Invincible: risolta prima del processo la causa di Robert Kirkman sulla proprietà della serie

Il famoso autore di fumetti era accusato di aver convinto con l’inganno William Crabtree a firmare un contratto che indicava i suoi contributi come "lavoro su commissione", senza lasciargli alcuna quota di partecipazione nella serie

La battaglia legale tra il creatore di fumetti Robert Kirkman e un artista che sostiene di essere stato convinto con l’inganno a rinunciare ai suoi diritti d’autore su Invincible è stata risolta con un accordo.

Gli avvocati di Kirkman e di William Crabtree, colorista dei primi 50 numeri che sostiene di essere co-creatore della serie, hanno notificato al tribunale un accordo per risolvere la causa, secondo quanto riportato in un avviso depositato giovedì 25 gennaio. I termini dell’accordo non sono stati resi noti. L’inizio del processo con giuria era previsto per il 20 febbraio.

La battaglia legale ruotava intorno alle affermazioni secondo cui Kirkman avrebbe ingannato Crabtree per fargli cedere la sua quota di proprietà con il pretesto di rendere il titolo più facile da vendere agli Studios. L’accordo del 2005 stabiliva che Kirkman era “l’unico autore” di Invincible e “proprietario di tutti i diritti di ogni genere e natura”, mentre indicava i contributi di Crabtree come un “lavoro su commissione”, il che significa che a Kirkman veniva assegnato qualsiasi diritto che il colorista avrebbe avuto sulla serie.

A novembre, un giudice federale ha ristretto l’ambito del caso, ma ha permesso di portare avanti le accuse principali. La giudice distrettuale degli Stati Uniti Maame Ewusi-Mensah Frimpong ha stabilito che Crabtree non potrà chiedere un’ingiunzione per essere indicato come co-autore o per ottenere un risarcimento per frode, ma potrà eventualmente far invalidare il contratto che sostiene di essere stato convinto a firmare con l’inganno.

Kirkman avrebbe potuto ritrovarsi a pagare un enorme risarcimento se una giuria avesse accertato che aveva violato un accordo orale che prevedeva il pagamento a Crabtree del 10% dei ricavi generati da film o spinoff televisivi dell’opera, compresa la serie animata di Amazon Studios.

Gli avvocati di entrambe le parti non hanno risposto immediatamente alle richieste di commento. Kirkman era rappresentato da Tim Henderson e Allen Grodsky, mentre Crabtree era rappresentato da Devin McRae e Peter Scott.

La causa intentata da Crabtree fa seguito a una denuncia presentata contro Kirkman nel 2012 da Michael “Tony” Moore, che sosteneva di avere diritto a metà dei proventi della serie a fumetti The Walking Dead. Il creatore di fumetti era accusato di aver convinto con l’inganno Moore, il cui avvocato era sempre McRae, a cedere i suoi interessi nel fumetto, e chiedeva la revoca della cessione dei diritti d’autore. Secondo l’accordo originale, Moore avrebbe avuto diritto al 60% dei “proventi netti della pubblicazione del fumetto”, al 20% dei “proventi netti del film” e a ulteriori interessi finanziari in altri progetti. Kirkman ha fatto causa, sostenendo di aver compensato eccessivamente Moore per il suo lavoro e di avere diritto alla restituzione del denaro.

Traduzione di Nadia Cazzaniga