Podcast o non podcast, questo è il problema (degli scioperi)

Le trasmissioni radiofoniche cadono in una zona grigia che le regole del sindacato non hanno chiarito: gli attori possono partecipare, ma cosa siano autorizzati a dire è oggetto di discussione

“Non ci è permesso parlare di Scrubs“. A dirlo sono stati Zach Braff e Donald Faison durante l’episodio del primo agosto del loro podcast su Scrubs, Fake Doctors, Real Friends. I due attori, come molti colleghi che lavorano sulle proficue piattaforme audio, erano incerti su come gestire il lavoro “extra” durante lo sciopero della SAG-AFTRA. Da una parte c’è il timore di passare per crumiri mentre Hollywood è in sciopero – vedi alla voce Stephen Amell, Jamie Lee Curtis e Zachary Levi: hanno fatto tutti marcia indietro – dall’altra c’è un fatto: il podcasting cade in una “zona grigia” che le regole del sindacato non sono riuscite a chiarire.

“I rewatch (i podcast in cui gli attori di una serie tv del passato discutono vecchi episodi con i fan, ndt), i recap delle serie e gli inserti video sono da considerarsi comunque ‘attività di promozione’, perché possono invogliare gli spettatori a visitare le piattaforme”, ha dichiarato un portavoce della SAG-AFTRA a The Hollywood Reporter. “I membri del sindacato ospiti dei podcast non sono autorizzati a promuovere il loro lavoro in nessuna circostanza, a meno che non abbiano un contratto precedente allo sciopero, con obblighi preesistenti, che devono rispettare. Anche i conduttori membri del sindacato dovrebbero astenersi dalla promozione”.

La paranoia tuttavia si sta diffondendo anche tra gli attori – e i loro agenti – in possesso di regolari contratti ‘preesistenti’ allo sciopero: il rischio è quello di dare l’impressione di rompere la barricata proprio nell’estate torrida delle manifestazioni congiunte. Interviste televisive, red carpet e la maggior parte degli eventi dal vivo sono fuori discussione. Ma i podcast dedicati al rewatch – pratica nata in pandemia, apprezzata perché a fronte del basso costo di produzione genera un alto coinvolgimento dei fan e buone prospettive di guadagno – sembrerebbero permettere ancora agli attori di impugnare il microfono.

Come debbano usarlo, tuttavia, è oggetto di grandi dibattiti. “Nessuno vuole fare il crumiro, anche se ha la deroga dal sindacato”, dice un manager che gestisce attori e podcast. Aggiunge un agente: “È frustrante, perché per alcuni attori ci sono pochi altri modi di fare soldi. E dubito che chiacchierare di un episodio di una serie andata in onda 18 anni fa dia qualche forma di vantaggio agli studios”.

Ciascuno decide di testa sua. Alcuni, come Charlie Day, Glenn Howerton e Rob McElhenney, hanno annunciato che non registreranno episodi di The Always Sunny Podcast finché lo sciopero non sarà finito (la loro situazione si complicherà se la vertenza sindacale dovesse protrarsi fino all’autunno, perché hanno in calendario diverse registrazioni dal vivo a pagamento, tra cui uno spettacolo da tutto esaurito al Radio City Music Hall). Jenna Fischer e Angela Kinsey hanno registrato nuovi episodi di The Office Ladies, ma con un disclaimer che avvisa che le registrazioni sono state effettuate prima dello sciopero. Altri, come Braff e Faison, hanno cambiato l’argomento della trasmissione.

Il podcast di rewatch di Friday Night Lights, It’s Not Only Football, realizzato dalle star della serie Scott Porter e Zach Gilford e dalla collega Mae Whitman, sta temporaneamente abbandonando il format. “Per gli episodi futuri, quelli che non sono ancora stati registrati, stiamo pensando a un programma diverso, di domande e risposte”, spiega Eli Dvorkin, vicepresidente del brand e responsabile delle partnership con gli attori per PodcastOne. “Per quanto riguarda gli attori che partecipano ad altri programmi, nessuno di loro promuove nulla”.

Si tratta, naturalmente, della strada più sicura per chi vuole continuare a registrare. Ma alcuni non vogliono cambiare la natura dei loro podcast. Kevin McHale e Jenna Ushkowitz stanno continuando il rewatch di Glee, Showmance, e McHale ha detto su Twitter (ahem, X) di avere il consenso della SAG-AFTRA . Dave Coulier ha messo fine al suo rewatch di Full House, rimandando i nuovi episodi a dopo lo sciopero. La regola implicita sembra essere quella di non nominare mai le piattaforme che ospitano i loro show.

Una strategia popolare è poi quella dell'”aspettare e vedere”. Fonti vicine a diversi podcast di rewatch, quelli in replica e quelli che mandano in onda episodi già registrati, dicono che la decisione su come (e quando) tornare in studio viene rimandata nella speranza che lo sciopero si risolva entro la fine dell’estate. Se si dovesse andare oltre, e i contratti lo consentissero, riprendere i programmi – in qualsiasi modo possibile – sarebbe l’unico modo per evitarne la scomparsa. “Se non si fa nulla fino a novembre”, osserva un esperto, “si perderà il pubblico”.

Per chi è disposto a camminare sul filo del rasoio, e continuare le trasmissioni, la situazione offre una grande opportunità. Gli show di rewatch sono esplosi in gran parte perché erano un prodotto a basso costo: un matrimonio poco impegnativo tra attore e argomento del programma. Ma il repertorio, prima o poi, finirà per esaurirsi. Prima del cambio di rotta dovuto allo sciopero, Braff e Faison erano arrivati a metà dell’ottava e penultima stagione di Scrubs. Considerando la popolarità del podcast, i due non hanno mai detto di voler chiudere le trasmissioni.

“È bello essere in linea con il sindacato”, ha detto la produttrice di Fake Doctors, Real Friends Joelle Monique durante l’ultimo episodio, prima di passare a un’intervista con la star dello sciopero WGA Adam Conover, probabilmente la prima di molte altre “deviazioni” dal format originale dello show. “Stiamo cercando un modo di continuare a esistere una volta finiti gli episodi di Scrubs. È il momento giusto per sperimentare”.

Traduzione di Pietro Cecioni