Box Office Italia: e dopo gli Oscar, che tutti i premi porta via, si deve fare sul serio

Solo Povere creature! e La zona d'interesse beneficeranno dei premi dell'Academy: in particolare il film di Glazer può puntare a superare i 4 milioni d'incasso. Per il resto si conferma il dominio di Dune 2, ma è molto interessante anche la performance del nuovo Virzì

Evviva Oppenheimer, Povere creature! e La zona d’interesse. E pure Il ragazzo e l’airone. Peccato per il nostro Matteo Garrone, ma se qualcuno ha pensato anche solo per un attimo che potesse vincere l’Oscar come Miglior film internazionale lo ha fatto mentendo a se stesso. Cosa resterà di questi Academy Awards a livello di Box Office? Non molto, gli unici a beneficiarne saranno il film di Yorgos Lanthimos, per cui la statuetta a Emma Stone contribuirà a dargli ancora un paio di settimane di buoni incassi, nonostante già dal 14 marzo sarà disponibile su Disney+, e La zona d’interesse, che può ambire, grazie al premio “sottratto” a Io Capitano e al doveroso riconoscimento per il suono, a superare i 4 milioni.

D’altronde, dati di oggi alla mano, il film di Jonathan Glazer ha perso solo il 16% rispetto la scorsa settimana, segno di buonissima salute, arrivando a un totale di 2,8 milioni. Prossimo obiettivo è superare Past Lives, che sfiora i 3 alla fine di questo weekend, all’interno di questa corsa tutta speciale che vede concorrere i film d’autore della stagione.

Ma andiamo all’andamento settimanale del Box Office, che registra un -12% rispetto allo scorso weekend, ma un +28 rispetto all’anno scorso. C’è un interessante confronto da fare che riguarda il cinema italiano. Il debutto di Un altro ferragosto, atteso seguito di Ferie d’agosto, film epocale firmato da Paolo Virzì (con sceneggiatura scritta a quattro mani con Francesco Bruni) ha incassato 846.000 € nei primi quattro giorni di programmazione.

Un'immagine di Un altro Ferragosto

Un’immagine di Un altro Ferragosto

L’anno scorso usciva, nello stesso fine settimana, L’ultima notte di Amore, che totalizzò 966.000 €. Film diversi, una commedia amara il primo, un cupo “polar” il secondo. Quello che è interessante analizzare è lo star system applicato ai due film, il primo un’opera corale, con un cast ricco, il secondo incentrato sulla figura di Pier Francesco Favino.

Ecco, questa è la conferma che il cinema italiano punta troppo poco sullo star system, prediligendo forse le storie, ma proprio nel weekend della notte degli Oscar è importante fare una considerazione di questo tipo.

Uno dei prossimi film su cui fare attenzione è The Fall Guy, action comedy romantica con Emily Blunt e Ryan Gosling, entrambi candidati e perdenti ieri, ma con quest’ultimo che ha dato l’unico sussulto di una cerimonia piatta e noiosa, tanto per cambiare. La sua performance di I’m Just Ken ha totalizzato 1.256.000 visualizzazioni in 9 ore sul solo canale YouTube della ABC, addirittura 2,6 su quello della rivista Deadline. La Universal ringrazia, perché grazie al buon Ryan risparmierà un sacco di soldi e fatica per portare la gente al cinema.

Una scena di Io capitano di Matteo Garrone

Una scena di Io capitano di Matteo Garrone

Questo manca al cinema italiano in questo momento, e solo Paola Cortellesi e Pier Francesco Favino ne hanno capito l’importanza. La campagna di lancio, perfetta, di C’è ancora domani, con la regista/sceneggiatrice/interprete che dopo il successo iniziale ha capito come spalmare le sue presenze sui giornali e sullo schermo, quale toni usare a seconda delle occasioni (solo l’ospitata agli amici della Gialappa’s avrà fruttato al film un paio di milioni al botteghino) è l’esempio di una strategia molto hollywoodiana. Favino che porta la cultura ai semafori durante il morning show di Fiorello per promuovere Comandante ha fatto molto bene a un film certamente non facile.

Il discorso è complesso, ma in generale la promozione è una delle note dolenti della distribuzione quando si parla di film italiani. Si potrebbe fare meglio, dalle scelte nelle strategie stampa alle ospitate televisive, con Che tempo che fa che sembra essere sempre la soluzione di tutto. E comunque, anche se si scelgono le riviste giuste e le trasmissioni giuste, serve quel guizzo in più che ti fa personaggio e fa breccia nel cuore e nella testa degli spettatori.

Non è semplice, ma è una cosa che si impara. Discorso complesso, ma che fa parte anche della sconfitta di Matteo Garrone agli Oscar, perché non basta avere un bel film, bisogna anche saperlo raccontare, e non lo si è fatto, probabilmente, a sufficienza. Così come non basta assoldare un manipolo di content creator per convincere il pubblico ad andare in sala, perché se l’oste ti dice che il vino è buono, non crederci è legittimo.

Rebecca Ferguson e Lady Jessica in Dune - Parte due

Rebecca Ferguson e Lady Jessica in Dune – Parte due

Tornando agli incassi della settimana, Dune 2 domina nel Box Office anche il suo secondo weekend e arriva 6,7 milioni di euro. Supererà il primo capitolo e arriverà in doppia cifra. Tra le altre nuove uscite, Kina e Yuk alla scoperta del mondo apre in nona posizione con 180.000 €. Red, il film Disney per la prima volta al cinema, si ferma a 170, mentre l’esordio in solitaria di Ethan Coen, uscito oltretutto solo in versione originale sottotitolata, ne fa 70 e basta, con una media di appena 394 euro. L’impressione è che Universal abbia preferito evitare il doppiaggio per risparmiare su un titolo che non aveva prospettive d’incasso.

Più indietro tre film che arrivano dai maggiori festival mondiali. Memory, Coppa Volpi a Venezia per l’interpretazione di Peter Sarsgaard, incassa 33.000 €. Ancora un’estate, in concorso a Cannes 2023, diretto da Catherine Breillat, si ferma a 15.000, e Totem – Il mio sole poco sotto a 13.500.

Settimana interlocutoria la prossima per le nuove uscite, come spesso accade subito dopo gli Oscar. Attenzione a Imaginary, l’horror della settimana targato Blumhouse, e soprattutto a La terra promessa, in concorso a Venezia 80, bel western nordico con una grande interpretazione di Mads Mikkelsen, premiato agli EFA come migliore attore.

Chiudiamo con una piccola riflessione che riprenderemo nelle prossime settimane. Siamo praticamente a primavera, per la gioia di Marina Rei, e presto le sale dovranno fare i conti con le belle giornate che spingono il pubblico al mare e a inseguire libellule su un prato. Per non vanificare quanto di buono fatto nell’ultimo anno, distributori ed esercenti dovranno lavorare di concerto per portare in sala prodotto di qualità, promosso a dovere e presentato nella giusta maniera agli spettatori. Altrimenti torneremo ben presto a parlare, come sempre, di crisi del cinema.

E adesso, ecco le prime 20 posizioni del box office italiano dal 6 al 10 marzo.