Il Vangelo secondo Maria di Gassmann, Alberti e Zucca: “Nel nostro film la Madonna finalmente ride”

“La grande ispirazione venuta dalla nostra religione millenaria è una donna nata per piangere, soffrire e partorire senza neanche avere conosciuto il maschio. Una schiava votata al dolore. Ecco, ho scritto questo libro per far sorridere Maria e sorridere anch'io” afferma la scrittrice del romanzo del 1979 al quale è ispirata la sceneggiatura della pellicola presentata al TFF scritta a sei mani insieme al regista e Amedeo Pagani

Vangelo secondo Maria. Un libro scritto nel 1979 da Barbara Alberti di un’attualità sconvolgente. Prendere il modello femminile per antonomasia, la vergine Maria – silenziosa ed obbediente – e trasformarla in una ragazzina testarda che vuole avere il potere di decidere il proprio destino. Che si tratti di nozze combinate o di portare in grembo il figlio di Dio. Una ragazza del I secolo a.C. le cui battaglie e le ingiustizie che è costretta a subire da una società patriarcale sono le stesse di una sua coetanea dei giorni nostri. Il film omonimo di Paolo Zucca – scritto a quattro mani con Alberti e Amedeo Pagani – presentato fuori concorso al Torino Film Festival, vede protagonisti Benedetta Porcaroli e Alessandro Gassmann nei panni di Maria e Giuseppe. Un titolo Sky Original, prodotto da La Luna, Indigo Film, Vision Distribution nei cinema nella primavera 2024 distribuito da Vision.

Una Madonna che sorride e un modello maschile positivo

“La grande ispirazione venuta dalla nostra religione millenaria è una donna nata per piangere, soffrire e partorire senza neanche avere conosciuto il maschio. Una schiava votata al dolore. Ecco, ho scritto questo libro per far sorridere la Madonna e sorridere anch’io” afferma Barbara Alberti.

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Alla Maria ribelle di Benedetta Porcaroli si contrappone il Giuseppe saggio, intelligente e per bene di Alessandro Gassmann. Un maestro per la giovane Maria che vuole imparare tutto quello che, in quanto donna, le è stato negato dalla nascita. “Giuseppe in questa storia è un uomo diverso dagli altri che la circondano, è un uomo intelligente, moderno, generoso. Con Maria si incontrano due solitudini, una repressa, l’altra solitaria” sottolinea l’attore. “E da questo incontro nasce un amore, un’amicizia che risolverà le loro esistenze, li farà crescere e li farà trovare anche un motivo in più per andare avanti nel loro percorso terrestre e umano. E credo che sia questa la cosa più bella di questo personaggio al quale sono molto affezionato e che auspicherei fosse più presente nella società moderna”.

L’ironia e la richiesta di giustizia

Uno dei tratti distintivi del film è l’uso in scrittura di elementi ironici che regalano al film piccole parentesi divertenti. “I miei precedenti film sono delle commedie con degli inserti tragici. In questo caso è speculare. Vangelo secondo Maria è un’opera drammatica, però ha qualche inserto divertente. Una delle mie scene preferite, ad esempio, è quella delle comari che alla fontana parlano in sardo” racconta Zucca. “Ovviamente non posso fare paragoni, però, come nell’Amleto di Shakespeare ci sono i pagliacci che raccontano barzellette, a me piace spezzare il tono del racconto con una scena diversa, imprevista”.

“La Madonna finalmente ride, si muove” sottolinea Alberti. “Abbiamo preso una statuetta e ne abbiamo fatto una persona. Questa è la grande intuizione del libro di Barbara”, continua il regista.

Una Maria che disobbedisce perché stanca di essere costretta a sottostare alla violenza dell’uomo. Un tema ancora più forte se si pensa alle migliaia di persone scese in piazza in tutta Italia per manifestare contro la violenza di genere il 25 novembre. “Quando avvengono cose profondamente sbagliate come la violenza sulle donne non penso si tratti di ribellione. Si tratta semplicemente di giustizia. Una richiesta semplice ma essenziale”, commenta Gassmann.

“Anche perché questa strage dura da quarant’anni. Ogni volta si cade dalle nuvole e non si è fatto nulla per evitarlo”, chiosa Barbara Alberti.