Fake news, IA, manipolazioni: la Commissione europea ha aperto un’indagine su Facebook e Instagram. Rischio multe milionarie per Meta

In vista delle elezioni di giugno, l'Ue ha messo nel mirino i social di Zuckerberg, per chiarire, tra le altre cose, come stanno gestendo la disinformazione del Cremlino. Le due piattaforme potrebbero aver violato il Digital Service Act

Meta a rischio multe. Nel mirino, questa volta, sono Instagram e Facebook, i due social principali della big tech di Mark Zuckerberg. La Commissione europea ha aperto un’indagine sulle piattaforme martedì 30 aprile, per chiarire come stanno gestendo la disinformazione online proveniente dalla Russia e da altri Paesi.

Secondo quanto riportato da Politico, Facebook e Instagram non avrebbero rispettato i requisiti per limitare la fake news e la manipolazione proveniente da altri paesi, una necessità stabilita dalla legge sui servizi digitali dell’Unione Digital Service Act (Dsa). Meta rischia quindi multe fino al 6% del suo fatturato annuale.

L’occhio della Commissione è vigile, e l’indagine sulle due piattaforme arriva dopo quella rivolta a TikTok, AliExpress e X, operazioni che il regolatore europeo sta conducendo anche in vista delle prossime elezioni dal 6 al 9 giugno per il parlamento, con la paura di interferenza da parte del Cremlino.

La presidente della Commissione Ursula von der Leyen, in un comunicato stampa, afferma: “Questa Commissione ha creato strumenti per proteggere i cittadini europei dalla disinformazione e dalla manipolazione mirata da parte di paesi terzi. Se sospettiamo una violazione delle regole, agiamo. Questo vale in ogni momento, ma soprattutto in occasione di elezioni democratiche”.

Secondo l’Ue, Meta non sta facendo abbastanza per limitare la diffusione di pubblicità ingannevoli e fake news, nonché di contenuti e truffe generate da strumenti di intelligenza artificiale.

Il giornale statunitense ha svelato inoltre che una campagna di disinformazione pro-Cremlino si sta diffondendo su Facebook. Una questione segnalata dalle autorità tedesche e francesi.

I due social inoltre avrebbero limitato ingiustamente la visibilità di contenuti politici senza informare a sufficienza gli utenti, che potrebbero non prendere consapevolezza del fatto che i post legati a istanze politiche e sociali stanno venendo limitate dall’algoritmo.