L’imminente uscita di Civil War di A24, in un anno che si annuncia già turbolento per via delle elezioni presidenziali, sta suscitando preoccupazioni per la prospettiva di una vera guerra civile – o perlomeno di violenza politica nella vita reale – e qualcuno ha messo in discussione il tempismo del film.
Il film dell’acclamato sceneggiatore e regista Alex Garland (Ex Machina) immagina una distopia del futuro prossimo in cui gli Stati Uniti sono lacerati dall’autoritarismo di un presidente al terzo mandato (Nick Offerman). La storia segue una giornalista (Kirsten Dunst) che attraversa gli Stati Uniti appena divisi.
Civil War non è ancora stato visto dai media o dal pubblico (la sua anteprima mondiale sarà settimana prossima al South by Southwest Film & TV Festival), quindi le critiche al suo contenuto sono probabilmente premature e – come minimo – mancano di contesto. I trailer del film suggeriscono che Civil War non è un’ovvia polemica tra destra e sinistra, dato che il Texas e la California sono alleati nel conflitto immaginario.
Tuttavia, visti i disordini del 6 gennaio che hanno tentato di de-certificare le elezioni presidenziali del 2020 e la probabilità di un nuovo scontro tra Joe Biden e Donald Trump, per alcuni è impossibile non vedere il film come un commento puntuale su questo periodo divisivo – a prescindere dalla sua premessa fittizia – e si chiedono se la sua uscita sia appropriata a sette mesi dalle elezioni presidenziali.
Il timore della guerra civile
La maggior parte di queste reazioni a Civil War sembra provenire dal lato sinistro dello spettro politico, dove il punto di vista prevalente è il seguente: a prescindere dal messaggio del film (presumibilmente pro-unità), il film è scomodamente attuale e la sua guerra “noi contro noi” alimenterà le fantasie MAGA (i sostenitori dello slogan trumpiano Make America Great Again).
“L’idea che oggi ci possa essere un’altra guerra civile americana mi tiene sveglio la notte”, ha scritto un lettore su un subreddit di American Civil War. “Questo è un film da cui voglio stare lontano. Anche se è basato su uno scenario politico così lontano dal nostro. Non voglio proprio pensare a qualcosa di così orribile”.
“Un film su una seconda guerra civile americana in un anno di elezioni in cui una seconda guerra civile americana è una seria preoccupazione sia per le forze dell’ordine che per le persone razionali?” ha scritto un altro utente.
Un altro ancora ha commentato: “Ci sono altri Timothy McVeigh là fuori che diranno: ‘Questo film è esattamente ciò di cui questo Paese ha bisogno’… Il pericolo potenziale è che i gruppi di destra non sono noti per l’alfabetizzazione mediatica o le sfumature. E una banda psicotica di bifolchi che commette terrorismo nel film per ‘farla pagare ai liberal’ potrebbe essere una critica ovvia per noi, ma potrebbe essere interpretata come un modello di comportamento per i gruppi MAGA se non viene rappresentata con attenzione”.
“Conosco un sacco di persone (probabilmente me compreso) che non vogliono vederlo perché è un po’ difficile guardare un film su qualcosa che potrebbe essere la vita reale tra 4-5 anni”, ha aggiunto un altro. “A meno che questo film non faccia qualcosa di molto intelligente con la premessa, è solo pornografia politica. Utilizza le tensioni politiche del momento come stampella per coinvolgere emotivamente la gente”.
I segnali del “peggio assoluto”
Anche se la preoccupazione per una guerra civile potrebbe sembrare un pensiero marginale, un sondaggio del 2022 condotto da YouGov e dall’Economist ha rilevato che il 40% degli americani ritiene che una nuova guerra civile sia “almeno in qualche modo probabile nei prossimi 10 anni”. Un sondaggio di Zogby ha dato risultati simili. Il numero scende al 14% se si includono solo coloro che ci credono “fortemente”. La scorsa settimana, Ru Paul è salita agli onori delle cronache dichiarando, in un profilo del New Yorker, che gli Stati Uniti sono “a un passo dalla fottuta guerra civile. Temo il peggio assoluto. Ci sono tutti i segnali”.
I timori di una guerra civile sono abbastanza preoccupanti da indurre il New York Times a tenere un dibattito sull’argomento, mentre Politico ha annunciato in un recente titolo che “la minaccia di un collasso civile è reale”. Tuttavia, gli storici assicurano che una vera guerra civile “è davvero improbabile”. “Ci sono così tante cose brutte che possono accadere, anche senza arrivare alle guerra civile”.
Ci sono pure i cospirazionisti
Alcuni a destra hanno una visione diversa dell’uscita del film. Alcuni individui dalla mentalità cospirazionista ritengono che il film rientri in una “programmazione predittiva” che viene rilasciata perché loro (c’è sempre un “loro”, ndr) stanno preparando il pubblico a ciò che accadrà – vale a dire che l’amministrazione Biden entrerà in guerra con gli Stati del Sud come il Texas per la crisi al confine.
Dato che la faida del governatore del Texas Greg Abbott sulla sicurezza alle frontiere ha recentemente ispirato titoli letterali sulla “guerra civile” in pubblicazioni rispettabili, si può comprendere un certo grado di preoccupazione (ma non il motivo per cui il governo avrebbe collaborato con uno studio di Hollywood per creare un film per avvisare gli spettatori dei loro piani sinistri).
“Il film Civil War che esce ad aprile non è una ‘coincidenza’”, ha scritto un sedicente sostenitore di Trump. “Stanno letteralmente mostrando esattamente dove siamo diretti. Il Texas che protegge il nostro confine meridionale sarà il catalizzatore che farà da miccia. Stiamo entrando in una fase oscura della nostra storia e l’attuale Traditore in Capo ne è assolutamente responsabile”.
Civil War casca a fagiolo
C’è anche una terza fazione online che non è necessariamente di destra o di sinistra, ma è semplicemente scettica sul fatto che il film avrà un qualche impatto misurabile nel mondo reale. Un thread su Reddit ha previsto che il dibattito online su Civil War finirà proprio come il tumulto che ha circondato il film Joker di Todd Philips del 2019: i media temevano che il ritratto dell’outsider distruttivo in stile Taxi Driver del film avrebbe ispirato violenti lupi solitari e incel a commettere sparatorie di massa, ma poi non era successo nulla.
In ogni caso, questo dibattito iniziale potrebbe essere una buona notizia per A24. Civil War, che uscirà il 12 aprile, è a quanto pare la produzione più costosa realizzata finora dal popolare studio indipendente e, dato il livello di investimento, “A24 ha bisogno che funzioni”, ha commentato un esperto del settore. La frenesia mediatica su Joker aveva contribuito a spingere il film a superare il miliardo di dollari al botteghino.
Un commentatore ha tuttavia sostenuto che l’attualità del film potrebbe ritorcersi contro di lui se – Dio non voglia – dovessero verificarsi episodi di violenza nel mondo reale. Nel 2019, la Universal aveva compiuto il drammatico passo di ritirare preventivamente la satira The Hunt, simile a Hunger Games, che era stata accusata di essere politicamente incendiaria, in vista delle elezioni del 2020. Alla fine lo studio ha distribuito il film sei mesi dopo.
“So perché lo fanno uscire in un anno elettorale, ma mi sembra anche un po’ stupido farlo uscire in un anno politicamente volatile come questo”, ha scritto un lettore. “Non solo per ragioni morali (temo che un film del genere possa solo infiammare le cose), ma anche perché, se si verificano episodi di violenza politica, probabilmente dovranno rimandare o ritirare il film. Penso anche che molte persone temano le prossime elezioni, quindi vedere un film su una guerra civile americana probabilmente non gli sembrerà divertente. È un film troppo horror per me in questo momento”. (A24 non ha rilasciato alcun commento sui tempi di uscita del film).
Civil War, un avvertimento
Tuttavia, alcune voci nel dibattito sul film sono decisamente a favore di Civil War. Queste voci fanno alcune ipotesi sul contenuto del film, ma in gran parte sostengono che il film dovrebbe uscire quest’anno perché probabilmente farà quello che le distopie fantascientifiche hanno fatto per decenni: prendere le ansie attuali e le preoccupanti tendenze politiche o sociali e metterle in scena in un modo che sia catartico e, si spera, serva da ammonimento – proprio come i film durante la guerra fredda drammatizzavano gli orrori della guerra nucleare.
“Vi garantisco che il popolo MAGA/Qanon non ha bisogno di un film d’autore di Alex Garland per commettere atti di violenza”, ha scritto un sostenitore del film, mentre un altro ha aggiunto: “Questo film è un ammonimento sul pericolo della politica, sulla polarizzazione e sull’importanza di media liberi ed efficaci”.
“Non è affatto un film che permette ai fanatici MAGA di mettere in scena le loro fantasie. È un’accusa diretta alla loro intera visione del mondo”, continua l’utente. “Se c’è stato un momento per un’accusa severa a questa forma di discorso politico, è questo, ed è esattamente ciò che questo film sarà”.
Traduzione di Nadia Cazzaniga
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