Damsel: ragazze, imparate ad impugnare la spada. E a chiedere in anticipo le tradizioni di famiglia

Millie Bobby Brown è un'aspirante principessa costretta a diventare l'agnello sacrificale per salvare un regno che non è nemmeno il suo. Una pellicola tra Dragonheart e The Princess, ma con molte meno aspirazioni

Come tempo addietro, per promuovere e spiegare ai produttori e al pubblico cosa sarebbe stato Flashdance, si usava il film Rocky paragonandolo al femminile, per Damsel di Netflix – dall’8 marzo su Netflix – si può fare la stessa cosa prendendo come esempio maschile il Dragonheart del 1996.

Anche in quell’occasione Dennis Quad, come capita alla protagonista Elodie di Millie Bobby Brown, entra in contatto con un drago e finisce per comprenderne rabbie e ragioni. Un po’ come anche nella saga animata del meraviglioso Dragon Trainer della Dreamworks, dove ci sono sempre questi poveri draghi che fanno sentire gli esseri umani delle povere vittime, quando in verità sono soltanto loro i veri assassini e carnefici.

Damsel, perciò, ribalta lo stereotipo per cercare di sconfiggerne altri. La protagonista è una giovane che viene portata come offerta di scambio tra due popoli, uno a cui serve una sposa, l’altro a cui servono denari. Il matrimonio è un contratto commerciale, oltre che, al solito, di potere (e il personaggio della regina di Robin Wright ci tiene bene a ricordalo).

Un’unione dove il sacrificio della donzella non è più solamente dover soccombere al marito – che, anzi, da prima conoscenza poteva sembrare anche simpatico – ma deve addirittura essere letterale al punto da offrire la sua vita per mantenere la pace e l’equilibrio di un regno. Contro la sua volontà, ovviamente. Stesso regno di cui la ragazza è principessa per circa due, massimo tre minuti, prima di diventare l’agnello sacrificale da dover buttare giù per il burrone – che poi non è proprio un burrone, bensì più un fosso bello profondo.

Damsel

Commento breve Semplice
Data di uscita: 08/03/2024
Cast: Millie Bobbie Brown, Angela Bassett, Robin Wright, Nick Robinson
Regista: Juan Carlos Fresnadillo
Sceneggiatori: Dan Mazeau
Durata: 109 min

Via il corsetto, su la spada

Da questa sua avventura, fatta di caverne in cui nascondersi e rivendicare l’esistenza di tutte le ragazze venute prima di lei a cui è toccata la medesima sorte, Damsel tira fuori un survival movie con la tipica e graduale trasformazione della protagonista, trasposta come da prassi dal cambio di vestiario a cui corrisponde un rinforzato coraggio. Prima, per la cerimonia nuziale, tutto era corsetto e crinolina. Poi, tra insenature in cui infilarsi e fango in cui cadere, il corredo muta in materiale da usare per il combattimento.

Millie Bobby Brown è Elodie nel film Damsel di Netflix

Millie Bobby Brown è Elodie nel film Damsel di Netflix

Gabbie metaforiche e non di cui Elodie si spoglia per cercare di uscire dal labirinto fatto di grotte e cunicoli. Non a caso il dedalo è l’emblema del cuore disegnato dalla ragazza al futuro marito: lui deve trovare la strada per arrivare al suo amore, ma lei dovrà scovare l’uscita dopo che il principe stesso l’ha lanciata tra le braccia della bestia.

Che il grande messaggio di Damsel sia proprio di non fidarsi di famiglie che hanno tradizioni tutte loro alle spalle? Se lo avesse saputo, glielo avrebbe potuto dire la Grace Le Domas di Samara Weaving del divertente horror Finché morte non ci separi uscito nel 2019, che ha dovuto trascorrere la sera del suo matrimonio giocando a nascondino, con regole un po’ diverse rispetto al resto delle famiglie.

Damsel: draghi, madri e matrigne

Diretto da Juan Carlos Fresnadillo e scritto da Dan Mazeau, il film Netflix rivede Millie Bobby Brown in vestiti d’epoca dopo il dittico sempre della piattaforma Enola Holmes (col terzo in fase di sviluppo), i cui urli di spavento di fronte alla creatura sputa fuoco ricordano quelli accorati per i Demogorgoni della serie che l’ha lanciata, Stranger Things.

La pellicola è semplice, prevedibile. Ha un colpo di scena che colpo di scena, chiaramente, non è. E proprio per questo sapere esattamente cosa vuole dire e esattamente dove vuole andare, allora si confeziona come un action movie in cui a sorprendere di più è il fatto che per una volta il mostro in CGI è fatto davvero bene, mentre non si riesce a capire per quale motivo non si è più in grado di rendere credibili cose modeste come degli sfondi mentre la donzella è a cavallo.

Una versione di The Princess di Disney+, ma senza un taglio personale, dove la struttura ordinata a piani del castello da cui doveva scappare la protagonista dell’attrice Joey King richiamava un’esperienza videoludica in cui la giovane, in questo caso già principessa che cerca di sfuggire dallo spasimante imposto, lotta contro nemici e pericoli ad ogni corridoio, come dovesse sbloccare sempre nuovi livelli.

Un’opera Netflix che sa quali elementi inserire, compresa la matrigna che diventa madre (una pessima Angela Bassett) e una madre che diventa strega cattiva (anche senza magia). Ma che se glielo chiedono, sa benissimo che le eroine sono ben altre, in regni molto più lontani.