Un’altra storia, di Antonio Monda: Marlon Brando, la vera proposta che non poteva essere rifiutata

Francis Ford Coppola ha rischiato di perdere il suo protagonista ne Il padrino a causa del parere contrario della produzione, la Paramount, al casting. Ma sono bastate delle garze nelle guance e un filo di voce per cambiare idea

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Il padrino di Francis Ford Coppola è un caso rarissimo nella storia del cinema, il primo a vincere due Oscar per lo stesso personaggio, Don Vito Corleone, rispettivamente interpretato da Marlon Brando nel 1972 e da Robert De Niro nel 1974. Un film-capolavoro il cui protagonista si sdoppia in due volti ugualmente apprezzati da pubblico e critica al punto da non poter dire, davvero, che nessun altro al di fuori di Brando avrebbe potuto interpretarlo con la stessa potenza.

O forse no? Se non fosse stato proprio Marlon Brando a definire i tratti e la personalità di Don Vito Corleone, lo ricorderemmo ancora allo stesso modo, anche nella versione di De Niro? Con la garza nelle guance e quel filo di voce, “perché un vero boss non ha bisogno di alzarla mai”, non esiste altro modo ormai di immaginarlo.

Eppure la produzione, la Paramount, si era fermamente opposta al casting. Aveva considerato prima Ernest Borgnine, Edward G. Robinson, Orson Welles, George C. Scott e Gian Maria Volonté. Persino Burt Lancaster desiderava quel ruolo. Quando Brando, che era in realtà la scelta di Coppola e non della Paramonut, e al tempo aveva 47 anni, si presentò al provino con il viso deformato dal cotone tolse però ogni dubbio.

Il film aveva trovato il suo padrino. E qualsiasi altra scelta non sarebbe stata la stessa storia.