La Democrazia Cristiana esiste, si chiama Tv Talk. E il suo pontefice è Massimo Bernardini

Il salotto buono di Rai3 si è trasformato nella rappresentazione plastica del  “volemose bene”: una parola buona la si trova sempre, per tutti. Il Dio Auditel, comunque, gradisce

Quasi 20 anni di messa in onda. Dal lontano 2005 Massimo Bernardini è conduttore e autore di Tv Talk, su Rai3, prima al mattino e da 15 anni al sabato pomeriggio, imprescindibile approfondimento settimanale per chiunque ami la televisione, tanto da telespettatore quanto da addetto ai lavori. Uno show magazine chiamato ad “analizzare il racconto televisivo” della settimana, con Furio Andreotti, Alessandro Clemente, Sebastiano Pucciarelli e Amabile Stifano co-autori e con la partecipazione di Cinzia Bancone, Silvia Motta e Pucciarelli.

Da programma di nicchia a programma cool

In ogni puntata si dibatte insieme a giornalisti, analisti, studenti e giovani laureati, prendendo di petto un argomento particolarmente chiacchierato nel corso della settimana, con uno o più programmi da analizzare al microscopio senza troppi peli sulla lingua. O almeno questo era quello che si faceva soprattutto un tempo, quando Tv Talk era un programma considerato di ‘nicchia’, una sorta di bolla social ancor prima che nascessero ed esplodessero i social, una finestra critica sul mondo del piccolo schermo in cui  analizzare show, serie tv, dati Auditel, sviscerando opinioni non necessariamente comode e politicamente corrette. Poi è successo quello che tutti si augurano possa succedere ad un programma, perché Tv Talk è diventato ‘cool’.

Da anni, oramai, vederlo non è più considerato un qualcosa da ‘nerd’ della televisione, gli ascolti sono cresciuti e si sono stabilizzati, l’hashtag vola in tendenza ogni sabato pomeriggio e il salottino buono arredato da Massimo Bernardini è presto diventato luogo di incontro promozionale dove parlar bene di tutto e di tutti, soprattutto dinanzi ai prodotti del servizio pubblico. Obbligatoriamente.

Bernardini, il trionfo del “volemose bene”

Quando c’è un ospite in collegamento, se non addirittura in studio, si fanno i salti mortali pur di non farlo sentire in imbarazzo, magari dinanzi a dati Auditel tutt’altro che esaltanti e a critiche particolarmente piccanti finite sulla stampa, arrampicandosi su specchi che da casa appaiono a lungo andare faticosamente digeribili. Perché vero è che Tv Talk non è mai stato un pollaio, fortunatamente, ma dalle telerisse alla rinascita della Democrazia Cristiana ci dovrebbero essere vari gradi di separazione, a vantaggio di un racconto e di un’analisi che possa essere finalmente critica e non necessariamente docile, ammaestrata ad uso e consumo di pacche sulle spalle e tirati sorrisi.

Il “caso” Sambruna-Gregoraci

In questo 2024 sembrava che qualcosa fosse cambiato con l’arrivo in studio di Grazia Sambruna, corrosiva penna del Corriere della Sera che quotidianamente elargisce pungenti pagelle ai programmi della serata precedente. Poi è successo che alla sua 2a ospitata Elisabetta Gregoraci le abbia letteralmente e gratuitamente sbroccato, per un’innocua battuta legata ad una nuova potenziale stroncatura ai danni suoi e del deludente Mad in Italy, e magicamente Sambruna a Tv Talk non si è più vista. È bastato far alzare i decibel della trasmissione, con puntuale viralità del battibecco interamente alimentato da Gregoraci, per tornare immediatamente ad una narrativa più centrista, edulcorata, gentilmente moderata.

C’è da parlare di La Tv fa 70, inguardabile ritorno in Rai di Massimo Giletti?

Apriti cielo, perché si suda freddo nel provare a non far trasparire impossibile entusiasmo senza però scivolare in giudizi netti e inequivocabili, come se in studio ci fossero pompieri chiamati a raffreddare qualsivoglia ipotetico commento al vetriolo, con gli inevitabili telefoni di viale Mazzini pronti a squillare istericamente. C’è Nek in collegamento per promuovere Dalla strada al Palco, programma da lui condotto su Rai2? E giù a travolgerlo di roboanti complimenti come neanche sua madre a Natale, con tanto di tappeto rosso ai suoi piedi in direzione Sanremo 2025.

Persino Riccardo Bocca, da sempre sarcastico critico tv, appare a volte trattenuto, frenato dal far partire quei siluri che in cuor suo vorrebbe sganciare ad ampio raggio, come ad esempio capitato con l’ultima puntata del 9 marzo quando Che Tempo che Fa è stata da lui etichettata come “Beauty Farm televisiva del giornalismo che garantisce lifting rigeneranti a qualsiasi ospite” grazie alle “caramellate” domande di un Fabio Fazio che per due decenni mai era stato così trattato da Tv Talk, in quanto colonna Rai.

Non a caso proprio Bernardini ha cercato di porre un freno ad un Bocca in grande spolvero che poco dopo ha stroncato anche l’intervista di Mara Venier a Barbara d’Urso a Domenica In, tanto da portare il conduttore ad esplicito dissenso al grido “secondo me sei troppo severo”.

Papa Bernardini

Perché vuoi o non vuoi Tv Talk si presenta spesso come una stucchevolmente buonista, per non dire ipocrita, tavola rotonda della tv in cui si parla di tv con personaggi della tv che accettano di discutere in tv della loro tv a condizione che il proprio ego non venga in alcun modo ferito e/o messo in discussione. Eppure Bernardini e Pucciarelli  le domande giuste che potenzialmente potrebbero aprire voragini critiche le pongono pure ai propri ospiti, ma con la consapevolezza che nessuno potrà comunque esagerare nelle risposte, perché dialetticamente parlando quasi orientati, automaticamente impostati in modalità “peace and love”.

Quando poi c’è di mezzo un prodotto Rai, strano a dirsi, l’assoluzione da ogni eventuale peccato di scrittura e/o conduzione è quasi automatica, con Bernardini sommo pontefice che dispensa pace e bene a reti unificate, al cospetto di giovani analisti che sembrano chierichetti attorno a un fuoco a cantare “Laudato Sii, o Mi Signore”.  D’altronde i dati Auditel premiano simile costruzione, e allora perché cambiare?

Gli ascolti tv

 In questo 2024 gli ascolti di Tv Talk sono partiti dall’8.3% di share di sabato 13 gennaio, mantenendosi costanti attorno al milione di telespettatori a puntata, fino al boom dello speciale Sanremo visto da 1.125.000 telespettatori, pari all’8.9%, al 9% di share raggiunto il 17 febbraio e al nuovo picco di 1.084.000 spettatori del 24 febbraio. Numeri da applausi per Rai3, evidentemente più che soddisfatta della sua Democrazia Cristiana catodica. Amen.

Il programma della settimana è stato Pechino Express, su Sky