Berlinale 74: Gael García Bernal riflette sulla filosofia di mente, anima e corpo in Another End

L'attore messicano è il protagonista del film di Piero Messina presentato al festival tedesco. Storia di fantascienza e dramma romantico, in cui la tecnologia interviene per superare i lutti e la perdita di persone amate

In Another End di Piero Messina, in anteprima mondiale a Berlino, Gael García Bernal si confronta con le questioni del corpo e della mente dopo la morte. Il ruolo nel dramma fantascientifico del regista italiano Piero Messina, a quanto pare, ha cambiato la posizione dell’attore messicano sulla morte che annuncia la separazione dell’anima dal corpo fisico.

“Sì. È buffo, normalmente mentirei e direi di sì, senza pensarlo davvero. Ma in questo caso lo penso davvero”, ha dichiarato Bernal durante la conferenza stampa di presentazione.

Another End, un futuro non distante

Another End è ambientato in un futuro non troppo lontano e racconta un modo originale per alleviare il dolore per la perdita di una persona, introducendo una tecnologia che impianta i ricordi della persona amata in un corpo in affitto.

Nel film Bernal interpreta Sal, che viene incoraggiato dalla sorella (Bérénice Bejo) a usare la nuova tecnologia per alleviare il suo dolore, solo per riconnettersi con la moglie defunta attraverso il corpo di un’altra donna, interpretata da Renate Reinsve, già vista in La persona peggiore del mondo.

L’età e l’esperienza, ha aggiunto Bernal, lo hanno portato a riflettere sulle questioni della mente e del corpo legate alla morte. “Nella cultura occidentale, normalmente pensiamo che il corpo non sia la persona, il corpo è un contenitore usa e getta, in un certo senso”.

Bernal ha aggiunto durante la conferenza stampa di Berlino: “Abbiamo distaccato fin troppo il corpo dalla vita della persona. Ho iniziato a chiedermi se non fosse così separato. E questo mi ha davvero cambiato sotto molti aspetti”.

Le domande che pone Another End

Messina e gli altri membri del cast di Another End hanno anche cercato delle risposte quando è stato chiesto loro come rispettare l’amore e la memoria dopo la morte di qualcuno, anche attraverso l’uso di una tecnologia futuristica.

Messina ha affermato di aver lottato a volte per creare una struttura narrativa per Another End, mentre giocava con i concetti filosofici sulla morte. “È stato una specie di gioco. Cercavo di avere elementi coerenti, e poi all’improvviso arrivavano elementi bizzarri. Stavamo cercando di creare un mondo che forse non è completamente preciso come una storia di fantascienza, ma è più una sensazione”, ha ricordato il regista.

Bernal ha anche definito positivamente  Another End come un dramma fantascientifico a sfondo romantico, considerando che i film romantici sono sempre meno frequenti. Non tutto il cast, però, ha accolto allo stesso modo le riflessioni aperte dal film.

Olivia Williams, per esempio, ha affermato a proposito della tecnologia in grado di connettersi con i defunti raccontata in Another End: “Con tutto il rispetto per gli autori, penso che sia un’idea terribile riportare indietro le persone. È evidente che prolunga il dolore. E mi sembra un modo terribile di superarlo”.