Paris Fashion Week: Dopo l’inconfondibile rosso e il divertente pink è la volta di Valentino Le Noir

Pierpaolo Piccioli, Direttore Creativo della Maison abbandona per la collezione Fall/Winter 2024-25 il colore per una sfilata di 63 total look black. "La monocromia permette di vedere tutto meglio, di guardare in profondità. Solo quando si è al buio si cerca la luce" 

Il Direttore Creativo di Maison Valentino, Pierpaolo Piccioli, ha sempre considerato il colore un potente canale di comunicazione immediata e diretta, utilizzato sistematicamente come mezzo per ricalibrare la percezione, rivalutando forma e funzione. Prima il rosso, ereditato dal fondatore della griffe poi il pink delle scorse stagioni e adesso tocca al nero.

“Baudelaire diceva che il nero è l’uniforme della democrazia e questa frase mi sembra oggi più attuale che mai. Non solo perché è il colore che si indossa più spesso, ma perché rappresenta al contempo l’universalità e l’individualità. In questo momento storico, ho sentito la necessità di rinunciare al colore per dire qualcosa di più attraverso la scelta di un solo colore che racchiude in sé tutti gli altri. È il mio modo di dare forma a questo periodo reazionario che stiamo vivendo“ spiega lo stilista a margine della sfilata.

Sfilata di Valentino Le Noir all'Hotel Pozzo di Borgo a Parigi

Sfilata di Valentino Le Noir all’Hotel Pozzo di Borgo a Parigi

Per la collezione Valentino Le Noir Fall/Winter 2024-25, presentata durante la fashion week parigina al n. 51 di Rue de l’Universitè, a Saint-Germain-des-Prés, Pierpaolo Piccioli rivisita Valentino attraverso la lente del nero che qui non rappresenta un’assenza di colore, né un esercizio di monocromia o monotonia, ma piuttosto la scoperta di un intero spettro di tonalità, dalle infinite sfumature, racchiuse in una sola.

Come colore, il nero ha sempre custodito in sé una moltitudine di definizioni e significati, in continua trasformazione, percepiti da tutti. I neri di Mark Rothko, i neri riflettenti di Pierre Soulages, le forme nere scultoree di Constantin Brâncuși esprimono l’ampiezza della sintassi, il linguaggio del nero. Rappresentativo di universalità e individualità, di uniformità e idiosincrasia, il nero agisce fisicamente come nessun altro colore, assorbendo la luce. Le sue profondità vengono esplorate e viene presentato un lessico del nero.

Il moodboard della sfilata Le Noir di Valentino

Il moodboard della sfilata Le Noir di Valentino

“La monocromia permette di vedere tutto meglio, di guardare in profondità. Ho scelto il nero non come assenza di cromia ma come infinita gamma di possibilità.  È come a una tela, un punto di partenza su cui costruire strati e strutture, silhouette che potessero muoversi in cerca delle luci intorno, per assorbirle e rifletterle. È più una composizione frutto di diverse individualità. Un’architettura corale che custodisce la luce come il segreto più prezioso. Solo quando si è al buio si cerca la luce”  illustra Piccioli il suo mood board prima della sfilata.

Colore della quotidianità, qui il nero viene amplificato, utilizzato per ricontestualizzare i segni e i significanti di Valentino: coccarde, volant, ricami e pizzo. Una re-immaginazione dei codici della Maison, volants e plissé astratti in chiaroscuro, mentre il linguaggio sartoriale viene tradotto in abiti, la fragilità acquisisce forza. Motivi, ricami e tessuti danno al nero vite diverse; la tecnica artigianale che Valentino chiama Altorilievo viene eseguita sul tulle, che cade come le ombre sul corpo.

Sfilata di Valentino Le Noir all'Hotel Pozzo di Borgo a Parigi

Sfilata di Valentino Le Noir all’Hotel Pozzo di Borgo a Parigi

Le forme sono rese scultoree da velluti intensi e crêpe, mentre le trasparenze dello chiffon velano la pelle. All’interno di un universo di nero, i gesti attinti dal passato possono diventare nuovi, osservati da un punto di vista inedito, dotati di un’identità differente. Le silhouette archetipiche di Valentino, le linee glamour e le spalle definite che si rifanno inequivocabilmente agli anni ‘80, vengono riesaminate senza nostalgia, accentuate per delineare i corpi di oggi.

Sfilata di Valentino all'Hotel Pozzo di Borgo a Parigi

Sfilata di Valentino all’Hotel Pozzo di Borgo a Parigi

Ed è proprio tra questi sontuosi saloni, impreziositi da stucchi dorati, grandi specchi e maestosi lampadari di cristallo, mentre nell’aria risuonava la sublime colonna sonora creata dal premio Oscar Alexander Desplat e dalla moglie Solrey, che è andata in scena una contrapposizione in nero, tra leggerezza e solidità, allora e adesso. Il nero può sfidare e infrangere gli stereotipi. Il giorno e la sera si confondono, alle silhouette e ai decori preziosi viene data una nuova realtà, empatia.