Niente contatti fisici, please: dietro le quinte di Past Lives, dagli esercizi teatrali di Celine Song alla costruzione emotiva del finale

La regista e i tre protagonisti, Greta Lee, Teo Yoo e John Magaro raccontano i retroscena del film semi-autobiografico: "Non un triangolo amoroso, ma un percorso di riappacificazione con le proprie scelte"

Per ottenere quei rapporti iper-naturalistici vissuti dal suo trio di personaggi in Past Lives, la scrittrice e regista Celine Song ha sottoposto il suo cast e la sua troupe a una serie di esercizi insoliti.

Per Greta Lee e Teo Yoo, che interpretano le anime gemelle d’infanzia Nora e Hae Sung, ciò ha significato non potersi toccare fisicamente fino al momento in cui i loro personaggi lo fanno sullo schermo, quando si ritrovano da adulti a New York. “Diventa così qualcosa di profondamente vasto, una specie di magia cosmica che crea questa strana sensazione di desiderio l’uno per l’altra”, racconta Yoo a THR. “Questo ha creato un certo tipo di intesa e una tensione meravigliosa”.

La storia si svolge in tre momenti temporali: 24 anni prima a Seoul, durante gli ultimi giorni prima che la famiglia di Nora emigrasse in nord America; 12 anni dopo, quando Nora e Hae Sung si ritrovano brevemente su Facebook e Skype come studenti ai lati opposti del mondo. Infine il presente, quando Hae Sung visita New York per incontrare Nora, ora sposata con un uomo americano, Arthur. Quello che in mani diverse potrebbe facilmente essere un triangolo amoroso melodrammatico, è invece una tranquilla esplorazione della ricerca di una soluzione e della riappacificazione con le strade intraprese e non intraprese nella propria vita.

Una storia che nasce dalla realtà

“Va bene se volete vedere il film come un triangolo amoroso, ma non è questa l’intenzione”, afferma Song, la cui esperienza personale di cinque anni fa, seduta al bar tra il marito americano e l’amore d’infanzia coreano, ha fatto nascere l’idea del film. “Per me il film parla di un momento in cui si dice addio a una parte di noi stessi”.

Quando Nora, ventenne, incontra per la prima volta Arthur a un ritiro per scrittori a Montauk, gli parla dell’in-yun, un concetto coreano secondo cui certe anime sono destinate a connettersi e riconnettersi più volte nel corso di più vite. È così che molti membri del cast e della troupe si sono sentiti a proposito della loro partecipazione al progetto. “Celine mi ha detto scherzando che eravamo sicuramente stati sposati a un certo punto della nostra vita, e anche di recente, negli ultimi 500 anni”, afferma Greta  Lee, che interpreta l’alter ego della regista. Inizialmente non era stata scelta.

La scelta del cast di Past Lives

Song aveva immaginato un trio di protagonisti più giovani, costruito intorno a un attore per Hae Sung che non era disponibile. Quando la regista ha dovuto ripensare il film, ha capito che doveva costruire la storia intorno a Nora e che Lee era la persona giusta. “Greta ha avuto una paura e un coraggio incredibili nell’affrontare il suo primo ruolo da protagonista e anche una delle sue prime incursioni nel tipo di vulnerabilità e umanità che le viene chiesto di mostrare in ogni momento del film”, secondo Song. “Sa che è spaventoso e lo affronta”.

Diverso è stato per Teo Yoo e John Magaro (Arthur). Song, in un altro dei suoi insoliti esercizi, non li ha fatti incontrare fino a quando i loro personaggi non sono stati inquadrati dalla macchina da presa insieme. “Ci sono vincoli di tempo e di budget, quindi tenere due attori separati non è una cosa facile”, afferma Magaro. “Ma avevamo una troupe straordinaria che credeva davvero nella visione di Celine ed era disposta a fare il possibile per realizzare cose del genere”.

Inoltre, Song ha incaricato Lee – che a volte si sentiva come se stesse girando due film diversi, in due lingue diverse – di raccontare a ciascuno dei suoi due partner maschili come è stato girare con l’altro. Yoo scherza sul fatto che la loro regista sia una sadica, Magaro la definisce una sociopatica, ma Song è convinta che tutto fosse al servizio della storia. “Stavo costruendo la gelosia, perché se non ti senti geloso, allora non ti interessa. Il fatto è che la gelosia si deve anche superare”.

Una scena di Past Lives, di Celine Song al Busan Film Fest

Una scena di Past Lives, di Celine Song

La costruzione del terzo atto del film

Le riprese erano già iniziate quando Yoo e Magaro si sono finalmente incontrati di persona, rispettando i personaggi, mentre Hae Sung entrava goffamente nell’appartamento di Nora e Arthur, e quella prima ripresa è quella che è stata inserita nel montaggio finale. “La cosa importante è che gli uomini non hanno avuto modo di provare la loro intesa sullo schermo. Gli esercizi erano un modo per aiutarli a concentrarsi sul loro legame con Greta Lee”, afferma Song. “Volevo che l’intero film sembrasse un coltello, e che si sviluppasse fino al punto in cui è affilato e stai per pugnalare. Quando entriamo nel terzo atto e si incontrano, è come un’esplosione”.

Un’esplosione che ha un impatto emotivo più devastante di qualsiasi effetto pirotecnico. “È stata una questione di sopravvivenza per il film, che non aveva enormi effetti speciali o massicce sequenze d’azione”, afferma Song. “Past Lives può contare solo sul modo in cui si relaziona con il pubblico e con il loro cuore, e questa è una cosa su cui non puoi scherzare”.

Il climax del film è anticipato all’inizio: Nora siede in un bar, affiancata dal suo amore d’infanzia e da suo marito, durante una di quelle notti senza tempo di New York in cui non esiste nessun altro se non la persona con cui si sta parlando in quel momento. Lee e Song hanno discusso la visione di questa scena durante il loro incontro preliminare, un apparente provino che si è prolungato in una conversazione di ore su Zoom. “Eravamo come due ragazzine che complottavano insieme, provando a costruire un momento in cui il tempo si ferma e il mondo si ferma”, sostiene Lee.

Past Lives: una produzione piccola e indipendente

La sceneggiatura di Song ha convinto molte persone a dare fiducia alla drammaturga impegnata nel suo primo lungometraggio. “Quando stavamo mettendo insieme il progetto, dovevamo muoverci molto velocemente, e questo è uno dei motivi per cui i produttori sono tornati tutti insieme ad allinearsi, perché avevamo bisogno di qualcuno con cui si avesse uno stile di comunicazione condiviso”, afferma David Hinojosa, socio fondatore della 2AM, che si è ricongiunto con i suoi ex colleghi della Killer Films Christine Vachon e Pamela Koffler per produrre Past Lives.

Il direttore della fotografia Shabier Kirchner e la scenografa Grace Yun sono stati tra i primi a salire a bordo del progetto, le cui riprese erano inizialmente previste per il 2020. Complicazioni legate al Covid, in particolare per le riprese intercontinentali, hanno ritardato la produzione alla seconda metà del 2021, con l’effetto di un tempo di preparazione insolitamente lungo per la troupe e l’opportunità di sottoporsi ad altri esercizi unici di Song.

Ha fatto leggere a Kirchner e Yun il copione più volte, assegnando loro ogni volta un personaggio diverso. “Recitavamo, cosa che non faccio mai, e ci siamo immedesimati subito nella loro mentalità”, racconta Kirchner. “Ho avuto una grande percezione della fisicità di come questi personaggi si sarebbero mossi nello spazio, vedendo i loro corpi e la vicinanza l’uno all’altro e le sottigliezze della comunicazione senza parole. Questo è diventato davvero evidente durante le prime letture ed è stata un’esperienza preziosa, uno strumento che voglio portare con me in futuro”.

I dettagli della scena finale

La sequenza finale del film è ingannevolmente semplice. Nora accompagna Hae Sung in strada fino all’Uber che lo riporterà all’aeroporto e poi torna a casa da Arthur. Il movimento della macchina da presa, realizzato principalmente con un’inquadratura panoramica, racconta la storia: Nora e il suo amico d’infanzia camminano da destra a sinistra – nel passato – e poi lei lo lascia lì, tornando da sola a percorrere il viaggio da sinistra a destra e di nuovo nel presente. Questo è stato intenzionale, a differenza della fotografia di una sequenza precedente in cui l’appuntamento turistico di Nora e Hae Sung termina davanti al Jane’s Carousel nel Brooklyn Bridge Park.

“Volevamo realizzare questo elaborato movimento in cui la macchina da presa avrebbe girato intorno a loro mentre il sole tramontava, ma quando siamo arrivati a quella sequenza, tutto è andato storto”, ricorda Kirchner a proposito delle due inquadrature statiche che sono state poi realizzate. “Ho dovuto afferrare la macchina da presa e tenerla ferma. Ero frustrato, ma ora, vedendo la scena montata, è una delle immagini più significative, con quella giostra che si muove in senso antiorario dietro di loro, cercando di riavvolgere le lancette dell’orologio. È stato uno dei tanti casi in cui abbiamo dovuto rispondere all’ambiente e ha finito per diventare parte del linguaggio. Il film ti dice cosa vuole a un certo punto”.

Greta Lee e Teo Yoo nella scena della giostra di Past Lives

Greta Lee e Teo Yoo nella scena della giostra di Past Lives

I legami tra presente e passato nel film

Altri elementi che sembravano essere in sintonia con il film erano una coppia di sculture distanti tra loro mezzo mondo. Nel primo atto, Nora e Hae Sung hanno un ultimo appuntamento al museo nazionale d’arte Moderna e contemporanea della Corea, un ricordo che riecheggia nel terzo atto quando finalmente si ritrovano 24 anni dopo al museo d’arte moderna di New York.

La sceneggiatura prevede che la prima scena si svolga davanti all’iconica installazione di Nam June Paik The More, the Better, ma la torre di monitor televisivi era in fase di ristrutturazione e il MoMA non era disponibile al momento delle riprese. A causa delle restrizioni del Covid, le riprese di New York dovevano essere completate prima che la produzione si spostasse a Seoul, quindi il team ha girato la scena del terzo atto a Madison Square Park davanti a un muro con due incisioni di figure rivolte l’una verso l’altra. Il piano (o la speranza) era di trovare qualcosa nel giardino di sculture del museo coreano che potesse imitare quella scena.

“Non sapevamo esattamente quale scultura sarebbe stata, ma alla fine abbiamo visto quest’opera d’arte in Corea con questi due volti disposti l’uno verso l’altro”, ricorda Kirchner. “Ci siamo detti: “oh mio Dio, se questo non è un segno, allora non so cosa lo sia”. Anche in questo caso, si trattava di una di quelle cose che, se sei davvero in sintonia con il materiale e con le persone con cui lo stai realizzando, sei pronto ad adattare sul momento”.

L’intesa sul set, punto di forza di Past Lives

Questa sensibilità si è diffusa sul set. “Ci sono momenti nella vita in cui speri che ci sia un progetto in cui l’intesa fra tutti sia perfetta, ed è quello che è successo questa volta”, afferma Yoo. “Parlavamo di in-yun tutto il tempo, tutto il giorno, tutti i giorni. Non solo quelli che erano davanti allo schermo, ma anche dietro, come Shabier, l’addetto alle luci, le persone che trasportavano i nostri cavi. Alla fine ci guardavano e piangevano”.

Come raccontano Song e i suoi collaboratori, questo è dovuto al fatto che Past Lives racconta la storia culturalmente specifica di una donna, ma la sua esperienza è universale. “Si abbandona il sé, ci si separa dalla propria famiglia e se ne crea una nuova, e questo è qualcosa di universale, temporalmente drammatico, come l’immigrazione, oppure è molto più psicologico e sottile, come il tempo che passa”, afferma Koffler. “Tutto ci separa dal passato semplicemente perché il tempo passa”.

 

Traduzione di Pietro Cecioni