The Floor, i The Jackal e il noioso ripetersi del quiz con meno suspense della storia

I comici nati sul web sono ormai inspiegabilmente ovunque, mentre il nuovo show di Rai2 pur avendo del potenziale si accartoccia su sé stesso al cospetto di una ripetitività che parrebbe essere il prolungamento dei suoi due conduttori

Il 2024 è iniziato esattamente com’era finito il 2023, ovvero con i The Jackal inspiegabilmente sparpagliati ad ampio raggio tra i mille canali della tv italiana.  Perché esattamente come i Gremlins di joedantiana memoria anche i The Jackal si moltiplicano zigzagando tra i vari tasti del telecomando, planando da un format all’altro tra conduzioni, comparsate, serie tv, documentari, pubblicità e chi più ne ha più ne metta.

E a loro non serve neanche mangiare dopo la mezzanotte o bagnarsi con l’acqua per riuscire nell’impresa. Se nel 2005 in quattro danno vita al collettivo originale, nel giro di sette anni sono diventati una quindicina, con quattro di loro spremuti senza alcuna logica apparente, ovvero il co-fondatore Ciro Priello, Fabio Balsamo (entrato nel 2015), Aurora Leone (nel gruppo dal 2019) e Gianluca Colucci (in squadra dal 2016).

Non si può più fare tv senza The Jackal?

E pensare che l’orrido e dimenticato esordio cinematografico del 2017, Addio fottuti musi verdi, aveva fatto immaginare una fine rapida e indolore per il gruppo di comici napoletani, poi in pochi anni incredibilmente riusciti ad invadere la tv nazionale.

Stasera tutto è possibile su Rai2, Qui e Adesso su Rai3, LOL – Chi ride è fuori nel 2021, 2022 e 2024 neanche fossero una tassa per gli abbonati voluta da Jeff Bezos, Tale e Quale Show su Rai1, il Prima e Fuori Festival, gli Europei in casa The Jackal e l’Eurovision Song Contest tra Rai1 e RaiPlay, Pechino Express, Alessandro Borghese – Celebrity Chef e Name That Tune su Tv8, Celebrity Hunted: Caccia all’uomo e il doc Una famiglia a pretesto per Prime Video, il disastroso Italia’s Got Talent firmato Disney+ nel 2023 e Boomerissima su Rai2,  ma anche le serie  tv Generazione 56k e Pesci piccoli.

Oramai quando arriva un qualsiasi comunicato stampa televisivo di un qualunque canale della tv generalista se non c’è un The Jackal estratto a sorte tra i potenziali concorrenti/ospiti/conduttori dall’altra parte del mondo prende fuoco uno studio televisivo.  Ed è così che ha esordito su Rai2 in prime time il 2 gennaio scorso The Floor, nuovo format ideato da John De Mol, padre di Affari Tuoi e di The Voice, esploso in Olanda e Spagna, nonché prossimo ad una versione statunitense, francese e tedesca. Semplice e apparentemente vincente l’idea dello show di cultura (molto) generale.

Cosa è The Floor

Un’enorme ‘scacchiera’ su un enorme pavimento (The Floor, per l’appunto), 100 concorrenti non famosi, dalle professioni normali,100 categorie diverse, 100 mila euro in palio, con 45 secondi per vincere. Ad ogni concorrente viene assegnata una casella e una propria categoria. Uno dopo l’altro i concorrenti dovranno sfidare uno dei confinanti in un velocissimo duello: chi perde viene immediatamente eliminato. Il vincitore conquista la casella dell’avversario allargando il proprio spazio. Il concorrente che dopo 6 puntate e 99 duelli riuscirà a conquistare l’intero campo da gioco, si aggiudicherà il montepremi di 100mila euro.

Ciro Priello, miracolato nell’elezione a conduttore dello show, non fa altro che ripetere il regolamento ad ogni duello, per una decina di volte a puntata, dall’infinita durata di 130 minuti.

Pregi e soprattutto difetti di The Floor

Perché The Floor sarebbe stato probabilmente perfetto come preserale, quiz rapido e indolore da 40 minuti di durata, se non fosse stato confezionato per durarne il triplo, ripetendosi stancamente una, dieci, cento volte. Scelta a dir poco discutibile che limita le potenzialità di un programma che ha pregi e difetti. Se la semplicità del gioco è vincente, così come l’idea di avere sempre gli stessi 100 concorrenti, da conoscere puntata dopo puntata e con cui persino empatizzare, ciò che non funziona è tutto il resto.

Come conduttore Priello ha la presenza scenica di un cartonato, mentre Fabio Balsamo, a cui è stato affidato l’inedito ruolo del ‘tuttologo’, è chiamato a strappare sorrisi con interventi rapidi e indolori, sicuramente più utili alla causa rispetto alla presenza del collega/enunciatore. Le categorie scelte dai concorrenti (leggasi autori del programma) sono spesso esageratamente generiche e/o strampalate, ma soprattutto frenate da risposte troppo semplici, che rendono l’intero quiz sfacciatamente alla portata di tutti.

Persino sul regolamento ci sarebbe da intervenire, perché non è chiaro per quale motivo in alcune categorie sia richiesto il nome e il cognome di un personaggio qualsiasi da individuare e in altre solo il cognome, mentre i duelli si sommano stancamente senza soluzione di continuità.

Una reunion Scientology

Quasi 70 in 4 puntate, con Priello chiamato addirittura a cantare una sigla che scimmiotta Italodisco dei The Kolors e i 100 concorrenti costretti ogni due per tre a gridare tutti in coro “mostraci la via”, neanche fossero al cospetto di Tom Cruise in una reunion Scientology sulla Tuscolana. Distinguere una puntata dall’altra appare onestamente impossibile, perché quelle sono le facce, quello è il format, quello è il regolamento centomila volte ripetuto, quella è la confezione copia/incolla, con il telespettatore medio chiamato a sorbirsi 130 minuti di programma per scoprire poi solo e soltanto il vincitore di puntata dei 5000 euro in palio.

I due concorrenti che hanno infatti vinto più duelli si sfidano in un duello finale privo di eliminazione per conquistare un assegno neanche così troppo ricco, al cospetto di una categoria a loro sconosciuta. Forse il “gioco finale” meno tensivo della storia dei quiz televisivi, in attesa del vero duello finale che vedrà un solo concorrente portarsi a casa il ricco bottino da 100.000 euro.  Ma per arrivare a tale agognato momento bisognerà aspettare le sei puntate previste, ovvero circa 13 ore di programma in prime time condotte da un Priello che mai lascia il segno, privo di guizzi, che si limita al puro compitino.

Una mancanza inaudita, per quanto l’Auditel abbia fino ad ora promosso il nuovo format Rai.

Il responso Auditel

The Floor ha infatti esordito il 2 gennaio con 1.126.000 telespettatori e il 7.1% di share. Per Rai2, che boccheggia da mesi e mesi, un ottimo risultato. Due giorni dopo, in via del tutto eccezionale, nuova puntata e calo a 1.064.000 telespettatori pari al 6.1% di share, con la 3a puntata del 9 gennaio vista da 1.038.000 telespettatori, con il 6% di share, e la 4a del 16 gennaio vista da 1.033.000 telespettatori pari al 6.2% di share.

Una tenuta sorprendente per un programma che grazie a pochi accorgimenti potrebbe diventare assai più incalzante e divertente, meno ripetitivo e sempliciotto, andando così persino oltre i già buoni risultati raggiunti in questa fortunata prima stagione. Ma chi glielo dice ai The Jackal?

Il programma della settimana è stato Appresso alla musica, su Rai2