Black dog e quell’itinerario per scoprire che non siamo poi tanto diversi gli uni con gli altri

Il film è in concorso all'ottava edizione del Riviera International Film Festival, nonché debutto alla regia nel lungometraggio per George Jaques, alla sceneggiatura insieme al suo protagonista Jamie Flatters

Due giovani intraprendono un viaggio dalla periferia al cuore di Londra, scoprendo lungo la strada di non essere poi così diversi. È la premessa di Black Dog, film di George Jaques, che debutta nel lungometraggio dopo una serie di corti da regista e un pacchetto di comparsate in alcuni titoli televisivi e seriali, da soldato tedesco in Assassinio sul Nilo di Kenneth Branagh al ruolo di Anthony Lord nelle otto puntate dello show britannico di Sky Max A Town Called Malice.

E sarà anche col prossimo lavoro, in pre-produzione, che continuerà ad esplorare il mondo adolescenziale, chiamando al rapporto Bella Ramsey de Il trono di spade e The Last of Us per il “chemo camp” estivo di una diciassettenne malata di tumore in Sunny Dancer.

I protagonisti del suo Black dog, invece, sono Jamie Flatters e Keenan Munn-Francis. Il primo irriconoscibile dopo la sua ultima apparizione cinematografica in Avatar – La via dell’acqua, oltre che co-sceneggiatore del film insieme a George Jaques (e, proprio come il compare, anche lui sulla via della regia con già all’attivo la direzione di svariati cortometraggi).

Mentre Keenan Munn-Francis debutta per un’opera da grande schermo dopo la trafila di corti-gavetta (oltre che, alle spalle, anche una sola puntata nella serie tv decennale L’amore e la vita – Call the Midwife, in produzione dal 2012 in poi).

Black dog: quando il viaggio è solo all’inizio

La vitalità del gruppo, dal creatore agli interpreti, è il motore di una pellicola che sfreccia come la macchina su cui i ragazzi intraprendono un’avventura fatta di crescita, aggiungendo sempre un miglio in più, credendo di essersi allontani da ciò da cui stanno più o meno scappando, ma generando l’effetto opposto. Ovvero un avvicinarsi ai problemi da cui stanno in realtà sfuggendo, che non si può credere di poter lasciare nel bagagliaio, soprattutto quando occupano per intero la mente, il cuore e i pensieri.

Insicuro e riluttante il personaggio di Munn-Francis, sfacciato e arrogante quello di Flatters, le diverse astrazioni sociali tra i due, che possono inizialmente essere motivo di scontro, si sciolgono dalle catene delle convenzioni così da svelare che, dietro a ogni ruolo o maschera, i sentimenti sono tutti uguali.

Lo scoprono i personaggi mentre passano il tempo insieme, incappando in più di un incidente, sfrecciando su di un auto che sperano li porti più lontano di quanto si erano programmati. Ma se la partenza ha sempre un arrivo, Black dog lascia ai protagonisti la possibilità di continuare a migliorarsi, di farsi sempre più coscienti delle proprie fragilità.

E non importa il contesto in cui sono cresciuti o la classe a cui appartengono. La paura, il senso di abbandono, l’insicurezza sono universali. Diventando amici in una corsa improvvisata e improbabile nelle loro vite, con Black dog il pubblico siede sui sedili posteriori di un auto che scivola veloce sull’asfalto mostrando un’andata che non ha un vero ritorno. Per quei ragazzi, la cui vita, è appena cominciata.