Margot Robbie e l’ultima battuta di Barbie. “Abbiamo lottato per giorni prima di chiudere il montaggio”

L'attrice si è unita a Bradley Cooper, Emma Stone, Charles Roven e ad altri colleghi produttori per una conversazione schietta sul tormento e l’estasi di fare film, durante l’evento annuale della Producers Guild of America

Margot Robbie e la regista Greta Gerwig hanno dovuto combattere con alcuni dei loro partner per decidere la battuta finale di Barbie.

Durante l’evento annuale della Producers Guild of America, a Robbie è stato chiesto se Mattel, la nota azienda produttrice di giocattoli, avesse messo dei paletti creativi su ciò che Barbie poteva o non poteva dire e fare nel film della Warner Bros. Robbie ha iniziato ricordando le domande che i dirigenti avevano fatto riguardo alla sceneggiatura, compreso il significato di “beach each other off”, espressione usata dai Ken di Ryan Gosling e Simu Liu nella scena sulla spiaggia (un gioco di parole tra beach,/spiaggia, e to bitch someone off/far incazzare qualcuno, ndt).

“’Quando dicono beach each other off, cosa significa?’”. Gli abbiamo detto: ‘Cosa pensate che significhi?’” ha ricordato Robbie tra le risate del pubblico, prima di toccare l’argomento della battuta finale del film: “Sono qui per vedere il mio ginecologo”.

Robbie ha continuato: “Oppure potrebbe essere qualcosa come concludere il film con la battuta sul ginecologo, per la quale abbiamo lottato per giorni prima di chiudere il montaggio delle immagini. Era comunque una lotta. Si trattava solo di scegliere le proprie battaglie, suppongo, ma di discuterne sempre, a prescindere da tutto, e di essere uniti”.

Robbie ha detto che la Mattel doveva approvare il trattamento ma non la sceneggiatura del film, il che ha rappresentato una sfida perché gli sceneggiatori Gerwig e Noah Baumbach di solito non scrivono trattamenti e all’inizio erano restii a farlo. Ha anche fatto notare che, alla fine, avevano tutti in mente lo stesso obiettivo. Robbie ha dichiarato: “Non si è mai trattato di dire: ‘Dobbiamo lottare contro la Mattel. Dobbiamo lottare contro la Warner Bros’. Siamo tutti coinvolti in questo progetto e vogliamo fare un grande film”.

L’evento allo Skirball Cultural Center ha reso omaggio ai produttori dei film candidati al Darryl F. Zanuck Award della PGA. Tra gli altri partecipanti alla sessione Q&A c’erano Emma Stone (Povere Creature!), Ben LeClair (American Fiction), Mark Johnson (The Holdovers – Lezioni di vita), Daniel Lupi (Killers of the Flower Moon), Bradley Cooper (Maestro), Charles Roven (Oppenheimer), Christine Vachon (Past Lives) e James Wilson (La zona d’interesse). Per Anatomia di una caduta non era presente alcun produttore, perché si trovavano all’estero per la cerimonia dei premi César.

Cooper, che ha scritto, diretto, interpretato e prodotto Maestro, ha suscitato le risate del pubblico scherzando sull’esigente regista del suo film. “La sfida più grande è stata sicuramente il fottuto regista”, ha detto Cooper. “Aveva delle richieste assurde, come girare in bianco e nero in 35mm con un formato 1:3:31. Metà del film in bianco e nero, voleva girare sul posto. Stavamo impazzendo!”.

A Stone è stato chiesto, da produttrice, come si sia tutelata come attrice in Povere Creature!, viste le scene scabrose.

“Per certi versi, quella è stata la parte più facile. Era coreografata”, ha detto Stone. “Capire come camminare o come mangiare 60 dolcetti portoghesi” è stato “molto più impegnativo della nudità, che sembra essere l’unica cosa su cui la gente vuole farmi domande!”. Ha aggiunto, tra le risate: “Lo capisco. È provocatorio, o roba del genere”.

Roven, produttore di Oppenheimer, ha dichiarato che la parte più impegnativa della produzione del biopic è stata la lettura del tomo di 721 pagine Oppenheimer. Trionfo e caduta dell’inventore della bomba atomica. Gli ci è voluto un po’ per finirlo, ma poi ha consigliato il libro a Nolan durante un weekend di vacanza con le loro famiglie. È venuto fuori che il personaggio di Robert Pattinson in Tenet di Nolan citava J. Robert Oppenheimer, il padre della bomba atomica. Nolan ha quindi accettato di leggere il libro.

“Tre settimane dopo mi ha chiamato e mi ha detto: ‘Ci sto’”, ha ricordato Roven. “Una volta che Chris Nolan è coinvolto, è piuttosto difficile dirgli di no. Un paio di mesi dopo ha finito la sceneggiatura e siamo partiti”. Alla fine il film è approdato alla Universal, che si è accaparrata Nolan dopo che lui aveva interrotto la sua lunga collaborazione con la Warner Bros.

Il massimo riconoscimento della PGA, che sarà annunciato domenica 25 febbraio, è considerato il più indicativo per quanto riguarda la corsa all’Oscar per il miglior film. Tra i precedenti vincitori del premio che si sono aggiudicati il massimo riconoscimento dell’Academy ci sono Everything Everywhere All at Once, CODA – I segni del cuoreNomadlandGreen Book e La forma dell’acqua.

Traduzione di Nadia Cazzaniga