Domenico De Gaetano: “Apriremo il Museo del cinema alla contemporaneità. Compresi i videogiochi”

Parla il direttore, al margine del Lovers Film Festival, reduce dallo grande successo di pubblico della mostra su Tim Burton alla Mole Antonelliana: "La relazione tra videogames e film è diventata sempre più stretta, sono due linguaggi molto vicini. Anche così conquisteremo sempre di più il pubblico giovane". L'intervista di THR Roma

Lo avevamo incontrato l’estate scorsa al Locarno Film Festival dove il direttore del Museo del cinema di Torino, Domenico De Gaetano aveva accompagnato tre opere in concorso sviluppate nel Torino Film Festival  ScriptLab e aveva spiegato nell’intervista al nostro direttore Boris Sollazzo le strategie per il 2024.

A quel tempo De Gaetano non immaginava certo che al Festival di Cannes avrebbe quasi raddoppiato la posta in gioco e portato a cinque i film realizzati nell’ambito del Torino Film Lab: All We Imagine as Light della regista indiana Payal Kapadia, in competizione ufficiale, e ad altri due nella sezione Un certain regard, Viet and Nam del vietnamita Minh Quý Trương e The Village Next to Paradise del regista somalo/austriaco Mo Harawe, The Brink of Dreams della regista Nada Riyadh e del regista Ayman El Amir, alla 63esima Semaine de la Critique, e Mongrel di Wei Liang, con la co-regia di You Qiao, alla 56esima Quinzaine des Réalisateurs.

 

Domenico De Gaetano con Tim Burton

Domenico De Gaetano con Tim Burton

E che dire dello strepitoso successo di pubblico della mostra Il mondo di Tim Burton grazie alla quale nel 2023 la Mole Antonelliana, simbolo della città di Torino, sede del museo, ha fatto registrare il record di visitatori? 755.000 in un anno di cui oltre 500.000 visitatori per la mostra sul regista di Edward mani di forbice. Numeri formidabili se si pensa che la mostra è durata solo sei mesi e che corrispondono a circa 160 giorni effettivi di apertura.

Abbiamo rapito per qualche minuto Domenico De Gaetano durante l’inaugurazione della 39° edizione del Lovers Film Festival, che insieme al CinemAmbiente in giugno e al Torino Film Festival a novembre, formano il tridente festivaliero del Museo del Cinema.

A giudicare dai dati di affluenza l’intuizione di fare una mostra su Tim Burton è stata vincente.

Quella mostra è stata un’esperienza incredibile, è stato emozionante vedere così tanti giovani che entravano dentro la Mole Antonelliana per la prima volta, visitare il Museo del Cinema, la Mole stessa. Ragazzini che obbligavano i genitori a accompagnarli da ogni parte d’Italia a Torino.

Questo ci ha dato la forza di proseguire con tutti i progetti che avevamo in corso, creare degli eventi e soprattutto delle mostre che possano interessare un pubblico più giovane.

Mi sembra che la strada per catturare il pubblico giovane sia già stata tracciata.

Apriremo ai linguaggi della contemporaneità, come quello dei videogiochi. La relazione tra videogiochi e cinema è diventata sempre più stretta, basta guardare qualunque film per capirlo. Sono due linguaggi molto vicini.

Molti trailer dei videogiochi sembrano effettivamente trailer di film e molte scene che si ritrovano nei videogiochi sono cinematografiche. Gli stessi designer di videogiochi si ispirano comunque a film e molti film e serie tv sono tratte dai videogiochi.

Ha visto ultimamente qualche serie che ha catturato il suo interesse?

Non le guardo quasi mai le serie, ma recentemente mi è capitato di vedere Fallout, che ho trovato effettivamente anche bella e interessante.

Enzo Ghigo, Johnny Depp, Domenico De Gaetano

Enzo Ghigo, Johnny Depp, Domenico De Gaetano

Continuerete anche con le masterclass?

Sono fondamentali per noi. Invitare grandi autori, registi, attori a venire qua e parlare e dialogare direttamente con il pubblico è molto importante.

L’Italia ha questo triangolo della settima arte formato da Roma con Cinecittà, Venezia con il suo Festival e Torino col Museo. C’è un dialogo aperto tra voi?

Più o meno. Sicuramente una sinergia maggiore potrebbe anche esserci, si potrebbero innescare molte collaborazioni. Non è certo facile perché ognuno ha un obiettivo che è completamente diverso da quello degli altri, però potrebbe essere molto interessante.

Come sarà il Torino Film Festival con la direzione di Giulio Base?

Giulio ha le idee molto chiare, ci ha presentato un progetto che è ottimo sotto tutti i punti di vista, quindi gli daremo il massimo appoggio possibile. Lo colorerà di quello che magari negli ultimi anni era un po’ mancato, come invitare dei grandi registi e attori.

Ci rivestiremo anche a festa per entrare alla prima, cosa che succede nei grandi festival.

Lo spirito del TFF però rimarrà sempre quello, di presentare le opere prime, seconde o terze degli autori e soprattutto la scoperta di questi giovani talenti che ci sono in tutto il mondo.

Il presidente del Museo Nazionale del Cinema Enzo Ghigo, il direttore artistico del Torino Film Festival Giulio Base e il direttore del Museo del Cinema Domenico De Gaetano

Il presidente del Museo Nazionale del Cinema Enzo Ghigo, il direttore artistico del Torino Film Festival Giulio Base e il direttore del Museo del Cinema Domenico De Gaetano

A proposito di talenti sono tanti i direttori artistici che hanno preso il volo da Torino per altri “Lidi”.

In effetti sì. C’è stata una generazione piena di talenti: Alberto Barbera, Steve della Casa, Roberto Turigliatto.

La scuola torinese di quel periodo ha fatto molto ed è diventata molto importante, centrale. Vediamo ora se riuscirà a nascere anche una nuova generazione di persone più giovani.  Penso a Jacopo Chessa che adesso è a Venezia alla Film Commission.

Lo stesso Giulio Base è un torinese che è andato via ma che è tornato per fare il nostro festival.

Torino ha sempre avuto una grande tradizione di cinema.

Il cinema a Torino è sempre molto amato e da diverse generazioni che sono cresciute proprio a pane cinema.

Cosa rappresenta il Lovers per il Museo del Cinema?

È uno dei nostri tre festival che organizziamo, ognuno affronta tematiche diverse. Il Lovers affronta un tema che 39 anni fa era assolutamente dirompente, anche per certi versi molto nuovo. Era quasi oltraggioso fare un festival così: si chiamava Da Sodoma a Hollywood con Ottavio Mai e Giovanni Minerva.

Adesso è diventato un festival un po’ più istituzionale. Oggi per quel che riguarda l’universo LGBTQI+ basta accendere la televisione per vedere spot, show, film o serie TV e ritrovare quelle tematiche. Credo però sia importante continuare a parlarne. E grazie a Vladimir Luxuria il Lovers è un festival assolutamente spumeggiante.

Rupert Everett riceve la Stella della Mole da Vladimir Luxuria, direttore artistico del Lovers Film Festival e da Domenico De Gaetano, Direttore del Museo Nazionale del Cinema

Rupert Everett riceve la Stella della Mole da Vladimir Luxuria, direttore artistico del Lovers Film Festival e da Domenico De Gaetano, Direttore del Museo Nazionale del Cinema

A proposito di Vladimir Luxuria, che contemporaneamente conduce l’Isola dei Famosi: perché lei? 

Perché è una showgirl a tutti gli effetti, è incredibile, è una persona molto intelligente, è un’intellettuale che riesce a rendere semplice e molto popolare anche dei pensieri molto complessi, quindi è molto brava. Siamo molto contenti che sia andata anche in televisione, quando dovevamo firmare il contratto ci ha subito avvisato dicendoci che forse c’era questa opportunità e naturalmente noi siamo stati contenti per lei.

Una grande opportunità per lei e per quello che si porta dietro.

Le istituzioni vi supportano su questo tipo di festival?

Sì, assolutamente sì, non abbiamo problemi, abbiamo già preparato il quarantesimo anniversario del Lovers il prossimo anno. L’abbiamo preparato con regione e comune che in qualche modo ci vengono dietro, ognuno per quanto è possibile vista la situazione economica. Sono davvero tutti molto attenti e per questo siamo molto contenti.

E la politica?

La politica spesso non capisce i tempi e festival di questo tipo, specie in un momento del genere, possono essere visti da un’angolazione diversa.

Domenico De Gaetano con Maria Grazia Cucinotta madrina della 39° edizione del Lovers Film Festival di Torino

Domenico De Gaetano con Maria Grazia Cucinotta madrina della 39° edizione del Lovers Film Festival di Torino

Il prossimo appuntamento sarà a giugno con CinemAmbiente.

Il Festival CinemAmbiente affronta una tematica fondamentale, soprattutto in questo momento. È importante sottolineare il ruolo cruciale che può avere nel formare i giovani che vivono i cambiamenti climatici in maniera quasi ansiogena, anche un po’ drammatica come forse è giusto che sia.

Bisogna formare anche più i grandi, soprattutto i grandi politici del mondo.

Anticipazioni sulle prossime mostre?

Diciamo che la prossima sarà una mostra di forte richiamo popolare. Ci piace l’idea di riportare al Museo del Cinema soprattutto i giovani, piacerà molto anche alle persone della mia età, da quelli che hanno visto film come Forrest Gump o Jumanji per intenderci, a coloro che amano e hanno amato i film della Marvel o DC Comics.

Sarà una mostra che abbraccerà un pubblico molto vasto, molto ampio e sarà una mostra anche molto divertente.