Gypsy Rose Blanchard e le sei verità inedite sull’omicidio della madre raccontate nel documentario di Lifetime

Le "confessioni dalla prigione" comprendono abusi subiti durante l'infanzia e un video mai visto prima. La donna era vittima della sindrome di Munchausen e ha costretto sua figlia a vivere come una paziente in stato terminale

Gypsy Rose Blanchard, la cui storia ha anche ispirato lo show Hulu The Act, ha raccontato il suo passato in una serie di interviste realizzate nel corso di 18 mesi per il documentario di Lifetime, The Prison Confessions of Gypsy Rose Blanchard.

Blanchard è uscita di prigione a fine dicembre con la libertà condizionale dopo aver scontato otto anni e mezzo di una condanna a 10 anni. Si è dichiarata colpevole di aver convinto Nicholas Godejohn, un fidanzato conosciuto online, a uccidere sua madre, Dee Dee Blanchard, che per anni aveva costretto Gypsy a fingere di essere affetta da gravi malattie, tra cui la leucemia e la distrofia muscolare. Nella docuserie, Gypsy Rose Blanchard rivela diversi dettagli, alcuni dei quali non aveva mai condiviso con nessuno, compresa la sua famiglia.

“Credo che il motivo principale per cui mi sono trattenuta per tutto questo tempo e mi sto facendo avanti ora sia perché prima non ero emotivamente pronta”, ha dichiarato a The Hollywood Reporter. “Ho molte cose da risolvere nella mia vita, non solo per quanto riguarda mia madre. Penso che in ogni precedente intervista tutto ruotasse intorno a mia madre e a me. Ora sono arrivata a un punto in cui posso essere più sicura di aprirmi un po’ di più e sento di essere abbastanza al sicuro per farlo. Ecco perché sono così sincera in questo documentario”.

Ecco sei delle più grandi rivelazioni che condivide nel documentario.

1) Le violenze del nonno

Dopo il divorzio di Dee Dee dal padre di Gypsy, Rod Blanchard, madre e figlia si trasferirono dal padre di Dee Dee, Claude Pitre Senior, e dalla moglie Laura. “Una volta andata a vivere da loro le cose sono cambiate per sempre nella mia vita. Venivo abusata sessualmente”, racconta. “Mio nonno mi faceva alzare dalla sedia a rotelle (che Blanchard usava perché costretta dalla madre, ndr) e mi portava in uno sgabuzzino o in una baracca dietro casa. Mi costringeva a toccarlo. Mi toccava. A 9 anni non credo di aver capito che fosse sbagliato. Ma poi mio nonno mi disse di non dirlo a nessuno. E io non volevo che finisse nei guai”.

Mentre era in prigione, ha raccontato alla matrigna, Kristy, degli abusi subiti, ma è stato difficile per lei aprirsi. “L’abuso non era una cosa che volevo raccontare perché non ero ancora pronta”, afferma Gypsy. “Ma sento che rendere pubblico tutto questo sarà terapeutico per me”.

I produttori si confrontano con Pitre nel documentario e lui nega le accuse: “No, non l’ho mai fatto – è la prima volta che ne sento parlare. Abbiamo sempre suonato insieme, abbiamo sempre fatto cose insieme”. Alla domanda sul perché Blanchard avrebbe dunque affermato qualcosa di non vero, risponde: “Non lo so, non lo so. Lei cercava di toccarmi. Io le dicevo: ‘No, non farlo’. Era lei che cercava di toccarmi e io le dicevo: ‘No, non farlo’. Ha iniziato a farlo quando aveva circa 4 anni. E io le ho detto: “Non farlo”.

Il fratello di Dee Dee, Evans Pitre, suggerisce che Dee Dee abbia potuto convincere la figlia a farlo. Gypsy Rose aggiunge: “Non ho dubbi sul fatto che sia successo o meno, è successo al 100% e lui può portarselo nella tomba se vuole, ma l’unica persona che non andrà a trovarlo al cimitero sarò io”. Ha provato a dirlo a sua madre circa un anno dopo, ricorda, ma Dee Dee è impazzita e ha iniziato a colpevolizzarsi, così Blanchard “si è chiusa a riccio”, afferma nel documentario.

2) La “maledizione voodoo”

Mentre viveva ancora con la madre, Gypsy Rose Blanchard incontrò un uomo di nome Dan a una convention di cultura pop nel Missouri chiamata VisionCon. Scappò di casa con lui ma poi la madre la convinse a tornare con la falsa promessa di poter continuare la relazione con l’uomo. A casa, tuttavia, Dee Dee la incatenò al letto con manette e guinzaglio per cani, diventando anche fisicamente violenta nei suoi confronti.

Nel tentativo di continuare a controllare Blanchard, Dee Dee mise in atto quella che la donna nel documentario chiama una “maledizione voodoo”. Comprò un vaso di vetro e dentro ci mise le foto di Dan e Gypsy Rose, la lingua di una mucca e un po’ di sangue mestruale di Blanchard. Lo seppellì in giardino e disse alla figlia: “Non troverai mai l’amore. Non sarai mai felice”. Gypsy  Rose credette a sua madre e ancora oggi afferma di essere condizionata da quelle parole. “Penso che sia vero perché ogni volta che mi avvicino a qualcuno, vengo lasciata”, afferma nel film. “Non ha mai voluto che trovassi l’amore o che fossi felice, e mi sento come se fosse rimasta impressa”. L’incidente, con le catene e la maledizione, è ciò che ha spinto Blanchard al gesto estremo contro sua madre.

3) Gypsy Rose Blanchard ha sparato alla madre con una pistola a pallini

Dopo la fuga di Blanchard, la madre comprò una pistola. “Questo mi spaventò a morte”, racconta. “Avevo paura che mi uccidesse”. A un certo punto, Blanchard decise di scappare di nuovo e preparò una borsa, ma Dee Dee trovò la borsa e capì tutto. La pistola era appoggiata sul tavolo, Gypsy la prese e minacciò la madre. “Prima di rendermene conto, ho premuto il grilletto più volte”, racconta, aggiungendo che, in quel momento non riusciva a credere a ciò che aveva appena fatto. Un paio di colpi raggiunsero Dee Dee, causando ferite superficiali. Si scoprì che, a insaputa di Gypsy fino a quel momento, l’arma era una pistola a pallini.

“Mi sono sentita sollevata perché non avevo intenzione di ucciderla, ma il punto è che sono rimasta scioccata dal fatto di aver premuto il grilletto”, racconta la donna. Quando i produttori raccontano questa storia alla matrigna di Gypsy, Kristy, che non ne aveva mai sentito parlare, la donna risponde soltanto: “Buon per lei”. Per nascondere le ferite provate dalla pistole, Dee Dee inventò una storia di copertura, dicendo di essere stata rapinata da un uomo nel parcheggio di un supermercato.

4) La dipendenza da antidolorifici

“Nessuno sa che ho avuto una dipendenza prima della prigione, figuriamoci in prigione”, rivela Blanchard. Una volta la madre le fissò un appuntamento da uno specialista di otorinolaringoiatria, sostenendo che la figlia sbavava eccessivamente, un problema comune a chi soffre di paralisi cerebrale. Prima dell’appuntamento con il medico, tuttavia, Dee Dee somministrò alla figlia un gel anestetizzante in bocca,  in modo da intorpidirla e farla sbavare. Di conseguenza, a Blanchard furono rimosse le ghiandole salivari. Questo le fece perdere diversi denti e divenne dipendente dagli antidolorifici.

“I medici mi avevano prescritto degli antidolorifici dopo l’intervento”, racconta. “Ma quando gli antidolorifici sono finiti, io soffrivo ancora e mia madre aveva una ricetta per il Vicodin. Così, quando non mi guardava, andavo a prendere una o due dosi dal suo flacone. Non sapevo cosa fosse la dipendenza. Sapevo solo che era come una voglia irrefrenabile, a cui non riuscivo a rinunciare. Ne volevo un’altra”.

La sua tolleranza aumentò fino a farle prendere sempre più pillole e sua madre iniziò a sospettare che ci fosse qualcosa sotto, ma Gypsy le mentì. All’epoca aveva 16 anni. Ma, come ammette Blanchard, era sotto effetto di antidolorifici anche nel momento dell’omicidio della madre (avvenuto quando aveva 23 anni). E la dipendenza l’ha seguita anche in prigione.

“Quando sono arrivata in carcere ho subito molte pressioni da parte dei coetanei e ho fumato per circa un anno”, racconta. “Ho iniziato con il vaping e ovviamente ha creato dipendenza. Poi sono passata alle sigarette vere e proprie e questo mi ha portato a fare delle scelte sbagliate di cui mi pento”.

Ha anche preso il Suboxone, un farmaco usato per trattare la dipendenza da oppioidi. Alla fine, doveva 50 dollari a una compagna di prigione per i farmaci e ha mentito alla matrigna per ottenere i soldi. Ma la bugia l’ha perseguitata per anni. “Mi odiavo e odiavo quello che ero diventata”, afferma nel documentario.

5) Blanchard ha girato un video per pianificare l’omicidio

Nel video, che viene mostrato nel documentario di Lifetime, Gypsy Rose Blanchard mostra a Nicholas Godejohn come raggiungere la camera da letto della madre per poi ucciderla. “È una cosa che non ho mai rivelato prima a nessuno, tranne che agli avvocati”, dice. “Ho fatto un video per Nick che è una specie di guida alla planimetria della casa e alla camera da letto di mia madre, perché lui sarebbe entrato nella sua stanza al buio”.

Nel video, quando Blanchard arriva al letto di Dee Dee, la si vede fare dei movimenti precisi, come se avesse un coltello in mano. “Facevo i movimenti di accoltellamento perché ero sempre fatta di antidolorifici”, dice. “Gli effetti collaterali di queste pillole creano questa disconnessione dalla realtà”.

6) Blanchard ha ricontattato il suo ex prima di sposare Ryan Anderson

Prima di sposare il marito Ryan Anderson, Gypsy ha avuto paura. “Ho sempre avuto difficoltà a lasciar andare il mio ex fidanzato, Ken”, afferma la donna, spiegando che Ken, l’uomo che ha conosciuto mentre era ancora in carcere, l’ha lasciata per la preoccupazione della durata della sua pena detentiva e per le attenzioni indesiderate che derivavano dal fatto di essere il suo partner. “È stato devastante per me”.

Gypsy si è poi fidanzata con Ryan Anderson, un insegnante della Louisiana. Dodici giorni prima di sposare Anderson, Gypsy ha però confessato di aver contattato Ken. Anderson si è sentito ferito, ma i due hanno risolto la questione. “Ho omesso la verità, ma voglio affrontare questo matrimonio senza rimpianti”, afferma la donna. “Voglio arrivare a questo matrimonio sapendo di aver fatto tabula rasa di ogni omissione, di ogni menzogna, di ogni cosa”. Alla fine la coppia si è sposata e attualmente si sta adattando alla nuova vita insieme in Louisiana.

Traduzione di Pietro Cecioni