Shonda Rhimes a favore dello sciopero. “È importante che gli sceneggiatori vengano pagati equamente”

"È già abbastanza grave che qualcuno svaluti l'arte". La CEO di Shondaland ha parlato della sua posizione durante un evento organizzato a New York dove ha ricevuto un BAFTA Special Award

“Sono una sceneggiatrice in sciopero, in questo momento” ha dichiarato Shonda Rhimes, produttrice e showrunner de La regina Carlotta, alla platea del Midnight Theatre di New York durante un evento di tributo per i BAFTA.

Rhimes stava rispondendo a una domanda del moderatore e giornalista Wajahat Ali, che le aveva chiesto se sostenesse gli scrittori in sciopero e cosa direbbe ai colleghi che hanno trascorso gli ultimi due giorni ai picchetti per il loro primo sciopero in quindici anni. I membri della Writers Guild of America hanno iniziato a scioperare il 2 maggio dopo che il sindacato e l’Alliance of Motion Picture and Television Producers non sono riusciti a raggiungere un nuovo accordo entro la scadenza del 1° maggio.

Shonda Rhimes parla dei diritti degli sceneggiatori

“Vorrei davvero che non fossimo costretti a scioperare, e sento il dolore delle persone che stanno affrontando lo sciopero, ma per me è molto più importante che gli scrittori vengano pagati equamente per quello che fanno”, ha dichiarato creatrice di serie tv di successo come Scandal, Grey’s Anatomy e Bridgerton. “È già abbastanza grave che qualcuno svaluti l’arte. Sta accadendo ovunque. Ma che gli scrittori non siano in grado di guadagnarsi da vivere quando lavorano a uno show televisivo o a un film è un problema”.

I commenti di Rhimes, che ha ampliato il suo accordo con Netflix nel 2021, sono arrivati poche ore prima dell’uscita sulla piattaforma dello spinoff di Bridgerton, La regina Carlotta. Lo stesso giorno, dei membri della WGA – con il sostegno dei macchinisti della Iatse Local One, dei musicisti della Local 802 AFM e dei membri della SAG-AFTRA – hanno fatto un picchetto davanti alla sede di New York di Netflix, nell’ambito di una serie di proteste per chiedere una migliore retribuzione e un migliore comunicazione contrattuale in materia di IA per gli 11.500 membri del sindacato.

Durante la protesta di mercoledì contro Netflix, Cynthia Nixon, Bowen Yang, Ilana Glazer, Jeremy O. Harris e Matt Rogers sono stati tra i volti noti che hanno mostrato il loro sostegno all’astensione dal lavoro da parte del sindacato. Membri come Greg Iwinski, ex-sceneggiatore di Last Week Tonight with John Oliver e negoziatore della WGA, e Steve Bodow, ex-produttore esecutivo di The Daily Show e di Patriot Act con Hasan Minhaj, sono intervenuti anche in merito alle recenti dichiarazioni del co-CEO di Netflix Ted Sarandos, rilasciate durante la conferenza stampa di bilancio del 18 aprile.

“Se accadesse, abbiamo un’ampia base di spettacoli e film in uscita da tutto il mondo. Probabilmente potremmo garantire il servizio ai nostri iscritti meglio di molti altri”, ha detto Sarandos in risposta a una domanda su come la piattaforma affronterebbe uno sciopero. Per Bodow, è una dichiarazione che “evidenzia il problema, non la soluzione”.

“Il fatto che ci siano queste scorte di contenuti disponibili in streaming è uno dei principali cambiamenti strutturali avvenuti nel settore dall’ultimo sciopero, ed è una delle ragioni principali per cui dobbiamo farlo”, ha detto.

Per Iwinksi, il commento di Sarandos è bizzarro, considerando che Netflix e altre piattaforme collaborano con i principali studios, quelli che hanno più urgenza di porre fine allo sciopero in tempi brevi. “Credo sia molto interessante che un partner dica: ‘In realtà ci sta bene uno sciopero’, quando ce ne sono altri che hanno le riunioni con gli inserzionisti e devono vendere pubblicità e hanno programmazioni autunnali che devono essere riempite subito e hanno show in seconda serata che non stanno andando in onda”, ha dichiarato Iwinski a The Hollywood Reporter.

Nell’ambito dello sciopero degli sceneggiatori, la WGA ha chiesto agli studios non solo di aumentare la retribuzione degli sceneggiatori, ma anche di istituire dei criteri sulle assunzioni, di migliorare i compensi per i diritti residuali e di ridurre le tempistiche degli accordi di esclusiva, due questioni, queste ultime, che sono emerse con l’avvento dello streaming.

Nel corso dei quaranta minuti di chiacchierata informale, Rhimes ha raccontato come il fatto di crescere a Chicago, la filosofia della sua famiglia, l’aver frequentato scuole come la USC e l’aver fatto uno stage nella casa di produzione di Denzel Washington siano tutte esperienze che hanno plasmato la sua carriera. Rhimes ha sottolineato che vedere donne nere come la scrittrice Toni Morrison, Oprah e Whoopi Goldberg le ha fatto credere che i suoi sogni fossero realizzabili.

Ha anche raccontato com’è stato per lei esordire nell’industria televisiva, senza conoscere nessuno e senza avere alcun mentore quando ha iniziato a lavorare a Grey’s Anatomy. Pur avendo parlato di altre persone che sono state i suoi confidenti, Rhimes ha detto che alla fine un mentore non deve essere una singola persona; anche le storie degli altri possono avere quel ruolo.

Si è discusso varie volte di diversità e inclusione nel corso della serata, e Rhimes ha parlato di come crea le sue writers room tenendo conto della diversità, del successo finanziario delle storie che parlano di diversità e del perché non pensa di dover dire agli showrunner bianchi come comportarsi meglio.

La regina Carlotta e le polemiche “inutili”

“Ogni volta che me lo chiedono, rispondo: ‘Hai chiesto a John Wells, hai chiesto a questa persona?’. Insomma, chiedilo ai bianchi che non lo fanno”, ha detto ad Ali. “Non è difficile, ma credo che molto dipenda dal sentirsi a disagio, dal guardarsi intorno e dal rendersi conto che la propria cerchia non è inclusiva. Se guardi chi c’è al tavolo con te e vedi solo te stesso, c’è qualcosa che non va nel tuo tavolo. C’è qualcosa di veramente sbagliato”.

La produttrice ha parlato anche del suo lavoro su alcune delle sue serie di successo, tra cui l’ultima, La regina Carlotta. A un certo punto, a Rhimes è stato chiesto di parlare della rappresentazione di Carlotta come donna nera, cosa che è stata messa in discussione da alcuni storici. “Non sappiamo quale fosse esattamente il suo retaggio, ma la cosa che trovo più interessante è quanto le persone si stiano impegnando per far sapere alla gente che non poteva avere la pelle scura”, ha detto. “Per me è la cosa più strana del mondo. Che importanza ha? Pensateci”.

La CEO di Shondaland è stata premiata con il BAFTA Special Award, che viene assegnato a persone che hanno dato un “contributo significativo, stimolante ed eccezionale a film, videogiochi e tv”.

Traduzione di Nadia Cazzaniga