con tutto il cuore una vita umana, fuori dalle fogne e allo scoperto. Vogliono andare a scuola, partecipare al ballo di fine anno, divertirsi. Ma soprattutto rivedersi anche nelle rappresentazioni umane, in qualche modo essere degli eroi.

In quella scena, apparentemente scollegata, emerge forse il lato più profondo dell’intera pellicola prodotta da Seth Rogen, che assieme al regista Jeff Rowe firma un nuovo manifesto generazionale sulle TMNT, un’opera certamente nostalgica e con riferimenti agli anni Ottanta, ma pensata per un pubblico nuovo e anche con riferimenti alla cultura pop contemporanea.

Una scena di Tartarughe Ninja: Caos Mutante

Una scena di Tartarughe Ninja: Caos Mutante. (Courtesy of Eagle Pictures)

Tartarughe Ninja alla riscossa

Caos Mutante è un tuffo nella giovinezza per gli appassionati storici dei personaggi, che negli anni hanno visto varie interpretazioni, da quelle più crude dei fumetti della IDW alle più giocose dei cartoni animati degli anni Ottanta e Duemila (quest’ultimo cartone con la celebre sigla composta – nella versione italiana – da Gabry Ponte).

Si vedono anche gli iconici personaggi e antagonisti Bebop e Rocksteady, che sono anche i primi nemici da sconfiggere nel recente videogioco Teenage Mutant Ninja Turtles: Shredder’s Revenge.

In questo nuovo lungometraggio, in cui la musica rap e funk giocano un ruolo importantissimo, le giovani tartarughe si ritrovano a combattere contro altri mutanti, che stanchi dell’essere visti come mostri vogliono vendicarsi sull’umanità. Un’umanità con tanti difetti, certamente. Ma apprezzata dai piccoli ninja, che invece vogliono dare a quella umanità un’altra possibilità di redenzione. Così Rowe e Rogen trasformano una storia di crescita – il classico coming of age – in qualcosa di molto più globale, che parla forse più di noi che delle tartarughe ninja.

Nonostante tutte le ragioni del mondo per odiare gli esseri umani, sarà proprio la loro fiducia e speranza a portare un cambiamento. Ed è qui che Caos Mutante, oltre a dimostrare un ottimo adattamento e doppiaggio in lingua italiana, propone una morale profonda e non banale sulla diversità e sul concetto stesso di umanità. Insomma, questo mondo – per quanto crudele – non renderà cattive le tartarughe ninja.