La showrunner di The Witcher, Lauren S. Hissrich, ha promesso di dare ai fan, nella terza stagione, “l’addio più eroico possibile” alla star in uscita Henry Cavill. Invece, gli attesissimi ultimi tre episodi della serie fantasy di Netflix hanno visto il Geralt di Rivia riprendersi da delle ferite a letto, prima di risvegliarsi per un combattimento finale.
I punteggi IMDb per questa terza stagione sono crollati drasticamente e i due episodi finali hanno ottenuto i numeri più bassi dell’intera serie. Ci sono anche stati giudizi severi da parte di alcuni critici: Cavill “meritava un’uscita di scena migliore”, ha scritto AV Club, mentre The Verge ha definito la stagione “un’occasione sprecata”.
Nel frattempo, su Disney+, Secret Invasion della Marvel è stato definito uno dei più grandi fallimenti dello studio. Il finale ha ottenuto un punteggio di appena il 7% su Rotten Tomatoes e i titoli dei giornali hanno definito lo show con Samuel L. Jackson “il progetto Marvel con le peggiori recensioni di sempre”.
Il calo di The Mandalorian
Reazioni così astiose arrivano dopo una terza stagione della serie Disney + The Mandalorian considerata deludente dagli spettatori. In primavera, lo show con Pedro Pascal ha subito un brusco calo del punteggio su Rotten Tomatoes (dal 90 % delle prime due stagioni al 57 %). La storia del mandaloriano ha poi perso anche la nomination agli Emmy come miglior serie drammatica.
Andando oltre il fantasy e altri generi, su Paramount+, l’ultima serie drammatica del prolifico autore di Yellowstone Taylor Sheridan, Operazione speciale: Lioness, sembra avere delle difficoltà, con un punteggio debole della critica (57%) e un punteggio del pubblico solido (73%), ma molto più basso rispetto ad altre sue serie.
I fan di The Witcher
Il produttore esecutivo di The Witcher, Tomek Baginski, ha dato la colpa ai fan americani per le controverse modifiche alle trame dello show che hanno semplificato l’adattamento dalle storie dell’autore Andrzej Sapkowski (divergenze che trovava frustranti anche Cavill, come aveva dichiarato in precedenza).
“Quando una serie viene realizzata per un pubblico di massa, con esperienze diverse, provenienti da diverse parti del mondo, e gran parte di loro sono americani, queste semplificazioni non solo hanno senso, ma sono necessarie”, ha dichiarato al sito di notizie polacco Wyborcza. E continua: “È doloroso per noi, e anche per me, ma il livello più alto di sfumature e complessità avrà un raggio d’azione minore, e non raggiungerà le persone”.
In precedenza, Baginski aveva suggerito che le storie devono essere semplificate anche perché i giovani spettatori sono ispirati solo dalle “emozioni” piuttosto che dalla trama, dopo essere cresciuti con YouTube e TikTok.
I fan “incarogniti” della Marvel
Il regista di Secret Invasion, Ali Selim, in un’intervista a Variety, sembra suggerire che i fan “incarogniti” della Marvel avessero aspettative fuori misura. “Non mi sento in colpa per le recensioni contrastanti”, ha detto. E continua: “La Marvel ha una base di fan molto devoti – quasi incarogniti – che hanno delle aspettative molto alte e quando non vengono soddisfatte, si muovono nella direzione opposta; dando un pollice verso il banno”.
“Si tratta di una questione delicata. Mi piacerebbe che tutti la amassero, ma io stesso non ho questa aspettativa, quindi sono soddisfatto della risposta che ha avuto”, afferma nell’intervista. Poi ha chiesto: “Il nostro compito è forse quello di soddisfare le loro aspettative?”.
È come se la stanchezza da franchising che ha afflitto i film di supereroi sul grande schermo si fosse estesa anche alla tv. Solo che in questi casi il problema non è che gli spettatori non hanno guardato queste serie – i fan di The Witcher, per esempio, erano piuttosto ansiosi di vedere gli ultimi episodi di Cavill – sono piuttosto rimasti delusi dal risultato.
Una folle corsa ai contenuti
Questo crollo – se così si può definire – arriva in un momento interessante. Dopo anni in cui le piattaforme streaming hanno richiesto sempre più contenuti, sempre più in fretta, e, a quanto pare, hanno anche messo in difficoltà la comunità dei creativi, il lungo picco televisivo è sembrato di recente raggiungere davvero il suo apice, in mezzo alla stretta di cinghia degli Studios e ai tagli. Le ultime stagioni sembrano rappresentare le fasi di una folle corsa ai contenuti appena prima che gli Studios cominciassero a mettere mano al freno.
È evidente che i team creativi che stanno dietro a questi show sono stati più oberati di lavoro che mai. Sheridan, come è noto, ha lavorato a una moltitudine di serie contemporaneamente. Negli ultimi due anni la Marvel ha sfornato così tanti contenuti televisivi che persino l’amministratore delegato della Disney Bob Iger ha recentemente suggerito che gli show hanno danneggiato il marchio a causa della “concentrazione e attenzione diluite”.
Disney+ ha annunciato dieci serie dell’universo Star Wars per la fine del decennio (lo sceneggiatore e regista di The Mandalorian, Dave Filoni, si sta dividendo tra quella e l’imminente Ahsoka, mentre lo showrunner Jon Favreau si è dedicato principalmente a The Mandalorian). Il team di The Witcher ha avuto uno spinoff, Blood Origin, e i produttori hanno lasciato intendere che altri spinoff sono in lavorazione.
Non tutto può essere fantastico
Naturalmente, il percorso di ogni serie è unica e sé stante, quindi potrebbe essere un’eccessiva generalizzazione dichiarare che “la troppa tv sta peggiorando la tv, anche per i grandi franchise”. Un tempo gli show via cavo e in streaming sembravano speciali.
Ultimamente, i contenuti sono sempre più simili a versioni più costose dei cinque grandi canali televisivi che hanno sconvolto in modo così devastante. I soldi possono sempre comprare effetti speciali migliori, ma non sempre possono comprare sceneggiature migliori. E a quanto pare, solo perché una società realizza solo dieci episodi di uno show ogni due anni (o, nel caso di Secret Invasion, solo sei), non è più una garanzia che il risultato sarà fantastico, o anche solo buono, soprattutto quando i creativi stanno aiutando a gestire diversi altri progetti nello stesso momento.
Detto questo, si può affermare che, mentre alcuni grandi franchise hanno avuto stagioni deludenti di recente, le grandi serie di genere in streaming in media sono migliori che mai. Agli Emmy quest’anno hanno raccolto nomination cinque show fantasy nelle categorie delle migliori serie: The Last of Us e House of the Dragon della HBO, Mercoledì di Netflix, Andor di Disney+ e (curiosamente) Obi-Wan Kenobi.
Quindi forse il punto non è che le grandi serie dei franchise stanno soffrendo la pressione delle richieste di contenuti da parte degli Studios, ma piuttosto che si stanno realizzando molte cose che sono decisamente fantastiche, e non tutto può esserlo.
Traduzione di Nadia Cazzaniga
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