Sebastian Stan a Berlino: “In A Different Man, una performance che non sono mai riuscito a fare prima”

Dalla gestione di una protesi facciale di grandi dimensioni alla scelta di ingaggiare Renate Reinsve, la protagonista di La persona peggiore del mondo, l'attore e il regista Aaron Schimberg raccontano la genesi del film

Hollywood ha una lunga storia nella scelta e nell’assegnazione di premi ad attori normodotati che interpretano personaggi con disabilità. Nella sola categoria dei vincitori dell’Oscar come miglior attore, ci sono Daniel Day-Lewis per Il mio piede sinistro, Eddie Redmayne per La teoria del tutto, Colin Firth per Il discorso del re e Jamie Foxx per Ray.

Nella storia degli Academy Awards, solo tre attori hanno ricevuto il trofeo per la migliore interpretazione per aver interpretato un personaggio affetto dalla loro stessa  disabilità.

La rappresentazione della disabilità sullo schermo

Il regista Aaron Schimberg fa notare che le rappresentazioni sullo schermo di persone con deformazioni, come nel suo ultimo film A Different Man, sono ancora in gran parte affidate a persone non disabili, grazie all’uso di protesi. “D’altra parte”, continua, “quando ho scritturato attori con deformazioni, la gente ha detto che si trattava di sfruttamento, il che sembra essere in contrasto con l’intera discussione sulla rappresentazione che stiamo facendo”. Per il suo ultimo film ha voluto esplorare le complessità di questo stesso discorso.

A Different Man di Schimberg, proiettato il 16 febbraio al Festival di Berlino, segue Edward (interpretato da Sebastian Stan), un aspirante attore con una deformazione facciale che, dopo essersi sottoposto a un intervento di chirurgia ricostruttiva, inizia una nuova vita per poi sviluppare un’ossessione per un attore (Adam Pearson) che lo interpreta in uno spettacolo teatrale basato sulla sua vita precedente.

“Questo è un argomento che ho esplorato nei miei ultimi film. In tutti i miei film, in realtà”, afferma Schimberg, che ha già lavorato in Chained for Life con Pearson, attore e attivista britannico a cui la neurofibromatosi ha causato una malformazione facciale.

Renate Reinsve, Adam Pearson e Sebastian Stan al photocall per A Different Man photocall alla Berlinale

Renate Reinsve, Adam Pearson e Sebastian Stan al photocall per A Different Man photocall alla Berlinale

A Different Man: una questione di identità

Per A Different Man, Schimberg afferma di aver voluto “esplorare l’idea di identità. Quanto la nostra auto-definizione sia influenzata dal modo in cui gli altri ci definiscono, soprattutto se il consenso generale è contro di te. Possiamo sostenere da soli la nostra dignità contro il giudizio degli altri?”.

Aggiunge che i film e la narrazione possono forse costringere il pubblico a confrontarsi con i propri pregiudizi. “Guardando altri film sul pregiudizio, se si mostra un personaggio che si comporta in modo prevenuto o crudele nei confronti di una persona – per esempio, una persona con una deformazione facciale  – il pubblico prenderà le distanze da quel comportamento, anche se nel profondo potrebbe avere opinioni simili”.

Il suo pitch allo studio A24 per A Different Man era semplice: alla fine del film, Stan si ritroverà a essere geloso di Pearson e il pubblico sentirà e capirà completamente questa gelosia.

Una sceneggiatura imprevedibile (nei suoi effetti)

“Non ci si imbatte in molte sceneggiature in cui non si può prevedere cosa succederà”, afferma Stan della sceneggiatura di Schimberg. “Ho pensato che se fossi riuscito a ottenere quello che lui voleva, sapevo che da me sarebbe uscito qualcosa di nuovo che non ero mai riuscito a fare prima”.

Stan ricorda inoltre di aver firmato subito dopo aver letto la sceneggiatura e di aver iniziato le riprese meno di due mesi dopo, con un calendario rigidissimo, chiuso in soli 22 giorni.  Prima di arrivare davanti alla macchina da presa tuttavia, c’è stato un elemento centrale da definire: la protesi che Stan avrebbe indossato per la prima metà del film.

Corpo e protesi in A Different Man

“La protesi, mentre scrivevo la sceneggiatura, era una cosa di cui pensavo: ‘Prima o poi si risolverà in qualche modo’. Ma eravamo a tre settimane dalle riprese e mi chiedevo: ‘Che cosa faremo qui? Non c’è film senza quella protesi”. Fortunatamente Stan, che è anche produttore del film, ha trovato una soluzione con il designer di protesi e truccatore Michael Marino, le cui esperienze recenti includono The Batman, dove ha trasformato Colin Farrell nel Pinguino.

Stan ha affermato che la protesi lo ha aiutato a definire la fisicità di Edward, il modo in cui si muove e interagisce con il mondo. “Hai la vista solo da un occhio e non vedi così velocemente qualcuno che arriva dall’altra parte “, afferma l’attore ricordando anche di aver indossato per un breve periodo la protesi in giro per  New York. Cosa che gli ha permesso di vedere in prima persona come le persone interagivano con lui. La protesi ha persino influenzato la sua performance nella seconda parte del film, dopo che Edward si è sottoposto a un intervento di chirurgia ricostruttiva. “Anche se la protesi non c’è più fisicamente, è ancora lì per lui, mentalmente”.

New York, l’altra grande sfida del film

L’altra grande sfida che A Different Man ha dovuto affrontare è stata quella di girare a New York, cosa che, mentre scriveva il film, Schimberg non era sicuro di poter fare. “Vengo dal cinema indipendente. Quindi, quando scrivo una sceneggiatura, per ogni location che uso per una scena penso ai soldi”, afferma il regista, che immaginava di dover raddoppiare le location a Toronto o ad Albuquerque.

Ma A24 e la società di produzione Killer Films sono riuscite a far funzionare le riprese in loco. Sebbene la maggior parte dell’azione del film si svolga in appartamenti, teatri e parchi anonimi, il film è pieno del caos e del carattere che si respira a New York. “Trovo che sia una rappresentazione abbastanza realistica di New York”, dice Schimberg. “Ma credo che questo sia dovuto al fatto che ho cercato di fuggire da New York attraverso la scrittura”.

Dopo aver scelto Stan e Pearson, la produzione doveva trovare Ingrid, la vicina di casa di Edward, una drammaturga che trasforma il tempo trascorso con Edward in una rappresentazione teatrale. Dopo aver firmato, Stan ha chiesto a Schimberg se avesse visto La persona peggiore del mondo, il film di Joachim Trier del 2021 con Renate Reinsve. “Mi ha risposto di sì. E io ho detto: ‘Ok, dobbiamo prendere lei’”, ricorda Stan.

In effetti, sono riusciti a scritturare Reinsve, ma gli impegni di tutti e tre gli attori, oltre a un programma di pre-produzione accelerato, hanno comportato la necessità di mettere insieme un calendario di riprese complesso. “Credo che siamo riusciti ad averli tutti insieme per due settimane”, ricorda Schimberg, che aggiunge che hanno avuto un solo giorno di prove con i tre attori principali. Ma Stan non era preoccupato. “Ricordo che Aaron è arrivato e ha detto una cosa che non avevo mai sentito dire da un regista prima, e che all’epoca è stata molto utile. Si è seduto e ha detto: ‘Ho scritto questa cosa. Voi siete gli attori. Ma ora siamo tutti qui e dobbiamo renderla nostra”.

 

Traduzione di Nadia Cazzaniga