È tutta questione di imprinting. La prima persona che incontri, come la incontri, in che condizione – di luogo, di anima, di spirito – la incontri determinerà il resto della vostra conoscenza. E della maniera in cui vi vedrete, vi legherete, vi odierete e vi divertirete. Tutta questione di imprinting. Già dalla prima puntata della quarta stagione di Lol – Chi ride è fuori si capisce come andrà il ritorno su Prime Video, e probabilmente lo sanno già anche i concorrenti. O meglio, lo sentono, come una scossa.
Diego Abatantuono, Edoardo Ferrario, Angela Finocchiaro, Maurizio Lastrico, Aurora Leone, Lucia Ocone, Giorgio Panariello, Claudio Santamaria, Rocco Tanica e il vincitore del talent show di Lol, Loris “Lunanzio” Fabiani. C’è anche Fedez nel doppio ruolo (fisso) del conduttore.
“Alla quarta stagione serviva una novità”, spiega Giovanni Todescan, tra gli autori che ci portano dietro le quinte del programma. “È come gli dice Frank Matano. Per tre edizioni è stato nella control room a ridere, adesso è lui che è in mezzo agli squali. E bisogna ammettere che ci ha sorpreso, pensavamo sarebbe durato dieci minuti, invece è uscito il suo animo competitivo”.
C’è da aspettarsi perciò un Fedez “amante del black humor, di cui abbiamo dovuto tagliare alcune battute proprio perché troppo spinte, ma davvero divertente” e pronto a regalare “diversi meme, ne sono sicuro”.
La scolaresca di Lol 4
Seppur è una legge non detta, in Lol – Chi ride è fuori è fondamentale proprio l’arrivo dei partecipanti per settare l’umore della stagione che si sta andando a guardare e, ancor più, quello degli spettatori. È il vero momento della sorpresa per chi passerà sei ore cercando di non ridere, mentre chi osserva l’acquario comico dei pesci-concorrenti può cominciare a tirare le somme di come potrà andare la gara, fin da subito.
Per questo la scolaresca di Lol 4 non delude. È accompagnata da genuini shock, dove l’inaspettatezza regna sovrana tra un Claudio Santamaria che di comico, a parte qualche ruolo, non ha certo la “professione” e un Diego Abbatantuono che la fa da maharajah generando rispetto e riverenza altrui.
“Ho pensato: ma chissà se si potrà fare, non lo so” commenta l’attore di Lo chiamavano Jeeg Robot, vestito da “Maria”, quella Vergine, per la sua entrata. “Quando invece l’ho proposto mi è stato detto subito: bellissimo, sì, facciamolo. Proviamo”. L’unica cosa “oltre” che lo vedremo fare? “No”, risponde, non Santamaria, ma Rocco Tanica. C’è da aspettarsi una sequenza in cui, a quanto pare, l’ex tastierista di Elio e le storie tese viene “impollinato” dall’interprete – ma per approfondire, lasciamo la visione agli spettatori.
E comunque anche la sua, di entrata, non è da meno. “Si è temuto per la nostra incolumità”, ricorda Tanica, vista la tenuta da “uomo al contrario” che sicuramente non rende facile vedere dove si mettono i piedi. Ma il timore a cui si riferisce è anche per i trucchi e le magie di cui è protagonista con Angela Finocchiaro. “È come a teatro – conferma il comico musicista – ci metti talmente tanta adrenalina che fai il tuo numero e speri solo che vada per il meglio. Poi ci siamo chiesti: questo è la nostra vita? Sì. Allora diamoci dentro”.
E dentro – o, dovremmo dire, in mezzo – ai tanti che della comicità e dello spettacolo hanno fatto la loro carriera, ecco inserirsi prima guardingo, poi spada alla mano, il vincitore di LOL Talent Show Loris/Lunanzio. “Ho avuto più paura dei talent, che del talent”, racconta Fabiani.
“In quel caso dovevo divertirmi, giocare, che è poi l’unica maniera con cui puoi portare a termine il tuo pezzo. Con Lol è un’immersione a trecentosessanta gradi e questo fa paura. Ogni sillaba, specialmente di Rocco, mi terrorizzava”. “E noi avevamo paura di lui”, ci tiene a specificare Santamaria. “Saltava addosso alla gente”.
Anche una risata può essere un colpo di fulmine
Se Lunanzio è la quota Lol che si apre alle nuove scoperte, non può mancare la quota The Jackal, che anche quest’anno vedono un membro del gruppo sul campo di battaglia – dopo Ciro Priello (vincitore), Frù e Fabio Balsamo (vincitore ex-equo con Luca Bigazzi).
“Pensate che ho dovuto firmare un contratto con i The Jackal per poter partecipare”, scherza ironicamente Edoardo Ferrario, prendendo in giro la sua collega di Prova prova sa sa (sempre di Prime Video) Aurora Leone, che invece approfondisce il suo essere l’ultima dell’irriverente combriccola.
“Posso dire che questo mi ha aiutato”, ha ammesso la giovanissima performer, classe ’99. “Sono arrivata preparata, ho imparato dai loro errori, ho giovato dei loro insegnamenti. Poi immagino che finita questa edizione, in cui siamo finiti noi dei The Jackal, tutti potranno tirare un sospiro di sollievo”.
Uno nessuno e centomila è invece Giorgio Panariello, che dopo anni di sketch televisivi e vestiti i panni di tantissimi personaggi entrati nel panorama della comicità italiana, li fa ora debuttare su una piattaforma streaming. “Quando mi è arrivata la proposta mi sono domandato: partecipo, ma che posso fare? Non hai riferimenti. A teatro o in televisione so cosa può piacere, ma qui sono tutti comici con il pelo sullo stomaco – ha raccontato – Così mi sono portato alcuni dei miei personaggi che sono riconoscibili, non hanno bisogno di spiegazioni, hanno una loro immediatezza, rimanendo nella mia zona di confort”.
Che poi far divertire un comico non è facile, visto che sono i comici stessi che odiano ridere alle battute dei colleghi. Conferma Edoardo Ferrario: “È il peggior pubblico che puoi avere. Ti studiano, magari vogliono rubarti delle cose. Quindi in realtà Lol è un incubo”.
Per fortuna di Ferrario e dell’interno gruppo di Lol 4 – Chi ride è fuori lo show – prodotto da Endemol Shine Italy – assicura da subito uno sprint in più rispetto alle due stagioni precedenti. Il cast è coeso, alcune trovate sono esilaranti, ma è la tangibile chimica tra di loro che appaga più di quanto i loro predecessori avevano saputo fare.
Forse è stata svelata davvero la formula magica di un programma, di per sé, geniale e a cui da adesso in poi Prime Video dovrà sempre più prestare l’occhio. Sintonia, sincronia e sinergia del gruppo. Certo non è facile, come non lo è neanche il colpo di fulmine. Meno male che i nuovi partecipanti lo hanno avuto.
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