Eurovision Song Contest: le pagelle. Una puntata di Tale & Quale Show a cui manca disperatamente Cristiano Malgioglio

La seconda semifinale dell'evento musicale in diretta da Malmo è stata una serata tributo a numerose popstar internazionali. Con Mara Maionchi che (giustamente) si sveglia dal torpore solo con l'esibizione di Angelina Mango

Nella seconda semifinale dell’Eurovision Song Contest si sono esibiti gli artisti di 19 nazioni. Come sempre prima delle performance è stata mostrata una breve “cartolina”, contenente due clip delle precedenti partecipazioni del Paese all’Eurovision, con il concorrente che si prepara all’esibizione e un self video in cui il cantante si presenta modello story  social. Tra questi anche l’Italia.

Anche questa volta Gabriele Corsi commenta alla meno peggio la serata, presentando la nostra Angelina Mango con una battuta che manco Christian De Sica avrebbe potuto partorire: “Speriamo di poterle cambiare il nome sabato, e che Angelina Mango si trasformi in Angelina Malmo”. C’è da dire che il povero Corsi, anche se cerca più di una volta di coinvolgere Mara Maionchi, non riesce nell’intento, e gli tocca tirare avanti la carretta pressoché in solitaria. (Voto 6)

Mara Maionchi si accende unicamente per commentare la performance di Angelina Mango, e improvvisamente si trasforma da annoiata giudice dispensatrice di poche parole ad un urlante e focoso Nando Matellini, quando nella leggendaria telecronaca dei mondiali dell’82 urla agli italiani “campione del mondo” per tre volte consecutive. (Voto 5)

La gara dell’Eurovision

Sarah Bonnici – Loop (Malta) : Voto 5
Vedo sul palco una tizia che si atteggia a popstar che cerca malamente di impersonare Dua Lipa. Si dimena molto con la sua voce a corrente alternata.

Besa – Titan  (Albania): Voto 4
Sembra uscita da una puntata de Il Boss delle Cerimonie. E non nel ruolo della cantante neomelodica.

Marina Satti – Zari (Grecia): Voto 6
Carlo Conti la introdurrebbe più o meno così: “Saluto Marina Satti e dò il benvenuto a ….Rosalìa”. E Cristiano Malgioglio aggiungerebbe a fine performance: “Rosalia pedonaci”.

Nemo – The Code (Svizzera): Voto 7
Ricorda Mika con un pezzo da musical. Non un bravo cantante ma un eccellente performer.

Aiko – Pedestal (Repubblica Ceca): Voto 6
A metà strada tra Avril Lavigne e Olivia Rodrigo. Il ritornello prende, il resto un po’ meno.

Slimane – Mon amour (Francia, non in gara): Voto 5
Una lagna eseguita egregiamente con una potenza e un controllo della voce invidiabile. Ottima come sigla di un telenovela. “Pourquoi?”, urla disperato Slimane. La stessa domanda che ci stiamo ponendo anche noi.

Kaleen – We Will Rave (Austria): Voto 4
Sonorità e riff rubacchiati da alcune hit del glorioso passato. Ovviamente mal utilizzati e con una vocalist non all’altezza. Kaleen è un incrocio tra Dee D Jackson e Jennifer Lopez in una puntata di Ballando con le stelle.

Saba – Sand (Danimarca): Voto 6
La pantera danese non ha bisogno di effetti speciali se non la sua sabbia. La voce e il carisma ci sono, ma la canzone è un déjà-vu, e forse non le rende giustizia.

Ladaniva – Jako (Armenia): Voto 7
Eccoci catapultati in una festa di paese armena dove Hans dà fiato alle trombe mentre Gretel saltellando canta un pezzo in stile Bollywood, con sonorità balcaniche alla Goran Bregovich. Insomma, un mix perfetto per Eurovision con una melodia e un’estetica godibile a cavallo tra tradizione e kitsch, con risultato molto divertente.

Lettonia – Dons – Hollow: Voto 4
Il viso di Rolando Ravello sul corpo di James McAvoy, il protagonista di Split. L’artista lettone è arrivato vestito con un corsetto corazzato blu. Temeva forse qualche ritorsione ortofrutticola dal pubblico?

Nebulossa – Zorra (Spagna): Voto 9
Cantata all’unisono da tutta l’arena, è il pezzo dance di questa edizione. La performance della Barbie cantante con i ballerini queer è estremamente e volutamente camp come in un film di Pedro Almodovar. Non so se vincerà l’Eurofestival, ma ha già tutti i Pride del mondo ai suoi piedi.

Megara – 11:11 (San Marino): 5
Al rosa dei Megara avremmo preferito i capelli blu di Loredana Bertè. Ma il Titano ha preferito portare i cartoni animati rock & roll spagnoli, e anche questa volta tornano a casa prima della finale.

Nutsa Buzaladze – Fire Fighter (Georgia): Voto 6
Beyoncé caucasica vestita da guerriera amazzone, con una performance tutta capelli, capelli, twerking, twerking, vocalizzo, capelli, capelli. E così via per tutta la durata del pezzo.

Mustii – Before the Party’s Over (Belgio): Voto 5
Più che una esibizione, con tutti quei microfoni che lo circondavano, è stata una conferenza stampa, che ahimè non avrà riscontro in nessuna rassegna stampa.

5miinust e Puuluup – (Nendest) narkootikumidest ei tea me (küll) midagi (Estonia): Voto 6
Eins, Zwei, Polizei in lingua estone che ha fatto esplodere il cafonometro della serata. La canzone con il titolo più lungo della storia del festival, ben 40 caratteri, non è certo bella. Ma la loro simpatia e la coreografia l’hanno resa digeribile.

Angelina Mango – La noia (Italia): Voto 9 (per puro campanilismo) 
Tradisce un po’ di emozione Angelina, ma resta una delle performance migliori della serata. Bella la scelta di avere anche una ballerina curvy e coraggiosa la decisione di fare La Noia solo in italiano, nonostante sia uscita anche la versione spagnola.

Eden Golan – Hurricane (Israele): Voto 7
Contestata per tutta la durata dell’esibizione, non deve essere stato facile per lei esibirsi. Nonostante tutto è riuscita a portare a casa comunque una performance elegante e raffinata nella sua totale semplicità. La sua voce comunque sovrastava i 12 mila fischi dell’Arena.

Gåte – Ulveham (Norvegia): Voto 7
Ottimo arrangiamento, grande espressività vocale e maestria nel calibrarla. Ambientazione dark in stile Twilight.

Joost Klein – Europapa (Olanda): Voto 4 
Cassa dritta e unz, unz, unz per questa cafonata eurodance che sarà un sicuro riempipista nei villaggi turistici di questa estate. Un look che ricorda Austin Powers tinto di biondo con indosso la sua poltrona preferita con tanto di braccioli. Non basta la commovente dedica finale ai genitori per arrivare alla sufficienza.

Helena Paparizou  – Voto 9
La cantante svedese di origine greca vincitrice nel 2005 dell’Eurovision con My number One è quel trash fatto talmente bene, che diverte e piace.