La nuova scommessa del New York Times? Il podcast settimanale The Interview

Un nuovo franchise che apparirà sulla rivista e in forma di podcast e che vedrà i conduttori David Marchese e Lulu Garcia-Navarro intervistare ospiti sempre diversi, da attori a politici passando per musicisti e dirigenti

Il New York Times pubblica interviste ogni giorno. Nella sua sezione dedicata alle news, nei suoi podcast come The Daily, nel New York Times Magazine. Ma, secondo quanto spiega il vicedirettore Sam Dolnick, mancava qualcosa.

“Non avevamo il grande programma audio di punta che intervistasse i più grandi nomi della cultura, e un posto come il New York Times dovrebbe farlo”, afferma Dolnick. Il 27 aprile, il Times risolverà questo problema, lanciando quello che chiama The Interview, un nuovo franchise che includerà un podcast audio e una versione cartacea che verrà pubblicata sul New York Times Magazine.

L’intervista sarà condotta dall’editorialista di Talk David Marchese e dalla conduttrice audio del Times Lulu Garcia-Navarro.

“Sembrava che avessimo versioni diverse di questo format con la rubrica di David e alcuni lavori che Lulu ha fatto da altre parti, ma volevamo in un certo senso piantare la bandiera e passare direttamente alle grandi storie della giornata”, aggiunge Dolnick. “E quindi una grande piattaforma di interviste per il New York Times ci è sembrata un gioco da ragazzi.”

Marchese e Garcia-Navarro hanno già messo in fila una serie di interviste, da Anne Hathaway e Ted Sarandos, da Yair Lapid a Charlamagne Tha God. L’obiettivo è avere un mix di persone interessanti, da attori e musicisti a politici e dirigenti.

“Non credo che vorremo mai che ci siano cinque personaggi di Hollywood di fila o quattro politici di fila”, afferma Marchese. “E in termini di novità sembra un cliché, ma penso solo che stiamo cercando un buon equilibrio tra queste cose.”

In un mercato affollato di programmi di interviste, The Interview spera di distinguersi non solo per la qualità o per l’identità del marchio del Times, ma anche con un’interessante svolta nel formato. Ogni soggetto verrà intervistato due volte: una volta per una conversazione iniziale, probabilmente in studio, e una seconda intervista giorni dopo, tramite una telefonata o su Zoom.

“Non conosco nessun altro programma di interviste che faccia questo, e quello che abbiamo imparato è che essere in grado di parlare con qualcuno due volte dopo che sia tu come intervistatore che il soggetto siete stati in grado di assorbire la prima conversazione, aggiunge semplicemente uno strato di ricchezza, profondità e rigore alle interviste”, aggiunge Marchese.

Con The Interview che ha anche una componente visiva, sia nella rivista cartacea che digitale, il Times ha sviluppato un “look” unico per il franchise che Dolnick spera possa trasformarsi in qualcosa che i consumatori riconoscano e a cui guardino: design in bianco e nero in cui le ombre giocano un ruolo nella definizione del soggetto tanto quanto la luce.

Potete ascoltare il trailer dell’intervista qui