Daddy Yankee: dagli eccessi del reggaeton alla scoperta di Dio. Parabola di una conversione

"Questo giorno per me è il più importante della mia vita. Stasera riconosco, e non mi vergogno di dirlo al mondo intero, che Gesù vive in me e che io vivrò per lui", ha rivelato il rapper emozionato ad una platea gremita

È sulle ultime note del tormentone Gasolina che Daddy Yankee ha salutato il suo caloroso pubblico per l’ultima volta. Il rapper di San Juan ha scelto la sua Porto Rico per l’ultimo concerto del tour d’addio La ùltima vueltaLa meta – questo il nome della tappa finale –  è il culmine dell’iter spirituale del capostipite del reggaeton, che ha deciso di ritirarsi dalle scene e dal music business per seguire definitivamente la sua vocazione.

“Questo giorno è il più importante della mia vita”, ha rivelato emozionato ad una platea gremita e commossa. “Stasera riconosco, e non mi vergogno di dirlo al mondo intero, che Gesù vive in me e che io vivrò per lui. Questa è la fine di un capitolo e l’inizio di uno completamente nuovo. Tutti gli strumenti che ho, la musica, i social media, un microfono, sono ora per il regno”. E poi l’esortazione a lasciare da parte l’idolatria per seguire la fede, unico punto fermo nella vita terrena. “Non seguite un uomo, io sono una persona. Per tutti quelli che mi hanno seguito, andate e seguite Gesù Cristo”, ha chiosato il rapper, buttando (molto scenicamente) a terra il microfono dorato che teneva in mano e lasciandosi andare ad un pianto liberatorio. Come nel commovente epilogo di un film.

“Per molto tempo ho cercato di riempire un vuoto nella mia vita che nessuno poteva colmare. Stavo cercando di completare e di trovare un significato nella mia vita. A volte sembravo molto felice, ma mancava qualcosa per completarmi. E devo confessare che quei giorni sono finiti”, ha aggiunto. “Nel corso degli anni ho potuto viaggiare per il mondo, vincere molti premi, applaudire e lodare, ma ora ho realizzato qualcosa che è nella Bibbia: Che vantaggio avrà un uomo se guadagna il mondo intero e perde la propria anima?”. Un discorso profondamente sentito, in grado di emozionare i 18 mila presenti al Coliseo José Miguel Agrelot della natale San Juan, e gli spettatori virtuali che assistevano allo show da remoto, grazie a dei ticket speciali al costo di 20 dollari.

Daddy Yankee e Farruko: dal reggaeton alla fede

Da pioniere di un genere tutt’altro che casto e morigerato – e da autore di strofe non esattamente casa e chiesa come “la mia gatta non smette di divertirsi perché a lei piace la benzina (dammi più benzina)” o “Papà stabilisce le regole, devi obbedire”, Yankee (al secolo Ramón Luis Ayala Rodríguez) – il rapper dà definitivamente voce alla tendenza già ampiamente manifestata della (inaspettata) conversione religiosa. In un momento finale che milioni e milioni di fan si auguravano non arrivasse mai, all’apice di una tournée da 125 milioni di dollari, classificatasi al 13esimo posto dei tour più redditizi del 2022.

Prima di lui, anche il rapper e reggaetonero Farruko – cantante e co-autore di Pepas e di versi inneggianti ad abitudini non esattamente sane come: “Bevendo, fumando e scopando, tutto il mondo sotto pasticche nella discoteca” – durante un concerto a Miami aveva preannunciato una trasformazione radicale della sua musica e della sua vita, chiedendo perdono ai suoi fan per tutte le strofe poco moraleggianti ideate e cantate fin allora. “Niente a questo mondo è eterno! E se vuoi salvarti, se vuoi guadagnare te stesso, fratello, se vuoi vivere una vita piena, devi accettare Dio”.

La vocazione sotto Natale

Tal Goyai e Farruko

Tal Goyai e Farruko

La notizia di Yankee arriva a pochi giorni di distanza dall’annuncio di Edoardo Santini, modello fiorentino vincitore del concorso Il più bello d’Italia, ora dedicatosi alla vita sacerdotale: “In questi anni ho avuto modo di incontrare dei ragazzi che, mostrandomi cosa vuol dire essere chiesa, mi hanno dato la forza di indagare questa domanda che mi porto dietro sin da quando ero piccolo. Nel 2022, per fare un primo passo, sono andato a vivere con due sacerdoti. È stata l’esperienza più bella della mia vita: mi ha permesso di incontrare dei fratelli e quella risposta che aspettavo scendesse dall’alto. A fine anno è stato naturale per me fare la domanda al vescovo per entrare nel percorso propedeutico che porta poi al seminario”.

Due anni fa, sempre nel mese di dicembre, poco prima delle feste di Natale, l’ex conduttore di Rai Uno Fabrizio Gatta aveva annunciato la chiusura del suo sodalizio col piccolo schermo al fine di abbracciare finalmente il sacerdozio. “I giovani devono essere destinatari di una ri-evangelizzazione. Hanno ricevuto un’educazione cristiana, ma non riescono a cogliere la rilevanza che la fede può avere nella loro vita. Vivono senza Dio, quasi potessero bastare a se stessi. Ma non è così”, aveva spiegato, giustificando la sua scelta e spronando le nuove generazioni ad abbracciare la religione. Una coincidenza (forse non tanto) di intenti: personaggi di spicco, più o meno famosi, tutti uniti dalla fede e da una conversione annunciata sempre nel periodo natalizio.